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Processo Unipol, Silvio Berlusconi condannato a un anno

Il reato è rivelazione di segreto d’ufficio – Due anni e tre mesi al fratello Paolo – Il caso riguarda la pubblicazione sul quotidiano “Il Giornale” della telefonata in cui Piero Fassino (allora segretario Ds) poneva a Giovanni Consorte l’ormai celebre domanda: “Allora, abbiamo una banca?”.

Processo Unipol, Silvio Berlusconi condannato a un anno

Nel processo Unipol, al termine del procedimento di primo grado, Silvio Berlusconi è stato condannato oggi a un anno di reclusione per rivelazione di segreto d’ufficio. Una pena ancora superiore (due anni e tre mesi) è stata inferta al fratello del Cavaliere, Paolo.

Il leader del Pdl era stato rinviato a giudizio il 7 dicembre 2012. Il caso riguarda la pubblicazione sul quotidiano “Il Giornale” (di proprietà della famiglia Berlusconi) della telefonata in cui Piero Fassino (allora segretario Ds) poneva a Giovanni Consorte l’ormai celebre domanda: “Allora, abbiamo una banca?”. 

Il testo faceva parte di un’intercettazione protetta dal segreto d’ufficio, dal momento che era stata registrata durante le indagini sulla scalata alla Bnl tentata nel 2005 da Unipol, gruppo assicurativo guidato in quel periodo proprio da Consorte.

La condanna arrivata oggi corrisponde alla pena chiesta per Silvio Berlusconi dal procuratore aggiunto di Milano, Maurizio Romanelli. Per il fratello Paolo, invece, la richiesta era stata di tre anni e tre mesi. La sentenza era attesa inizialmente lo scorso 7 febbraio, ma a causa delle elezioni il verdetto era stato rinviato di un mese.

I giudici della quarta sezione penale del tribunale di Milano hanno disposto un risarcimento a carico di Silvio e Paolo Berlusconi di 80mila euro a favore dell’ex segretario ds Piero Fassino, parte civile al processo. Il risarcimento è stato disposto a titolo di provvisionale e il tribunale non ha disposto alcuna misura interdittiva nei confronti dell’ex premier. A Fassino i fratelli Berlusconi dovranno versare anche 10mila euro per le spese legali.  

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