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Riaperture, il calendario: prima i ristoranti, poi cultura e sport

Governo e Regioni stanno studiando un cronoprogramma per graduali riaperture: le Regioni più virtuose sui vaccini potranno tornare gialle già il 26 aprile, mentre per riaprire i ristoranti anche di sera l’ipotesi è metà maggio

Riaperture, il calendario: prima i ristoranti, poi cultura e sport

Riaprire in sicurezza, e solo dopo aver vaccinato gli over 80 (missione praticamente compiuta in diverse Regioni). La via maestra l’ha indicata il premier Mario Draghi, il quale però per primo vorrebbe dare un segnale, consentendo una parziale riapertura delle attività già prima del fatidico 30 aprile, ovvero il giorno in cui scade il decreto che vieta la zona gialla in tutto il Paese, anche laddove i dati lo consentirebbero. Draghi sta dunque provando a mediare tra le due anime della maggioranza di governo, quella “aperturista” capeggiata dalla Lega, e quella più rigorista, rappresentata dal Pd e dal ministro Roberto Speranza. Il premier sta anche tenendo conto delle tensioni crescenti nel Paese: le ultime manifestazioni di piazza, per quanto alimentate da alcune forze politiche, hanno oggettivamente dato l’immagine di alcune categorie allo stremo. La famosa data ipotetica potrebbe essere lunedì 26 aprile, dopo il weekend della Liberazione: le Regioni con i dati migliori (sia di contagi che di copertura vaccinale) potranno di fatto rientrare in zona gialla, con esercizi commerciali aperti e bar e ristoranti di nuovo aperti almeno a pranzo. Rimarrebbe il coprifuoco alle 22 e il divieto di spostamento tra Regioni.

Verso metà maggio invece potrebbe arrivare una svolta vera e propria: la riapertura di bar e ristoranti anche di sera, sempre nei locali dotati di dehors. Si discute, in queste ore, anche su protocolli molto rigidi per l’accesso ai locali chiusi, che potrebbero comprendere anche l’esibizione di test rapidi o certificati vaccinali. Si valuta inoltre di privilegiare la prenotazione, assicurare i 2 metri di distanza tra i clienti al chiuso e almeno 1 metro all’aperto, incoraggiando menù e pagamenti digitali. Questa soluzione comporterà a questo punto, come chiedono molti presidenti di Regione, uno spostamento del coprifuoco, dalle 22 (attuali) alle 23,30 o addirittura a mezzanotte. Anche questa sarebbe una enorme novità: in Italia da metà ottobre, con qualsiasi colore e in qualsiasi situazione, i cittadini hanno dovuto rincasare entro le ore 22, salvo motivi specifici. Il mese del possibile ritorno ad una normalità almeno relativa sarà giugno (come l’anno scorso), quando sarà la volta di spettacoli, cultura e sport. Il recente via libera all’ingresso contingentato del pubblico nelle 4 gare degli Europei di calcio in programma all’Olimpico di Roma hanno aperto la strada ad altre riflessioni, che per analogia possano estendere gli stessi permessi anche per teatri e spettacoli all’aperto, e persino anticipare la riapertura degli stadi già a maggio, per le ultime giornate di campionato e la finale di Coppa Italia.

Allo stadio la capienza sarà del 25% ed entreranno i vaccinati, chi ha già avuto il Covid e chi è negativo al test antigenico effettuato a ridosso dell’incontro. Stessa procedura allo studio per le rappresentazioni all’aperto: dall’11 giugno in poi saranno consentiti con capienza limitata al 25-30% e con tutti i protocolli di sicurezza del caso e cioè un metro di distanza (2 senza mascherine), test nelle 48 ore precedenti e prenotazione. Nella seconda metà del mese, con questo criterio, potrebbe essere sdoganata anche la riapertura di stabilimenti balneari e strutture turistiche, di piscine e palestre. Teatri e cinema al coperto, e in generale spettacoli al chiuso dovrebbero invece ripartire, purtroppo, solo dopo l’estate.

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