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Tenaris torna in utile nel 2021 e chiude l’anno con un quarto trimestre da record. Dividendo di 0,28 dollari

2021 sopra le attese per Tenaris che torna in utile. Risultati boom nel quarto trimestre, proposto dividendo di 0,28 dollari per azione. Titolo in rosso

Tenaris torna in utile nel 2021 e chiude l’anno con un quarto trimestre da record. Dividendo di 0,28 dollari

Risultati sopra le attese nel 2021 per Tenaris, ma in Borsa il titolo – dopo un’apertura in forte rialzo – scivola in rosso e a metà mattinata cede l’1,6% del suo valore a quota 11,665 euro per azione zavorrato dalla debolezza del Ftse Mib (-0,5%) e dal calo del petrolio (-1,39% il Wti marzo e -1,41% il Brent aprile).  

Il 2021 di Tenaris

La società ha archiviato il 2021 con ricavi pari a 6,5 miliardi di dollari, in aumento del 27% rispetto all’anno precedente, contro un consensus tra 6,46 e 6,477 miliardi. Più che raddoppiato (+113%) l’ebitda, che si è attestato a 1,35 miliardi,  con un margine Ebitda del 20,8% (da 12,4%). L’utile operativo è stato pari a 708 milioni (da un valore negativo per 663 milioni).

La notizia più attesa dagli analisti riguardava però i profitti. Il gruppo è infatti tornato in utile, pari a 1,05 miliardi, dopo una perdita pari a 642 milioni nel 2020, “con una crescita delle vendite sopra le stime, grazie alla continua ripresa delle attività di trivellazione, all’andamento dei prezzi Octg (oil country tubular goods) in Nord America, dove i livelli di scorte sono scesi sotto i livelli normali”, fa sapere la società.

Nel 2021 “i nostri risultati si sono fortemente ripresi dai peggiori effetti della pandemia, sostenuti dalla ripresa dell’attività di perforazione di petrolio e gas nelle Americhe e dalle misure strutturali che abbiamo adottato per migliorare la nostra redditività a lungo termine”, sottolinea Tenaris in una nota. 

I conti del quarto trimestre

A contribuire ai risultati annuali è stato il quarto trimestre, chiuso con profitti triplicati e ricavi in forte rialzo rispetto agli ultimi tre mesi del 2020. 

Nel dettaglio, il quarto trimestre del 2022 si è chiuso con un utile netto di 336 milioni di dollari, 0,31 dollari per azione (0,63 dollari per Ads), in rialzo del 207% rispetto ai 110 milioni, 00,09 dollari per azione (0,18 dollari per Ads) dello stesso periodo del 2020 (+3% rispetto ai tre mesi precedenti). 

Il fatturato è salito dell’82% rispetto al quarto trimestre del 2020 e del 17% rispetto al terzo trimestre del 2021, portandosi a quota 2,057 miliardi di dollari. Gli analisti attendevano profitti in rialzo (il consensus era tra un minimo di 263 milioni e un massimo di 365 milioni), con ricavi in crescita (consensus tra 1,99 e 2,013 miliardi). 

Andando avanti coi numeri, nel trimestre l’Ebitda è stato pari a 483 milioni (+151%), con un margine Ebitda del 23,5% (da 17% nel quarto trimestre 2020 e 21,6% nel terzo trimestre), nonostante l’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime, mentre l’utile operativo è salito da 7 a 273 milioni. 

Il dividendo

In virtù dei risultati raggiunti del 2021 e della spinta arrivata nel quarto trimestre, il consiglio d’amministrazione di Tenaris proporrà ai soci l’erogazione di un dividendo annuale per un importo complessivo di circa 484 milioni di dollari, una cifra che include anche l’acconto di 153 milioni già pagato a novembre 2021. In caso di approvazione, il prossimo 25 maggio sarà posto in pagamento un dividendo di 0,28 dollari per azione (0,56 per ADS), che si aggiungerà agli 0,13 dollari già pagati a novembre.

Le previsioni per il 2022

Nel primo semestre del 2022 il gruppo prevede “un ulteriore aumento delle vendite grazie ai prezzi più elevati in Nord America e alle consegne alla pipeline offshore in Europa”, mentre nel secondo trimestre si dovrebbe “assistere a una significativa ripresa delle vendite in Medio Oriente e in Africa”.

Il produttore e fornitore di tubi e servizi per l’esplorazione e la produzione di petrolio e gas sottolinea che “nonostante i costi energetici più elevati in Europa, il nostro margine Ebitda dovrebbe continuare ad aumentare anche nel primo semestre”.
Il gruppo prevede che “sebbene gli investimenti nelle trivellazioni di petrolio e gas saliranno nel 2022, rispetto ai minimi degli ultimi due anni, è improbabile che il livello di spesa torni a livelli pre-pandemici”.

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