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Rendimenti fondi pensione: 2018 in perdita, prima volta in 10 anni

Dal rapporto annuale Covip emerge che hanno chiuso in rosso sia i fondi pensione negoziali sia quelli aperti, anche se la performance sui 10 anni anni rimane più che positiva – L’Autorità disegna anche una mappa delle scelte d’investimento

Rendimenti fondi pensione: 2018 in perdita, prima volta in 10 anni

Dopo 10 anni di rendimenti positivi, i fondi pensione attivi in Italia hanno chiuso il 2018 in rosso, e non di poco: i negoziali hanno perso in media il 2,5%, gli aperti il 4,5%. Per i nuovi PIP di ramo III la flessione è stata ancora più pesante, pari al 6,5%. L’unico risultato positivo è quello messo a segno dalle gestioni separate di ramo I, che hanno conseguito rendimenti medi dell’1,7%. D’altra parte, queste gestioni contabilizzano le attività a costo storico e non a valori di mercato, per cui i rendimenti dipendono in larga parte dalle cedole incassate sui titoli. Come termine di paragone, sempre nel 2018, il TFR si è rivalutato dell’1,9%, al netto delle tasse.

I dati sono della Commissione di vigilanza sui fondi pensione (Covip), che mercoledì ha presentato a Montecitorio la sua relazione annuale. “Il 2018 è stato un anno negativo per tutti i mercati finanziari e in particolar modo per quelli azionari – ricorda Mario Padula, presidente dell’Autorità – Su un periodo di osservazione decennale (2009-2018), più adatto a misurare gli effetti sul risparmio previdenziale, il rendimento netto medio annuo composto è stato del 3,7% per i fondi negoziali e del 4,1% per i fondi aperti. Nei Pip, invece, si è attestato al 4% per le gestioni di ramo III e al 2,7% per quelle di ramo I. Su analogo orizzonte temporale, la rivalutazione del Tfr è stata del 2 per cento”.

Ma in cosa investono i fondi pensione italiani? Secondo il rapporto Covip, la maggior parte delle risorse è parcheggiata in titoli di Stato (il 41,7%, dato stabile rispetto al 2017). Tra questi, i titoli pubblici italiani rappresentano poco più di un quinto del patrimonio complessivo dei fondi: il 21,4% (pari a 28,3 miliardi), in calo dal 22,7% dell’anno precedente. Scendono su base annua i titoli di capitale (dal 17,7% al 16,4%) e le quote di Oicvm (dal 12,6 all’11,9%). I depositi si attestano invece al 7,5%, mentre gli investimenti immobiliari, in forma diretta o indiretta, non superano il 2,7% del totale.

“Nell’insieme – continua il numero uno della Covip – il valore degli investimenti dei fondi pensione nell’economia italiana è di 36,7 miliardi”, somma che non arriva a un terzo del patrimonio gestito (il 27,7%) ed è quasi completamente assorbita da Bot e Btp. “Gli impieghi in titoli di imprese domestiche rimangono marginali: il totale di 3,7 miliardi è meno del 3% del patrimonio; in obbligazioni sono investiti 2,5 miliardi, in azioni 1,2 miliardi”.

Sul versante delle adesioni, come sempre il mercato italiano è caratterizzato da profondi squilibri in termini di genere e di età. Tra gli iscritti alla previdenza complementare, la componente maschile arriva al 61,9% (il 73,1% nei fondi negoziali) e solo il 17,7% ha meno di 35 anni, mentre il 54,7% ha un’età compresa fra 35 e 54 anni e il 27,6% ha più di 55 anni.

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