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Summit Berlusconi-Tremonti sulla manovra: aumenterà l’Iva? Ecco tutte le novità

Summit di Governo dopo il tracollo sui mercati: si profila l’aumento dell’Iva – Domani la manovra in aula al Senato con le ultime modifiche – Polemica della Cgil sui contratti – Dichiarazioni dei redditi su internet ma senza nomi e cognomi – Imposta di bollo sui traferimenti di denaro all’estero – Condono 2002: si torna a riscuotere.

Summit Berlusconi-Tremonti sulla manovra: aumenterà l’Iva? Ecco tutte le novità

INCUBO SUI MERCATI: NEL GOVERNO SI TORNA A PARLARE DI IVA E DI PENSIONI

Il tracollo della Borsa e l’impennata dello spread costringono il Governo agli straordinari. Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha tentato un ultimo assalto alla Lega nel corso dell’ennesimo vertice a via Bellerio. Ma l’incontro, durato un paio d’ore, si è risolto in un nulla di fatto: Bossi non ha voluto sentir parlare di nuovi interventi sulla previdenza, che si trattasse dell’età pensionabile per le donne o dei requisiti per concedere gli assegni d’anzianità.

Nel pomeriggio il titolare di Via XX Settembre è tornato a Roma, dove lo aspettavano una riunione con i tecnici del Tesoro e un summit straordinario col premier Silvio Berlusconi. Pare che sul tavolo ci fosse, ancora una volta, l’aumento dell’aliquota ordinaria Iva dal 20 al 21%, una strada che il Cavaliere vorrebbe imboccare come uscita d’emergenza dalla crisi. Su questo fronte è però Tremonti ad opporre una strenua resistenza: il superministro vorrebbe conservare l’intervento come asso nella manica da giocare quando arriverà il momento della delega fiscale.

Intanto la situazione si fa sempre più tesa anche fuori dalla maggioranza: l’appello serale del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, spinge l’Esecutivo a serrare i tempi. D’altra parte domani bisognerà anche gestire il caos provocato dallo sciopero generale della Cgil.

L’APPELLO DI NAPOLITANO

“Nessuno può sottovalutare il segnale allarmante – si legge in una nota del Quirinale diffusa dopo le 21 – rappresentato dall’odierna impennata del differenziale tra le quotazioni dei titoli del debito pubblico italiano e quelli tedeschi. E’ un segnale di persistente difficoltà a recuperare fiducia come è indispensabile e urgente. Si è ancora in tempo per introdurre in Senato nella legge di conversione del decreto del 13 agosto misure capaci di rafforzarne l’efficacia e la credibilità. Faccio appello a tutte le parti politiche perché sforzi rivolti a questo fine non vengano bloccati da incomprensioni e  da  pregiudiziali insostenibili”.

LA MAGGIORANZA ACCELERA, VOTO IN SENATO MERCOLEDI’

Il voto definitivo di Palazzo Madama sul decreto di Ferragosto potrebbe arrivare già mercoledì. A quel punto mancherebbe solo il via libera della Camera per arrivare alla conversione in legge del provvedimento. Il Pd si è detto disponibile ad una votazione in tempi stretti, purché la maggioranza eviti di porre la fiducia. Il presidente del Senato Renato Schifani si è limitato ad annunciare la convocazione per domani alle 12 di una conferenza straordinaria dei capigruppo per una rimodulazione dei lavori d’Aula. L’esame del testo inizierà alle 16 e 30. Probabile la seduta notturna.

Vediamo ora quali sono i prinicpali emendamenti alla manovra bis presentati dalla maggioranza e approvati domenica dalla commissione Bilancio del Senato: 

LAVORO: DEROGHE AI CONTRATTI NAZIONALI

L’ultimo emendamento approvato dalla commissione Bilancio del Senato prevede la possibilità di derogare “alle disposizioni di legge” o “ai contratti collettivi nazionali” (incluso lo Statuto dei Lavoratori) sulla base di contratti di lavoro sottoscritti a livello aziendale o territoriale dai sindacati che detengono la maggioranza.

Tra i temi per cui è prevista la deroga sono compresi non solo i licenziamenti, ma anche “le mansioni del lavoratore, i contratti a termine, l’orario di lavoro, le modalità di assunzione e le conseguenze del recesso dal rapporto di lavoro”. Il Governo precisa tuttavia che col nuovo provvedimento non si intende modificare la Costituzione né violare le norme Ue o le convenzioni internazionali sul lavoro. Questo significa che continuerà ad essere proibito il licenziamento di chi richiede periodi di congedo per ragioni come maternità, matrimonio, adozione o affidamento.

REDDITI SU INTERNET, PARZIALE MARCIA INDIETRO

L’ultima versione della manovra prevede un ammorbidimento della norma più controversa fra quelle del pacchetto anti evasione. Le dichiarazioni dei redditi saranno pubblicate sui siti internet dei Comuni, ma senza nomi e cognomi dei contribuenti. I dati saranno aggregati per categorie. Abolito anche l’obbligo di indicare nelle dichiarazioni le specifiche dei propri conti correnti. Piccola modifica infine sulla norma che prevede il carcere per chi evade più di tre milioni di euro: non sarà retroattiva.

CONDONO 2002, IL FISCO SI RICORDA DI RISCUOTERE

Una delle strade meno impopolari per battere cassa è quella di recuperare quanto dovuto dagli evasori. In particolare da quelli che hanno aderito al condono tombale del 2002, ma hanno pagato solo la prima rata per evitare l’avvio del procedimento penale, disertando poi i successivi appuntamenti col Fisco. A questi furbetti viene concessa l’ennesima chance: dovranno pagare entro la fine del 2011. Se diabolicamente dovessero perseverare nei loro peccati, allora scatterà “una sanzione del 50%” sull’importo dovuto. Agenzia delle entrate e Guardia di Finanza potranno inoltre controllare la loro posizione relativa a tutti i periodi di imposta successivi al condono.

IMPOSTA DI BOLLO DEL 2% SUI TRASFERIMENTI DI DENARO ALL’ESTERO

Dovrà pagare un minimo di tre euro chiunque intenda esportare somme di denaro tramite le agenzie di money transfer o altri intermediari finanziari. Un obbligo che non vale per le persone fisiche con codice fiscale e matricola Inps. La norma è stata voluta dalla Lega soprattutto perché, colpendo anche gli immigrati, renderà più agevole l’identificazione dei clandestini.

SPENDING REVIEW, APPROVATO L’EMENDAMENTO PD

Tremonti ha appoggiato un emendamento del Pd, approvato ieri dalla commissione, che prevede l’obbligo per il Governo di mettere a punto un “programma per la riorganizzazione della spesa pubblica”. Obiettivi principali sono l’accorpamento degli enti di previdenza, l’integrazione delle agenzie fiscali, il coordinamento delle forze dell’ordine.

SALTA LA LIBERALIZZAZIONE PER LE APERTURE DEI NEGOZI

La norma che prevedeva l’estensione a tutti gli esercizi commerciali della liberalizzazione di orari e giorni d’apertura è stata stralciata dalla manovra. L’apertura libera dei negozi – come previsto dalla prima manovra di luglio – rimane solo per città d’arte e località turistiche. 

SALVI I MINI ENTI

Salta la norma che prevede la cancellazione degli enti con meno di 70 dipendenti. 

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