Condividi

Prometeia-Intesa: export manifatturiero +17%

Le esportazioni, tra gennaio e maggio, corrono a ritmi tedeschi. Bene anche il fatturato di settore (+11,1%), trainato dagli ordinativi esteri. Il punto debole resta la domanda interna. L’evoluzione positiva del fatturato, però, potrebbe rallentare nella seconda parte del 2011.

Nei primi cinque mesi del 2011, le esportazioni di beni manufatti italiani, al netto della componente energetica, sono cresciute ad un tasso del +17% (a valore), un risultato in linea con il +17.7% registrato dall’export tedesco nel medesimo periodo. Il dato incoraggiante arriva dal rapporto Prometeia-Intesa, che sottolinea come tale crescita abbia consentito al manifatturiero italiano d’interrompere l’erosione dei conti con l’estero.

 

Spicca l’accelerazione registrata dalle esportazioni della metallurgia che crescono a tassi decisamente superiori rispetto ai prodotti tedeschi. La maggiore vivacità caratterizza anche il largo consumo e la farmaceutica. Viaggiano su ritmi simili anche l’elettrotecnica e gli intermedi chimici (chimica di base e chimica specialistica). Risultati sostanzialmente in linea anche per la moda e l’elettronica.

 

La vivacità delle esportazioni traina tutto il fatturato manifatturiero italiano: +11.1%, nei primi cinque mesi di quest’anno, sostenuto anche dai rialzi nei prezzi. E, come prevedibile, in quasi tutti i settori la crescita del fatturato estero si è mostrata più dinamica rispetto a quella interna, testimoniando la persistente debolezza della domanda nazionale che continua a risentire della prudenza dei consumatori e delle imprese.

 

Ma ammonisce, il rapporto, L’impatto delle manovre di correzione del debito, in Italia come in altri paesi industrializzati, e il fisiologico rallentamento del ciclo anche nei paesi emergenti, creeranno minori opportunità di crescita anche per le imprese italiane nei prossimi mesi. Le attese delle imprese manifatturiere mostrano, infatti, nelle ultime rilevazioni un peggioramento diffuso delle aspettative rispetto all’inizio dell’anno, con poche eccezioni settoriali.

 

L’avvicinarsi di una fase di crescita più contenuta sembra peraltro confermata dal fatto che il deterioramento delle attese è maggiore per i comparti a monte delle filiere produttive (intermedi chimici, metallurgia, vetro, gomma e plastica, etc.) i primi solitamente a percepire i segnali di rallentamento del ciclo. A un quadro di maggiore incertezza sulle prospettive della domanda, si aggiunge anche il rischio indotto dalle tensioni che attualmente caratterizzano i mercati finanziari e quelli delle materie prime.

Pubblicato in: News

Commenta