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Riforma scuola: sì alle assunzioni dei precari, stralciato il 5×1000

Lo stralcio dell’articolo 17 relativo alla possibilità di destinare il 5×1000 alla propria scuola, apre le porte all’approvazione alla Camera della riforma- Via libera all’assunzione di 100.000 precari – Sì a school bonus e ai super poteri per i presidi. Oggi il voto finale.

Riforma scuola: sì alle assunzioni dei precari, stralciato il 5×1000

Novità nel ddl sulla riforma della scuola, alla vigilia del voto definitivo atteso per oggi alla Camera. Ieri in Aula è infatti passata la mediazione tra maggioranza e governo con la quale viene stralciato dal provvedimento l’articolo 17, quello relativo al 5 per mille nel settore. La svolta è subito in apertura di seduta, con il parere favorevole della maggioranza ( in particolare con il via libera del Pd), agli emendamenti all’articolo 17 che ne prevedono la soppressione. La riforma ora va dritta verso l’approvazione finale.

E’ il ministro Stefania Giannini a formulare il “parere conforme” da parte del governo che “condivide le riflessioni espresse dalla maggioranza e si impegna, ritenendo validissimo il principio che introduce, a un successivo provvedimento, magari che affronti temi di natura fiscale. Non si accantona né si abbandona l’idea di introdurre il meccanismo molto utile e produttivo”, promette la Giannini. Il nodo era principalmente il fatto che la possibilità di destinare il 5×1000 alla scuola avrebbe penalizzato le Onlus alle quali solitamente viene versato (motivo per il quale si era parlato anche di una possibile doppia opzione), oltre all’opposizione degli insegnanti che temevano portasse a scuole di serie A, maggiormente finanziate, e di serie B, più povere. 

In nottata è poi arrivato il via libera all’assunzione di 100.000 precari, con il voto favorevole sull’articolo 10 che era rimasto in stand by per valutazioni sulla copertura finanziaria. L’articolo prevede uno piano straordinario di assunzioni a tempo indeterminato di precari a partire dall’1 settembre prossimo. I voti a favore sono stati 263 (i gruppi di maggioranza), i no 122 (M5s e Fi, Lega e Fdi), 25 gli astenuti (Sel). Il piano straordinario di assunzioni a tempo indeterminato riguarda i vincitori del concorso del 2012 e gli iscritti nelle graduatorie ad esaurimento, che per il prossimo anno scolastico avranno un incarico annuale. Il numero delle assunzioni (che riguardano solo la scuola primaria e secondaria), deve essere determinato dal Ministero entro 15 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, sulla base delle indicazioni dei Dirigenti scolastici.

Per il personale docente della scuola dell’infanzia e primaria continua invece ad applicarsi, fino a totale scorrimento delle relative graduatorie ad esaurimento, la disposizione secondo cui l’accesso ha luogo per il 50% mediante concorsi per titoli ed esami e per il restante 50% attingendo a queste graduatorie citate. A questi concorsi potranno accedere solo i candidati in possesso di abilitazione all’insegnamento. Il numero degli idonei non vincitori del concorso non potrà superare il 10% del numero dei posti banditi e le graduatorie avranno validità al massimo triennale. In base agli emendamenti approvati in commissione e poi in aula, tutti i vincitori del concorso del 2012 che non rientreranno nel piano straordinario di quest’anno, lo saranno comunque negli anni successivi. 

Approvato poi lo school bonus, che prevede che per “le erogazioni liberali in denaro destinate agli investimenti in favore di tutti gli istituti del sistema nazionale di istruzione, per la realizzazione di nuove strutture scolastiche, la manutenzione e il potenziamento di quelle esistenti e per il sostegno a interventi che migliorino l’occupabilità degli studenti, spetta un credito d’imposta pari al 65% delle erogazioni effettuate in ciascuno dei due periodi d’imposta successivi a quello in corso al 31 dicembre 2014 e pari al 50 per cento di quelle effettuate nel periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2016″.

 Via libera infine all’articolo 9, quello che consente ai dirigenti scolastici la “chiamata diretta” degli insegnanti nei propri istituti. “Non ci sarà nessun padre-padrone ma un dirigente responsabile e valutato”, ha assicurato il ministro Giannini mentre fuori da Montecitorio molti insegnanti si erano radunati per protestare contro il provvedimento.

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