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Spread, dazi e crisi Emergenti mandano la Borsa in forte rosso

Lo spread Btp-Bund supera quota 290, Trump inasprisce la guerra commerciale con la Cina e con l’auto europea e la crisi dell’Argentina e della Turchia continua a tenere i mercati in allarme: ecco le ragioni che spingono al ribasso Piazza Affari e le altre Borse europee – Molto pesanti le perdite di Pirelli e Telecom Italia

Spread, dazi e crisi Emergenti mandano la Borsa in forte rosso

Le randellate di Donald Trump al commercio internazionale, la crisi argentina, le tensioni sul debito italiano, alimentano un’avversione al rischio che oggi si traduce in decine di sfumature di rosso per i listini europei, che chiudono tutti in calo.

Piazza Affari arretra dell’1,1% e scende a 20.269 punti, mentre resta alta la tensione sui titoli di Stato, in attesa del verdetto di Fitch di questa sera. Il rendimento del decennale è al 3,24%, mentre lo spread con il Bund sale del 2%, a 291.40 punti base. La pressione si fa sentire anche sui titoli a due anni (in seduta il differenziale con la Germania ha superato i 200 punti), segno che gli investitori temono per la tenuta a breve termine delle finanze pubbliche.

Anche perché, in vista della prossima legge di bilancio, si continua a ronzare intorno al tema dello sforamento del 3% nel rapporto deficit/PIl: “Se è necessario per mettere in sicurezza il Paese, anche sì – dice il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti – Credo che sia interesse anche dell’Europa”.

Intanto l’Istat conferma il dato sulla crescita del Pil nel secondo trimestre 2018 a +0,2% su trimestre mentre rivede al rialzo il tendenziale a +1,2% dalla precedente stima (+1,1%).

A Parte i problemi italiani, il focus degli investitori resta in primo luogo sull’Argentina, con il crollo del peso di ieri e i tassi al 60% e sul tema dei dazi. Per quanto riguarda Buenos Aires si fanno passi avanti con l’FMI: Christine Lagarde e il ministro argentino delle Finanze, Nicola’s Dujovne si incontreranno martedì prossimo per “continuare il dialogo” volto a “rafforzare l’accordo siglato lo scorso giugno e che prevedeva da parte dell’istituzione di Washington l’esborso di aiuti in tre anni per 50 miliardi di dollari”.

Sul fronte commerciale non è ancora arrivato l’atteso accordo con il Canada, per l’estensione del nuovo Nafta. Sullonda di questa delusione i listini americani, che dopo una partenza negativa, avevano virato in verde, sono tornati incerti. L’Europa d’altra parte soffre anche le estrazioni del presidente Usa che oltre ad aver minacciato il ritiro degli States dal Wto, ha detto che la Ue è “tanto cattiva quanto la Cina, solo più piccola”. La proposta avanzata dall’Europa di ridurre a zero tutti i dazi, inclusi quelli sulle auto “non è abbastanza buona”. La seduta è negativa per Parigi, -1,3%; Francoforte -1,04%; Madrid -0,76%; Londra -1,1%.

L’euro perde quota nei confronti del dollaro e il cambio scende in zona 1,162.

In Piazza Affari il titolo peggiore di oggi è Pirelli, -4,65%, penalizzato dal downgrade di Berenberg a ‘sell’. Non si ferma l’emorragia di Telecom Italia, -3,35%, che ormai è tornata ai livelli di 5 anni fa. Ancora male le banche, in particolare Banco Bpm -3,11%. I realizzi mandano in rosso anche Moncler -2,06% e Brembo -2,46%.

Atlantia perde l‘1,05%, dopo una seduta in altalena con i botta e risposta fra Aspi ed esponenti del governo. Aspi ha dichiarato di aver rispettato tutti gli obblighi concessori, ma per il ministro Danilo Toninelli quest’affermazione è “incredibile” e “indecente”. Il vicepremier Luigi Di Maio ha scritto invece su Facebbok: dai “Benetton ci aspettiamo solo le scuse e i soldi per la ricostruzione del ponte, che non faranno loro. Per il resto consiglio ad Autostrade di tacere”. Si ricorda Atlantia controlla Autostrade per l’Italia mentre Edizione Srl, la holding della famiglia Benetton, a sua volta controlla il 30% circa di Atlantia, attraverso Sintonia.

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