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Snam, nel piano più investimenti e cedola confermata

Ecco cosa prevede il Piano strategico aggiornato al 2024 e approvato dal Cda. Obiettivo zero emissioni al 2040, spinta sull’idrogeno. L’Ad Marco Alverà: “Si apre un nuova fase nella storia di Snam”

Snam, nel piano più investimenti e cedola confermata

Oltre sette miliardi di investimenti per spingere sulla transizione energetica. Questa la cifra stanziata da Snam nel piano strategico 2020-2024 approvato dal Cda e presentato oggi, 25 novembre.

Nel dettaglio, la società guidata da Marco Alverà prevede di aumentare gli investimenti di un miliardo di euro rispetto al precedente piano, portandoli a quota 7,4 miliardi, di cui 6,7 destinati alle infrastrutture energetiche regolate (sostituzioni in ottica hydrogen ready, digitalizzazione, decarbonizzazione e Sardegna). Raddoppiano a 720 milioni gli investimenti nei business della transizione energetica, che saranno così suddivisi: 220 milioni in infrastrutture di biometano per raggiungere una capacità di almeno 64 MW, 200 milioni nell’efficienza energetica, 150 milioni nell’idrogeno per l’avvio di progetti di conversione di tratte ferroviarie e l’installazione di fuel cells sulla rete Snam, 150 milioni nella mobilità per accrescere l’infrastruttura di distribuzione con focus Lng e avviare i primi distributori a idrogeno.

“Il piano 2020-2024 – commenta l’amministratore delegato di Snam Marco Alverà – apre una nuova fase della storia di Snam, che nella sfida climatica è ben posizionata per avere un ruolo di abilitatore della transizione energetica, con una visione di lungo termine coerente con la propria missione e gli obiettivi europei. Snam sarà una delle prime società energetiche a raggiungere la neutralità carbonica nel 2040 e darà un ampio contributo alla decarbonizzazione del sistema attraverso lo sviluppo dei gas verdi e in particolare dell’idrogeno”. 

Snam prevede che la Rab (regulated asset base) crescerà del 2,5 medio annuo su arco di piano, mentre l’utile netto è previsto in crescita del 2,5% medio annuo e i profitti per azione sono stimati a +3,2%. Per l’Ebitda è prevista una crescita media annua su arco di piano del 3,3%.

Per quanto riguarda il dividendo, che relativamente all’esercizio 2020 sarà di 0,2495 euro, Snam “conferma l’impegno a garantire agli azionisti una remunerazione attrattiva e sostenibile e il pagamento di un acconto sul dividendo. E’ confermata la crescita del dividendo per azione del 5% fino al 2022, con un’ulteriore crescita minima del 2,5% nel periodo 2023-2024″.

Passando alla guidance del 2021, l’utile netto salirà del 3%, il livello di indebitamento raggiungerà quota 13,5 miliardi (tenuto conto degli investimenti previsti nell’anno di 1,4 miliardi). La Rab raggiungerà 21 miliardi nel 2021. 

Come ha spiegato l’Ad Marco Alverà, Snam si impegna a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2040, in linea con il target di contenimento del riscaldamento globale entro 1,5 gradi previsto dall’Accordo di Parigi.

La prospettiva, al 2050, è di trasportare gas interamente decarbonizzato per fare dell’Italia un hub europeo dell’idrogeno“, spiega la società. Anche per questo il 50% degli investimenti previsti a piano è dedicato all’infrastruttura ‘hydrogen ready’ (sostituzioni e sviluppo degli asset con standard ‘hydrogen ready’). Alverà ha poi precisato che è estremamente importante, in questa fase, fare investimenti future proof, in grado perciò di reggere nel lungo periodo, in una prospettiva di raggiungere il 15-20% di idrogeno sui consumi di energia nel 2050. Da qui la necessità di una forte collaborazione con la Ue, anche sul piano della definizioni di regole comuni oggi inesistenti e la prospettiva di due anni di ulteriore studio e approfondimento sulle tematiche del trasporto, degli stoccaggi (se per esempio si possano utilizzare quelli del gas naturale anche per l’idrogeno). L’Italia comunque è ben posizionata a livello europeo perché, tra l’altro, l’idrogeno verde su cui punta Snam è quello da energia solare che ha costi inferiori a quello prodotto con l’eolico in Germania del Nord. E ciò rappresenta un vantaggio competitivo nell’ottica di esportare H2 italiano in Europa.

Per quanto riguarda invece il gasdotto Tap, di cui Snam possiede il 20%, le operazioni commerciali sono iniziate la scorsa settimana.

Snam comunica infine l’intenzione di rafforzare il piano di efficienza lanciato nel 2016, con oltre 70 milioni di risparmi attesi al 2022, e di ottimizzare la struttura di debito con un focus sulla finanza sostenibile. 

“Il riposizionamento dell’azienda avvenuto in questi ultimi anni e le azioni previste nel nuovo piano, anche grazie alle competenze delle nostre persone e alla sempre maggiore digitalizzazione, ci mettono nella giusta condizione per cogliere le opportunità derivanti dalla transizione energetica. – spiega Marco Alverà – Siamo tra i pionieri nello sviluppo dell’idrogeno e cresciamo rapidamente negli altri business che stanno rafforzando tutta la catena del valore dei gas verdi. Stiamo diventando un operatore internazionale, con un focus sulle aree del mondo più rilevanti per lo sviluppo del gas naturale in sostituzione dei combustibili più inquinanti e per la transizione energetica. Sempre più i concetti di sostenibilità economica, ambientale e sociale sono parte integrante del modello di business di Snam, in cui i fattori Esg guidano le scelte a beneficio di tutti gli stakeholder”.

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