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Sudan, la fine del cessate il fuoco inasprisce la guerra tra due Generali rivali con morti, feriti e almeno 400 mila profughi

Scaduto il 3 giugno il cessate il fuoco, sono ripresi i combattimenti tra le due fazioni rivali. Non viene risparmiata neanche la storia del Paese: colpita la Banca centrale e il Museo nazionale di Khartoum. I combattimenti arrivano nel Nord Darfour mentre inizia la stagione delle piogge

Sudan, la fine del cessate il fuoco inasprisce la guerra tra due Generali rivali con morti, feriti e almeno 400 mila profughi

Alla settima settimana dall’inizio del conflitto, i combattimenti si sono intensificati in diverse aree di Khartoum domenica 4 giugno, un giorno dopo la scadenza di un accordo di cessate il fuoco tra fazioni militari rivali mediato da Arabia Saudita e Stati Uniti.

Il cessate il fuoco, iniziato il 22 maggio ed scaduto sabato 3 giugno, ha calmato leggermente i combattimenti e consentito un accesso umanitario limitato, ma come le tregue precedenti sono state ripetutamente violate.

La guerra in Sudan tra due generali rivali per il controllo del Paese è devastante sotto tanti punti di vista. Migliaia di civili sono stati uccisi, altre migliaia feriti e più di 1 milione di persone sono rimaste senza casa o sono profughi interni mentre 400.000 persone si sono già rifugiate oltre confine.

I combattimenti colpiscono la Banca Centrale e il Museo Nazionale

I combattimenti hanno persino devastato la Banca Centrale del paese ed il Museo Nazionale del Sudan a Khartoum.

Alla fine di aprile 2023 la Banca centrale del Sudan a Khartoum è andata in fiamme ed il 31 maggio, l’esercito sudanese ha bombardato la stamperia della banca centrale, occupata dalla RSF, per impedirgli di stampare il denaro necessario per finanziare la sua lotta.

Alcuni giorni fa, la RSF ha occupato il museo nazionale di Khartoum, che ospita antiche mummie e altri preziosi manufatti e diffuso un video girato all’interno del museo, negando di aver danneggiato o saccheggiato la collezione. Domenica 4 giugno, le autorità sudanesi per le antichità hanno affermato che i combattenti della RSF si erano ritirati dal museo nazionale nel centro di Khartoum, ma non hanno specificato se vi siano stati saccheggi o danneggiamenti.

Nel Museo la più grande collezione dell’antica Nubia

Il Museo Nazionale del Sudan è un edificio a due piani, costruito nel 1955 e istituito come museo nazionale nel 1971. L’edificio ed i suoi giardini circostanti ospitano la più grande e completa collezione archeologica nubiana del mondo, compresi oggetti dal Paleolitico fino al periodo islamico, provenienti da ogni sito importante del Sudan. Un catalizzatore significativo per la creazione del museo è stato il gran numero di manufatti trasferiti a seguito della campagna internazionale per salvare i monumenti della Nubia, soprattutto in seguito alla creazione della diga di Assuan in Egitto, che sommerse molte parti ricche di siti storici, anche in Sudan. Tenendo conto che in Sudan vi sono più piramidi che in Egitto, oltre 200 contro 138, anche se le piramidi sudanesi sono alte al massimo 30 metri mentre quella di Cheope è alta oltre 240 metri, le risorse archeologiche del paese sono notevoli. In particolare, ospita collezioni di questi periodi della storia del Sudan: Paleolitico, Mesolitico, Neolitico, Cultura del Gruppo A, Cultura del Gruppo C, Cultura di Kerma, Medio Regno d’Egitto, Nuovo Regno d’Egitto, Napata, Meroë, Cultura del gruppo X e del regno medievale di Makuria. Il museo si trova su Nile Avenue a Khartoum nella zona di al Mugran, vicino alla confluenza del Nilo Bianco e del Nilo Azzurro in una zona che ha visto intensi combattimenti per il controllo dei vicini ponti strategici che collegano le varie parti di Khartoum con Khartoum Nord ed Omdurman.

Le altre aree di combattimento

Tra le altre aree in cui sono stati segnalati combattimenti, c’erano Khartoum centrale e meridionale e Bahri, attraverso il Nilo Azzurro a nord. Un aereo militare si è schiantato a Omdurman, una delle tre città intorno alla confluenza del Nilo che compongono la regione della capitale, ma non ci sono stati commenti immediati da parte dell’esercito, che ha utilizzato aerei da guerra per prendere di mira le RSF sparse nella capitale.

Oltre la capitale, sono scoppiati combattimenti mortali anche nella remota regione occidentale del Darfur, già alle prese con disordini di lunga data ed enormi sfide umanitarie. Testimoni hanno riferito che i pesanti combattimenti di venerdì e sabato hanno portato il caos a Kutum, una delle principali città e centro commerciale del Nord Darfur.

Inizia la stagione delle piogge

Nei giorni scorsi sono cadute le prime precipitazioni dell’anno, che preannunciano l’inizio di una stagione delle piogge che si protrarrà fino a circa ottobre e che porterà allagamenti e un aumento del rischio di malattie trasmesse dall’acqua. I combattimenti nella capitale hanno portato a danni e saccheggi diffusi, un collasso dei servizi sanitari, interruzioni di elettricità e acqua e scorte alimentari in diminuzione. Le piogge potrebbero complicare un lavoro di soccorso già ostacolato da ritardi burocratici e difficoltà logistiche. Gli operatori umanitari hanno avvertito che i cadaveri sono stati lasciati nelle strade e la spazzatura non raccolta si è accumulata.

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