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Tim: 4,8 milioni di multa da Antitrust per pratiche scorrette

L’Autorità ha accertato due violazioni del codice del consumo – Per cercare di riconquistare i clienti perduti Tim faceva delle offerte omettendo l’esistenza di costi aggiuntivi

Tim: 4,8 milioni di multa da Antitrust per pratiche scorrette

Ennesima multa dell’Antitrust contro una compagnia telefonica. Stavolta è il turno di Telecom Italia che sarà costretta a pagare 4,8 milioni di euro per due violazioni del Codice del Consumo. Lo ha deciso l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato a conclusione della sua istruttoria.

Secondo l’Antitrust da giugno 2018 a febbraio 2019 Telecom ha violato l’articolo 22 del Codice del Consumo non fornendo “informazioni chiare e immediate nella promozione di offerte ‘personalizzate’ di winback (pratica commerciale per recuperare un cliente perduto, ndr) per i servizi di telefonia mobile rivolte ad ex clienti”, spiega l’autorità in una nota.

Nel dettaglio, una volta che il cliente decideva di lasciare Tim per un’altra compagnia veniva contattato tramite sms o call center con i quali la compagnia cercava di “riconquistarlo” offrendogli un’offerta commerciale più conveniente. Nel corso della telefonata o nel testo del messaggio gli operatori indicavano le sole condizioni del piano tariffario proposto in termini di prezzo mensile e traffico incluso, omettendo però di dar conto di ulteriori costi o di vincoli di fruizione delle offerte, come il costo di attivazione e quello della Sim (rispettivamente pari a 12 e 10 euro), il costo ricorrente del piano tariffario alla base dell’offerta (due euro al mese), i vincoli contrattuali di permanenza minima contrattuale (24 mesi).

“Si è ritenuta tale condotta idonea a indurre in errore il consumatore medio in ordine al contenuto della proposta e a fargli assumere una decisione di natura commerciale che non avrebbe altrimenti preso”. Questo il motivo per cui l’Antitrust ha deciso di multare la società.

La seconda violazione accertata riguarda invece l’articolo 65 del Codice del Consumo. Nella fase di adesione a tutte le offerte di telefonia mobile, senza richiedere il consenso del consumatore, Telecom pre-attivava diversi servizi e/o opzioni aggiuntivi rispetto all’offerta principale, tra i quali la segreteria telefonica, 1 Giga di scorta, Tim in viaggio Full. Tutti servizi che hanno comportato un aggravio di costi rispetto a quello previsto dal cliente. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sottolinea infine nel suo provvedimento che entrambe le pratiche sono tuttora in corso.

A Piazza Affari il titolo Telecom Italia cede lo 0,66% a 0,5087 euro. Nell’ultimo mese il ribasso arriva al 7,5%.

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