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Petrolio, Teheran sospende l’export di greggio verso Francia e Regno Unito

L’annuncio letto domenica sul sito del ministero iraniano del petrolio sembra l’ennesima mossa per riaprire un tavolo delle trattative con la Ue su nucleare, sanzioni e commercio – Minacciate anche Italia e Spagna – Intanto giovedì sera il Brent a Londra ha chiuso a livelli superiori a 120 dollari al barile, il massimo dal giugno scorso.

Petrolio, Teheran sospende l’export di greggio verso Francia e Regno Unito

Le vie dell’export petrolifero iraniano sono da diverse settimane oggetto di annunci, minacce, richieste, proposte, scadenze, misure già decise oppure solo da sbandierare per verificarne l’effetto. È in questo intrico di mosse e contromosse che si può leggere la dichiarazione letta ieri sul sito del ministero del petrolio di Teheran: “L’Iran conferirà il suo greggio a nuovi clienti e non più a società francesi e inglesi”.

Sembrerebbe quindi prendere corpo la minaccia di anticipare l’embargo europeo, che scatterà solo all’inizio di luglio. Un modo per allarmare l’Unione europea e forse anche per presentarsi con una posizione di maggior forza nel caso di una ripresa dei negoziati sulle ambizioni nucleari del governo Ahmadinejad e sulle pesanti sanzioni adottate in particolare da Europa e Stati Uniti.

La modalità scelta è tuttavia più una prova di debolezza che di forza: nei dati del Dipartimento americano dell’Energia, nella prima metà del 2011 l’Iran ha esportato verso la Ue il 18% del proprio greggio, circa 452mila barili al giorno. Di questi, solo 49mila sono arrivati a società francesi e poco più di 20mila a gruppi inglesi. Verso acquirenti più importanti, come Italia e Spagna, ci sono state solo le minacce, la settimana scorsa, di una sospensione anticipata delle spedizioni. E molti le hanno interpretate come un mezzo per contrattare non già il blocco, ma un prolungamento dei contratti di fornitura. Perché se è vero che il petrolio dell’Iran è una risorsa importante per le raffinerie del Sud europeo, è vero anche che paesi come l’Italia sono ottimi clienti per il greggio iraniano.

Quali saranno le mosse successive, non è dato sapere. Però i mercati si sono posti da parecchi giorni sulla difensiva: giovedì sera il Brent a Londra ha chiuso a livelli superiori a 120 dollari al barile, il massimo dal giugno scorso, e venerdì il Wti a New York si è attestato a 103,24 dollari, il record degli ultimi nove mesi. Quotazioni che non danno certo una mano alle speranze europee di una rapida ripresa dell’economia.

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