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Rapporto Assonime sulla semplificazione dell’attività di impresa

L’Assonime ha presentato al Governo un ampio Rapporto sulle misure da adottare per facilitare e semplificare l’attività dell’impresa in Italia – il Rapporto, elaborato da un gruppo di studiosi coordinato da Franco Bassanini, spazia dalle riforme istituzionali ai processi amministrativi e tende a creare un contesto più favorevole per chi fa impresa in Italia

Rapporto Assonime sulla semplificazione dell’attività di impresa

Il Rapporto della Giunta di Assonime individua alcune linee di azione per rendere l’Italia un luogo più attraente per l’attività d’impresa,concentrandosi su tre questioni:

1. Riforma costituzionale

Con il passaggio a un sistema di bicameralismo differenziato, il Senato avrà il compito di verificare l’attuazione delle leggi e l’impatto delle politiche pubbliche, e di valutare l’operato delle pubbliche amministrazioni. Tutta la dimensione attuativa delle politiche pubbliche, che costituisce un punto debole del nostro sistema, acquista così un maggiore rilievo. Occorrerà approfondire gli strumenti di controllo attraverso i quali il Senato potrà svolgere il nuovo compito.

Negli ultimi anni ci si è avvalsi in modo eccessivo ed anomalo della decretazione d’urgenza. La prevista introduzione in Costituzione dell’istituto del voto a data certa, che consente un percorso rapido di approvazione dei disegni di legge prioritari, e di nuovi e più stringenti limiti alla decretazione d’urgenza e al contenuto delle leggi di conversione può essere utile per superare questa criticità, che spesso si traduce in una scarsa qualità della normativa. 

L’abolizione delle Province, volta a semplificare il quadro istituzionale,andrebbe accompagnata da criteri uniformi per la ripartizione tra Regioni ed amministrazioni locali delle funzioni originariamente svolte dagli enti soppressi. In caso contrario vi è il rischio che sul territorio nazionale emerga un assetto delle competenze eterogeneo e molto complicato.

Le previste modifiche dell’articolo 117 della Costituzione rappresentano un fondamentale passo avanti verso una migliore qualità della normativa. Infatti, sono opportunamente riportate alla competenza legislativa dello Stato materie e funzioni per le quali è ingiustificata e inefficiente una frammentazione delle regole sul territorio nazionale ed è introdotta, a completamento del sistema, una clausola di supremazia da utilizzare quando lo richiede la tutela dell’unità della Repubblica o l’interesse nazionale. L’attribuzione alla competenza dello Stato delle norme sul procedimento amministrativo al fine di “assicurare l’uniformità sul territorio nazionale” può contribuire in misura importante alla rimozione di difformità e adempimenti ingiustificati.

Infine, attraverso la nuova formulazione dell’articolo 118 della Costituzione, le pubbliche amministrazioni centrali e locali sono richiamate in modo più incisivo al rispetto dei principi di semplificazione, efficienza e responsabilità.

2. Efficienza e prevedibilità dei procedimenti amministrativi

Dagli anni Novanta le modifiche della normativa sul procedimento amministrativo sono state numerose. Occorre trovare un punto di equilibrio tra l’esigenza di certezza e stabilità delle regole e quella di correggere ciò che ancora ostacola l’efficienza e la prevedibilità dei procedimenti amministrativi.

Per assicurare l’efficacia del sistema della SCIA occorre che la normativa fissi chiaramente i requisiti e i presupposti che devono essere soddisfatti per l’avvio e l’esercizio dell’attività d’impresa.

Si dovrebbe delimitare più puntualmente a livello normativo le ipotesi in cui è possibile l’intervento delle amministrazioni in autotutela, effettuando un bilanciamento ex lege con l’interesse alla certezza delle situazioni giuridiche. In aggiunta a quanto previsto dal decreto legge Sblocca Italia, si dovrebbe escludere in ogni caso la possibilità di una revoca del provvedimento basata su una nuova valutazione dell’interesse pubblico. Per l’annullamento d’ufficio del provvedimento illegittimo, porre un termine massimo di due anni sarebbe positivo; per la SCIA, tuttavia, data la natura dell’istituto, il termine dovrebbe essere notevolmente più ristretto.

La conferenza di servizi non è risultata efficace come strumento per conseguire in tempi rapidi soluzioni condivise. Il disegno di legge sulla riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni prevede una delega al riassetto della disciplina, basata su principi condivisibili. Per superare le criticità occorre, comunque, limitare al massimo le ipotesi in cui sono richiesti atti di assenso da parte di più amministrazioni e rafforzare l’obbligo per l’amministrazione procedente di adottare la determinazione finale nei tempi previsti, attraverso meccanismi di responsabilizzazione più incisivi di quelli attuali. Un’esigenza fondamentale è quella di migliorare gli attuali meccanismi di composizione degli interessi in caso di dissenso da parte di amministrazioni preposte alla tutela di interessi sensibili.

L’istituzione di comitati istruttori che promuovano attivamente il raggiungimento di una soluzione concordata entro un dato termine rappresenta una linea da seguire. In caso di mancata composizione degli interessi si potrebbe attribuire all’amministrazione dissenziente il compito di sottoporre la questione al decisore politico di ultima istanza, prevedendo che se questa facoltà non viene esercitata il dissenso sia da considerare superato. Verrebbe così favorito un atteggiamento più costruttivo delle amministrazioni rispetto alla composizione degli interessi e una maggiore selettività nell’adozione di posizioni di blocco.

Le iniziative di uniformazione e semplificazione della modulistica in materia edilizia, di SUAP e ambientale previste dall’Agenda triennale per la semplificazione vanno accompagnate dall’impegno a rendere più agevole per i cittadini e le imprese il rapporto con le amministrazioni, anche predisponendo guide e istruzioni operative facilmente comprensibili. Comunque, presupposto indispensabile per imprimere una svolta al sistema è l’adozione da parte delle singole amministrazioni di un atteggiamento collaborativo nei confronti del cittadino/utente, che lo aiuti ad avanzare nell’iter burocratico alleviandone oneri e adempimenti.

Nell’attuazione dell’Agenda digitale è importante colmare le carenze e al tempo stesso valorizzare quanto di positivo è già stato realizzato in Italia. La gestione in modalità informatica del Registro delle imprese costituisce un esempio di efficienza e non appare pertanto opportuno modificarne la governance. Occorre, piuttosto, agire in modo incisivo per dare attuazione al principio dell’accertamento d’ufficio, con un’azione decisa per rendere interoperabili i sistemi informatici delle amministrazioni e consentire l’accesso da parte di queste ultime a titolo gratuito alle banche dati. Per rendere gli sportelli unici effettivi strumenti di semplificazione dei rapporti con le amministrazioni pubbliche, non è sufficiente automatizzare i processi esistenti: i processi vanno rivisti, dal back office al front end, per adeguarli alla digitalizzazione. Si deve quindi intervenire sui profili organizzativi e promuovere il coordinamento tra le amministrazioni coinvolte.

3. Rimozione delle restrizioni ingiustificate

La politica di semplificazione non deve limitarsi agli interventi sulla disciplina generale dei procedimenti amministrativi: occorre anche rimuovere quelle restrizioni normative o amministrative che, nel contesto dei singoli settori, comprimono ingiustificatamente l’esercizio della libera iniziativa economica.

Nel nostro ordinamento già disponiamo di principi e strumenti, ispirati al diritto europeo, volti a eliminare tali restrizioni attraverso interventi caso per caso. Per procedere in modo sistematico, tuttavia, occorre un lavoro organico di revisione della disciplina dei singoli settori. Un riassetto,attraverso testi unici, delle regole vigenti che tenga conto dei principi di liberalizzazione e semplificazione contribuirebbe in misura importante alla qualità del quadro normativo.

Per prevenire l’introduzione di nuove restrizioni ingiustificate, soprattutto a livello locale e regionale, occorre rafforzare l’analisi d’impatto che nel nostro sistema è in genere carente, promuovere un’azione di formazione delle amministrazioni sull’esigenza di rispettare i principi di liberalizzazione e diffondere le best practices pro-concorrenziali a livello regionale e locale.  


Allegati: Rapporto Assonime su attivit� d’impresa.pdf

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