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Surrealismo al femminile al Musée Montmartre Paris. Storie di artiste e poetesse in mostra dal 31 marzo

Pasqua, le mostre da vedere: il propone mostra “Surréalisme au féminin?” che esplora i gradi e diverse forme di appartenenza delle donne artiste e poetesse al movimento surrealista

Surrealismo al femminile al Musée Montmartre Paris. Storie di artiste e poetesse in mostra dal 31 marzo

Una cinquantina di loro sono rappresentati nel corso, con quasi di 150 opere esposte. Un movimento provocatorio e dinamico, il surrealismo ha dato il via al XX secolo un rinnovamento estetico e sconvolgimenti etici. Uomini non sono gli unici ad aver reso viva questa corrente e le sue trasgressioni: molte donne erano attori importanti ma comunque sottovalutati dai musei e ridotta dal mercato dell’arte. Così, la mostra ha ambizione di presentare grandi artisti come Claude Cahun, Toyen, Dora Maar, Lee Miller, Meret Oppenheim e Leonora Carrington ma anche evidenziare altre personalità meno note come Marion Adnams, Ithell Colquhoun, Grace Pailthorpe, Jane Graverol, Suzanne Van Damme, Rita Kernn-Larsenn, Franciska Clausen o anche Josette Exandier e Yahne Le Toumlin.

Suzanne Van Damme (1901-1986), Couple d’oiseaux
anthropomorphes, 1946, huile sur panneau, © RAW
(Rediscovering Art by Women) © Stéphane Pons 
Valentine Hugo (1887-1971), Le rêve du 21 décembre
1929, 1929, mine de plomb sur papier, Collection
Mony Vibescu, © ADAGP, Paris, 2022 © Gilles
Berquet

Surrealismo al femminile: la mostra al Musée de Montmartre

Quest’ultima offerta un panorama degli artisti e dei poeti evocati insistendo sul complicità che le legano e la componente amichevole di una creatività femminile che mescola spesso arte e vita. Il fascino che Montmartre esercita sulla comunità surrealista lo è innegabile. È un quartiere che i surrealisti osservano, abitano e sognano: uno spazio di fantasie e divertimenti popolari. Aragona famoso in Montmartre “una sorta di melting pot dell’immaginazione dove le peggiori convenzioni, la letteratura più bassa si fonde con la realtà dei desideri, la semplicità di desideri, e ciò che è più libero, inalienabile in me, voglio dire nell’uomo”. È anche la posizione geografica del tumulo e la sua vista panoramica offerte sulla capitale che seducono Breton: “Bisogna andare la mattina presto per vedere cima alla collina del Sacré-Coeur, a Parigi, la città si sta lentamente liberando dai suoi splendidi veli, prima di stendere le braccia”.

Il surrealismo ha offerto loro una cornice di espressione e creatività che aveva n dubbio nessun equivalente negli altri movimenti d’avanguardia. Tuttavia, lo è spesso appropriandosi ed estendendo temi avviati dai “capi” del movimento che hanno espresso il loro libertà.

Dagli anni Trenta agli anni Settanta, il “surrealismo femminile” forma costellazioni effimeri, secondo raduni al movimento spesso temporanei ma anche amicizie che sono legati al di fuori di questo quadro. L’immaginazione di questi artisti non è allineato con quello delle figure maschi del gruppo. Le loro pratiche, spesso interdisciplinari – pittoriche, fotografiche, scultoree, cinematografiche, letterario… – esprimono il loro desiderio di grandi fughe oltre le norme eterosessuali e confini geografici. È una cartografia di un movimento esploso e globalizzato che la mostra tratteggia evocando artisti belgi, messicani, inglesi, americani, praghesi e francesi del surrealismo che hanno arricchito, passando a volte dall’uno all’altro. Rivelando il lavoro di una cinquantina di artisti, artisti visivi, fotografi e poeti di tutto il mondo, questo mostra invita a riflettere non solo sulla posizione ambivalente di donne nel surrealismo, ma anche all’abilità di una delle maggiori correnti del XX secolo per integrare il femminile al suo interno.

Surréalisme au féminin?

Il punto interrogativo nel titolo dice la suspense che sottende questa mostra, intesa come ipotesi piuttosto che come dimostrazione.

Un significato che propone un inventario non esaustivo, e per una parte soggettiva, che ci prova individuare quella che sarebbe la parte femminile del surrealismo.

La mostra beneficia di importanti prestiti istituzionali, in particolare del Museo Museo Nazionale d’Arte Moderna-Centro Pompidou, il Museo d’Arte Moderna di Parigi, il Centro Nazionale delle Arti Plastiche di Parigi, i Musei Reali di Belle Arti di Belgio, il Museo d’Arte di Nantes, il Museo delle Belle Arti di Rouen, MABA (Maison d’Art Bernard Anthonioz) a Nogent-sur-Marne, SMK – Galleria Nazionale di Danimarca Statens Museum for Kunst a Copenaghen e molte prestigiose gallerie e collezioni private.

In copertina dettaglio opera: Marion Adnams (1898 – 1995), Emperor Moths / Thunder, 1963,
huile sur toile, RAW (Rediscovering Art by Women) Stéphane Pons.

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