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Poste, Padoan: “Da vendita nuova tranche 2 miliardi di euro”

Ma attraverso il 35% conferito alla Cdep (quota di maggioranza relativa) il Tesoro conserverà i poteri di governo su Poste italiane – L’ad Caio: “Lo spezzatino non è nei nostri programmi”

Poste, Padoan: “Da vendita nuova tranche 2 miliardi di euro”

“L’introito derivante dalla dismissione dell’ulteriore quota di Poste italiane, sulla base delle recenti quotazioni, potrebbe aggirarsi intorno ai due miliardi di euro”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, nel corso di un’audizione in commissione Trasporti della Camera. La quota a cui fa riferimento il numero uno del Tesoro è il 29,7% residuo di Poste italiane, che sarà ceduto dallo Stato dopo l’annunciato conferimento del 35% a Cassa depositi e prestiti.

“L’operazione di collocamento in esame – ha continuato Padoan – assolverebbe all’obiettivo di attivare risorse significative da destinare alla riduzione del debito, mantenendo comunque il controllo dello Stato sulla società”.

La quota del 35% conferita alla Cassa, ha spiegato il ministro, “rappresenta la percentuale di capitale che consente allo Stato di continuare a detenere il controllo della società indirettamente per il tramite di Cdp, essendo la quota di maggioranza relativa e di controllo in presenza di azionariato diffuso sul mercato”. L’assetto azionario risulterà così analogo a quello di altre società a controllo statale come Eni, Enel e Leonardo-Finmeccanica.

“In sostanza – ha sottolineato ancora Padoan – la partecipazione in Poste italiane che sarà conferita a Cdp non potrà essere ceduta né essere oggetto di alcuna disposizione da parte della stessa Cdp senza il preventivo assenso del ministero. Inoltre, il ministero fornirà a Cdp le istruzioni di voto in assemblea sia ordinaria che straordinaria”.

A seguito del conferimento nella gestione separata di Cdp, ha aggiunto, “il ministero conserverà i poteri di governo su Poste italiane, replicando la struttura di governance già presente per Eni”. Insomma, “non c’è alcuna svendita – ha concluso il ministro – c’è un efficientamento del servizio postale, come dimostrano gli investimenti fatti da Poste”.

Davanti alla stessa commissione, l’amministratore delegato di Poste, Francesco Caio, ha detto di aver “letto delle preoccupazioni su uno spezzatino”, ma ha assicurato che “questo non è nei piani del management approvati dal Consiglio e dall’Assemblea. Il management si muove nell’alveo di un piano industriale il cui centro è lo sviluppo inclusivo. Con un’azienda integrata e articolando gli obiettivi d’impresa in ciascuno dei settori in cui operiamo”.

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