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Spending review, in arrivo il piano Bondi

Domani la relazione del super-commissario, mercoledì il Cdm – Il ministro Giarda rivela che “la massa di spesa oggi sotto attenzione, quella aggredibile nel breve periodo, ammonta a circa un centinaio di miliardi di euro”, ma “se si guarda un po’ più lontano, si può intervenire su almeno trecento miliardi di euro” – Occhi puntati sull’aumento dell’Iva.

Spending review, in arrivo il piano Bondi

Si apre oggi una settimana decisiva per la spending review, il piano di riduzione della spesa pubblica affidato al ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda e al super-commissario Enrico Bondi. “La massa di spesa oggi sotto attenzione, quella aggredibile nel breve periodo, ammonta a circa un centinaio di miliardi di euro“, ha rivelato ieri Giarda in un’intervista a Radio Vaticana, sottolineando poi che la cifra è ripartita “tra Stato, enti previdenziali, Regioni ed enti locali”. Tuttavia, “se si guarda un po’ più lontano, si può intervenire su importi notevolmente più ampi: almeno trecento miliardi di euro“. Numeri molto impegnativi, considerando che la spesa pubblica totale è di quasi 800 miliardi, compresi i circa 70 miliardi da pagare per gli interessi.

Intanto, è attesa per domani la relazione di Bondi al Comitato interministeriale presieduto dal premier Monti Monti. Il testo dovrebbe essere discusso mercoledì in Consiglio dei ministri. Il punto fondamentale è che tutti i centri della Pubblica amministrazione, dai ministeri ai comuni, spendano il meno possibile per l’acquisto di beni e servizi. 

Il primo obiettivo del Governo è di racimolare subito 4,2 miliardi per evitare l’aumento dell’Iva dal primo ottobre, che rischia di deprimere ulteriormente i consumi aggravando la recessione. Per questo si punta soprattutto a combattere sprechi, inefficienze e “interventi che facevamo prima, ma che oggi sono più costosi e comportano oneri che non possiamo più affrontare”, ha sottolineato ancora Giarda.

La spesa per acquisto di beni e servizi rimane quella immediatamente “aggredibile”, ma per il momento il ministro non indica settori specifici della Pubblica amministrazione su cui agire in modo più incisivo: “Non ci sono posti, sezioni dove si annidano sprechi maggiori. E’ proprio tutto il comparto che va rivisto e analizzato”. La ricerca di “risparmi e tagli agli sprechi riguarda l’intero settore pubblico, dallo Stato al più piccolo dei comuni”, perché “l’intero Paese non si è ancora adattato alle nuove condizioni economiche”. 

Il Governo dei tecnici si trova comunque in una posizione privilegiata per poter intervenire. Secondo il ministro, “diversamente dal passato, non ci sono interessi di natura elettorale o di collegi da soddisfare. L’intero Esecutivo è pienamente convinto della necessità d’intervenire. Anzi, i ministri stanno progressivamente proponendo, sollecitati dalla direttiva del Presidente del consiglio degli inizi di maggio, progetti di ristrutturazione della loro attività”.

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