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Salute: i tumori sono evitabili oltre il 50% ma in Italia uccidono 180 mila persone l’anno. Ecco perché la prevenzione è decisiva

“Prevenzione è rivoluzione” è il nuovo libro, edito da il Mulino, di Silvio Garattini, fondatore e presidente dell’istituto Mario Negri, di cui pubblichiamo alcuni estratti per gentile concessione dell’autore

Salute: i tumori sono evitabili oltre il 50% ma in Italia uccidono 180 mila persone l’anno. Ecco perché la prevenzione è decisiva

Tutti lo diciamo e lo ripetiamo: senza salute non c’è vita piena, poi invece ci comportiamo come se la salute non richiedesse attenzione e comportamenti razionali. Il modello sanitario «Una salute» (One Health), lanciato dall’Organizzazione mondiale della sanità, si basa su una visione di globalità degli esseri viventi che include sia gli esseri umani sia gli animali che vivono il nostro pianeta, un pianeta in cui acqua, aria, suolo e vegetazione intrecciano le loro caratteristiche insieme ai servizi sanitari e sociali.

È la somma di tutti questi fattori che genera lo stato di salute nel mondo, nei continenti, nei singoli paesi e nelle comunità locali. Sappiamo che i determinanti socioeconomici – come povertà e istruzione – possono essere fattori di rischio per la salute, come molte abitudini di vita e la presenza nell’ambiente di contaminanti tossici. Questi e altri fattori condizionano il nostro stato di salute e l’insorgenza, o meno, di malattie acute e croniche: dalle infezioni alle malattie non trasmissibili (inclusi i tumori). Con il tempo e con gli straordinari progressi della medicina, la cultura si è orientata prevalentemente verso la cura delle malattie e l’assistenza ai malati, sviluppando diagnosi, terapie e riabilitazione.

Nasce il mercato della salute

Ciò ha portato alla nascita di un grande mercato: il mercato della salute. Come per gli altri mercati anch’esso persegue lo stesso fine: l’aumento del volume d’affari attraverso la crescente medicalizzazione della società. Test diagnostici, farmaci, integratori alimentari, dispositivi medici tendono ad aumentare in termini sia di quantità sia di costi, spesso senza recare contributi significativi alla salute.

In particolare nel nostro paese, grazie al Servizio sanitario nazionale, il mercato della medicina può contare su un meccanismo viziato perché chi paga (lo Stato) non sceglie e non utilizza i prodotti che acquista; chi sceglie i prodotti (il medico) non li paga e non li utilizza; e, infine, chi utilizza i prodotti (l’ammalato) non li sceglie e non li paga. Questo grande mercato che globalmente assomma a varie centinaia di miliardi di euro per spese pubbliche e private è riuscito a mascherare la sua irrazionalità. Non è infatti logico spendere risorse umane ed economiche per curare malattie che sono in definitiva evitabili (lo si ripeterà più volte nel corso dei vari capitoli).

Salute: oltre il 50% delle malattie croniche e dei tumori è evitabile

Di fatto più del 50 per cento delle malattie croniche, come diabete tipo 2, insufficienza cardiaca, polmonare e renale, ictus e infarto cardiaco, può essere prevenuto; più del 50 per cento dei tumori è evitabile, e nonostante ciò ogni anno muoiono in Italia circa 180.000 persone per tumore. Quello che si deve fare per evitare malattie e tumori ha un nome ben preciso che non si pronuncia mai abbastanza in medicina: “prevenzione”.

Salute: la prevenzione è la rivoluzione che fa vivere meglio e più a lungo

La prevenzione, dunque, entra in conflitto con il mercato perché può ridimensionarlo riducendo la possibilità che si manifestino alcune malattie, appunto evitabili, e determinando allo stesso tempo un grande beneficio per il Servizio sanitario nazionale che diventerebbe più sostenibile. Servizio sanitario nazionale che, non dimentichiamo, è un grande “bene” che dobbiamo poter assicurare anche ai nostri figli e nipoti.

La prevenzione deve essere il risultato di una rivoluzione culturale in cui si realizzi la convinzione che molte delle malattie che aumentano la mortalità sono evitabili agendo fondamentalmente in due direzioni che devono poi convergere: le decisioni personali e quelle delle istituzioni locali, regionali, nazionali e internazionali.

Singoli e istituzioni devono cambiare direzione e convergere

Le decisioni dei singoli cittadini devono essere il risultato di un cambiamento personalizzato delle proprie cattive abitudini di vita. Tutti noi possiamo migliorare i nostri comportamenti tenendo presente che la salute non è solo un diritto, ma anche un dovere. Attuare buone abitudini di vita è un “sano egoismo” perché evitiamo nel tempo malattie che cambiano significativamente la nostra vita, accorciandola e rendendola piena di sofferenze con limitazione della nostra libertà d’azione. Avere malattie evitabili reca inutili disagi e sofferenza ai nostri familiari e a chi ci sta vicino. Non solo, l’eccesso di malattie rende più difficile lo sviluppo economico di una comunità e di un intero paese. Infine le buone abitudini di vita, evitando malattie, sono un atto di solidarietà perché permettono al Servizio sanitario nazionale di utilizzare meglio, a vantaggio di tutti, le risorse disponibili.

D’altra parte un Servizio più sostenibile e più efficiente migliora le condizioni di salute di tutta la comunità. Le decisioni delle istituzioni sono molteplici e sempre modificabili e migliorabili. Devono anzitutto sostenere e incentivare le decisioni personali migliorando leggi e regolamenti che permettano l’adozione di buone abitudini di vita. Devono modificare tutto ciò che può migliorare i determinanti socioeconomici ricordando che povertà e scarsa scolarità sono i più importanti fattori di rischio per la salute. Se la prevenzione deve essere una rivoluzione culturale, le scuole di tutti i gradi e di ogni specializzazione sono un elemento essenziale, per cui bisogna creare figure professionali competenti e dedicate a questo fine. In particolare le scuole di medicina e delle loro specializzazioni devono avere come centro dell’attenzione la prevenzione. Purtroppo non si può essere esaurienti perché tutto afferisce alla salute. Ad esempio, non si è parlato della prevenzione dei disturbi mentali perché si vorrebbe farne oggetto di un altro libro. Molte delle decisioni che le istituzioni devono prendere a vari livelli sono impopolari perché toccano convinzioni culturali e interessi economici difficili da cambiare. Non si deve dimenticare che l’enorme mercato della medicina non può avere una tendenza a diminuire: come ogni mercato infatti tende naturalmente ad aumentare le sue dimensioni.

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