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Prosecco, prima raccolta UNESCO e record di vendite in Francia

Un 2019 da ricordare per le bollicine venete, che conquistano il riconoscimento UNESCO e il primato di vino italiano più consumato all’estero.

Un 2019 da ricordare per il Prosecco. E’ iniziata la prima vendemmia sulle colline riconosciute dall’Unesco, e questo corona anni di impegno dei produttori veneti e contemporaneamente il Prosecco mette a segno l’aumento del 50% delle vendite in Francia, cosa che fa registrare il record storico dell’export del Prosecco che sui mercati mondiali, raggiungendo nel primo semestre 2019 il valore complessivo di ben 458 milioni di euro. Con un aumento del 17% delle esportazioni il Prosecco conquista nel 2019 il primato di vino italiano più consumato all’estero grazie all’alta qualità e capacità produttiva con le pregiate bollicine che – sottolinea una nota della Coldiretti – sono protagoniste di un vero a proprio boom negli Usa. Gli Stati Uniti, con un aumento in valore del 41%, diventano il principale cliente davanti alla Gran Bretagna e alla Francia mentre al quarto posto si piazza la Germania dove l’aumento è più contenuto (+7%). Ma un incoraggiante aumento del 66% del valore delle vendite si registra anche in Cina dove però la domanda è ancora molto contenuta per la tradizionale preferenza accordata nel gigante asiatico ai vini rossi.

Il gradimento d’Oltralpe è significativo del successo conquistato anche nei confronti della concorrenza dello champagne. A pesare sul successo mondiale del Prosecco – spiega la Coldiretti – è però il proliferare nei diversi continenti di falsi di ogni tipo con le imitazioni diffuse in tutti i Paesi, dal Meer-secco al Kressecco, dal Semisecco e al Consecco, ma è stata smascherata le vendita anche del Whitesecco e del Crisecco. Per quanto riguarda la vendemmia di quest’anno si preannunciano risultati oltremodo positivi. Il raccolto delle uva Glera sarà del 10-15% inferiore dello scorso anno, cosa che preannuncia una produzione di grande eccellenza. La prima vendemmia si prospetta infatti di assoluta qualità grazie al giusto equilibrio tra grado zuccherino e acidità ed all’ottimale stato sanitario delle uve. Dopo un inverno piuttosto fresco, che ha registrato temperature in linea con il periodo, il territorio ha subìto una primavera più fresca e piovosa della media che ha causato un ritardo nel germogliamento e a seguire un’estate giustamente calda, con un andamento termico tipico della stagione.

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