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Renzi vola da Merkel e Hollande: rebus deficit

Il portavoce della cancelliera assicura che “il governo tedesco è consapevole dell’ambizioso progetto di riforme del governo italiano” e che certamente Merkel e Renzi ne parleranno lunedì a Berlino – Domani il Premier a Parigi per incontrare Hollande – Sotto i riflettori la copertura del taglio dell’Irpef e la possibilità che Roma aumenti il deficit 2014.

Renzi vola da Merkel e Hollande: rebus deficit

“Il governo tedesco è consapevole dell’ambizioso progetto di riforme del governo italiano. Certamente Matteo Renzi lo illustrerà alla cancelliera e ne parleranno insieme”. Così parlò Steffen Seibert, portavoce della cancelliera tedesca Angela Merkel, rispondendo in conferenza stampa a una domanda sulle misure economiche annunciate due giorni fa dal Presidente del Consiglio italiano.

Domani Renzi sarà a Parigi per incontrare il numero uno dell’Eliseo, François Hollande, mentre lunedì volerà a Berlino, dove sarà ricevuto dalla Merkel. Il primo obiettivo del mini-tour internazionale è ottenere la benedizione dei due maggiori leader dell’Eurozona alle misure che l’Esecutivo di Roma intende varare nei prossimi mesi. 

Al centro dell’attenzione sono naturalmente le coperture finanziarie delle varie riforme e, soprattutto, la possibilità che il nostro Paese chiuda il 2014 con un deficit superiore al 2,6% previsto, ma comunque inferiore al limite del 3% stabilito dalle regole europee. 

Mercoledì il ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, ha cercato di rassicurare Bruxelles: “Utilizzeremo i margini di indebitamento nel modo più parsimonioso possibile – ha detto –. La preoccupazione sul rapporto debito-Pil è al centro di tutto quello che facciamo”, ma per ridurlo è necessario in primo luogo “aumentare il tasso di crescita” e varare provvedimenti “come le privatizzazioni”. 

Lo stesso Renzi ha confermato che “il Governo italiano rispetterà tutti gli impegni che ha con l’Europa”, ma ha anche aggiunto che “il più grande impegno è cambiare per far tornare l’Europa vicina ai cittadini”.

Nel dettaglio, se il nostro Paese aumentasse il deficit 2014 dal 2,6 al 3% avrebbe a disposizione circa sei miliardi di euro aggiuntivi che – insieme ai tre miliardi messi in conto da Carlo Cottarelli per la spending review e ai 2,4 miliardi legati alla minore spesa per interessi sul debito dopo il calo dello spread – contribuirebbero in modo decisivo al taglio dell’Irpef da 10 miliardi promesso dal Governo. D’altra parte, fra le coperture dovrebbe rientrare anche il maggior gettito Iva prodotto dal pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione nei confronti delle imprese. 

Alla riduzione delle tasse il Premier ha legato la sua stessa credibilità politica: “Se il 27 maggio i soldi non arrivano – ha detto –, vuol dire che Matteo Renzi è un buffone”.

Intanto, dall’Europa sono già arrivati i primi segnali di nervosismo. La Commissione europea “accoglie positivamente l’intenzione di ridurre il cuneo fiscale tramite risorse ottenute dalla spending review – ha sottolineato ieri Sinmon O’Connor, portavoce del commissario europeo agli Affari economici Olli Rehn –. Tuttavia ricordiamo l’impegno dell’Italia a rispettare il Patto di Stabilità e di Crescita”, che prevede di raggiungere un bilancio strutturale in pareggio nel medio termine, specialmente in considerazione “dell’elevato debito pubblico italiano”.

Anche dalla Bce è arrivato 24 ore fa un chiaro avvertimento. Nel loro ultimo bollettino, gli economisti dell’Eurotower scrivono che l’Italia “non ha compiuto fin qui progressi tangibili” sulle misure aggiuntive per ridurre ulteriormente il deficit, un obiettivo fissato dalla Commissione europea nelle raccomandazioni pubblicate lo scorso novembre.

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