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Draghi: “I vaccini ci sono, riaprire sì ma in sicurezza: no ai furbetti”

Il premier ha escluso contraccolpi dopo il caso AstraZeneca e ha confermato l’obiettivo dei 500 mila vaccini al giorno. Sulle riaperture: “Le Regioni più avanti con la vaccinazione degli anziani potranno riaprire prima”. Ai cittadini: “Con che coscienza la gente salta la fila?”. In arrivo una direttiva sui criteri. VIDEO

Draghi: “I vaccini ci sono, riaprire sì ma in sicurezza: no ai furbetti”

La disponibilità dei vaccini non è calata e se i dati delle vaccinazioni e dei contagi lo consentiranno, non sono da escludere alcune riaperture delle attività, magari in alcune Regioni prima di altre, prima della fine del 30 aprile, cioè la data indicata dall’ultimo decreto, che però lasciava spazio ad eventuali modifiche in corso. Il premier Mario Draghi è intervenuto in conferenza stampa da Palazzo Chigi, tornando sui temi più scottanti relativi all’emergenza Covid, dopo che l’Ema ha sconsigliato la somministrazione del siero di AstraZeneca per le persone con età inferiore ai 60 anni. “Il vero tema – ha detto Draghi – non sono per ora gli under 60 ma i più anziani e i più fragili. Sono loro a correre il rischio concreto di morte in seguito alla contrazione del virus e per loro il vaccino di AstraZeneca non comporta controindicazioni”.

Il premier ha anche rassicurato sul possibile calo dell’approvvigionamento, denunciato nei giorni scorsi da alcuni presidenti di regione: “La disponibilità dei vaccini non è calata – ha ribadito con sicurezza Draghi -, la somministrazione sta risalendo seguendo il trend previsto dalla programmazione della campagna vaccinale. Entro aprile saranno vaccinati tutti gli over 80 e molti over 75, in tutte le Regioni. A quel punto certo che sarà possibile riaprire le attività”. Sulla data ipotetica di riapertura il premier non è stato però in grado di sbilanciarsi, ricordando ai giornalisti presenti che tutto, come già detto più volte, dipenderà dall’andamento dei contagi e soprattutto delle vaccinazioni delle fasce più anziane e più fragili.

“Non ho una data, ci stiamo pensando – ha detto Draghi -. L’ultimo decreto dice anche che qualora l’andamento di vaccinazioni e contagi mostrasse la possibilità, si potrebbe riaprire prima del 30 aprile. C’è molta differenza tra Regioni, le Regioni più avanti con le vaccinazioni presumibilmente potranno riaprire prima di altre, lo valuteremo”. I parametri decisivi per la decisione, oltre all’andamento del piano vaccinale, li ha spiegati il professore Locatelli del Comitato tecnico scientifico: “Il contagio settimanale deve scendere a 50 casi ogni 250.000 abitanti, perché questo ci consente la tracciabilità del virus, poi ci sono sempre l’indice Rt e l’occupazione delle terapie intensive, che in questi giorni è molto scesa, segno che le misure messe in atto sono efficaci”.

“E’ normale chiedere le aperture – ha proseguito Draghi -, la miglior forma di aiuto sono le riaperture, non i sostegni. Condanno la violenza ma capisco totalmente il senso di disperazione. Vogliamo riaperture in sicurezza, a incominciare dalle scuole: il mio obiettivo è dare almeno un mese pieno di attività scolastica in presenza, almeno per concludere l’anno in classe. Per quanto riguarda il turismo il ministro Garavaglia ha parlato del 2 giugno. Io dico speriamo, magari anche prima. Di certo la stagione turistica non va data per persa,. Le più colpite sono le città d’arte, ma noi saremo pronti ad accogliere tutti i turisti dotati di certificato vaccinale. Ho anche sollecitato un piano per la riapertura di fiere ed eventi, in Italia tra maggio e novembre ce ne sono tanti, non vanno persi”.

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