Condividi

Pensioni: anticipo di 3 anni per le madri. Sindacati alla carica anche su Ape Social e giovani

Un documento unitario inviato al Governo da Cgil, Cisl e Uil allo scopo di richiedere modifiche dell’attuale sistema previdenziale su lavoratrici madri, giovani e lavoratori che svolgono attività gravose. Ecco, nel dettaglio, la proposta delle parti sociali.

Pensioni: anticipo di 3 anni per le madri. Sindacati alla carica anche su Ape Social e giovani

Una proposta unitaria da parte dei principali sindacati allo scopo di modificare il sistema pensionistico per “superare le attuali rigidità e favorire il turn over generazionale per rendere più equo l’attuale sistema previdenziale”. 

Cgil, Cisl e Uil hanno dunque deciso di inviare all’Esecutivo un documento unitario chiedendo a gran voce il blocco dell’adeguamento all’aspettativa di vita che scatterà nel 2019 e l’avvio di un tavolo di studio volto ad “individuare un nuovo criterio che rispetti le diversità e le peculiarità di tutti i lavori”.

Perno della nuova proposta sono le misure in favore delle lavoratrici madri e dei giovani. Le associazioni sindacali ritengono insufficiente il piano presentato dal Governo nel corso degli ultimi incontri tenutisi nel mese di settembre e imperniati sulla fase 2 della riforma che ha già portato all’entrata in vigore dell’Ape Social e al prossimo avvio dell’Ape Volontaria.

Pensioni, giovani e lavoratrici: la proposta del Governo

Riassumendo quanto detto durante gli ultimi incontri, i rappresentati dell’Esecutivo hanno proposto di introdurre un assegno minimo da 600 – 620 euro (ottenuto sommando alla pensione contributiva una quota del l’assegno sociale), dando parallelamente la possibilità di accedere al trattamento pensionistico a 63 anni e 7 mesi. L’intenzione sembra essere inoltre quella di ridurre il coefficiente per il calcolo contributivo da 1,5 volte l’assegno sociale a 1,2 volte.

Per le lavoratrici madri si prevede invece uno sconto di sei mesi per ogni figlio sui requisiti contributivi (entro un massimo di due anni) al fine di consentire di ottenere l’ape sociale.

Pensioni lavoratrici madri, la proposta dei sindacati

Per quanto riguarda le lavoratrici madri le parti sociali chiedono il riconoscimento di un anticipo per l’accesso alla pensione di vecchiaia, e dunque non solo per usufruire dell’Ape Social, per le donne che abbiano avuto o adottato dei figli. Nel dettaglio il piano prevede uno sconto di un anno per ogni figlio, fino a un massimo di tre anni.

In aggiunta, la proposta prevede il riconoscimento di un “bonus contributivo” per i lavori di cura familiare, stavolta per entrambi i sessi.

Pensioni, Ape social: tagliare il requisito contributivo

In base a quanto stabilito dalla legge, i lavoratori che effettuano attività usuranti (professioni infermieristiche e ostetriche, insegnanti d’asilo, badanti ecc.) da almeno 6 anni consecutivi possono accedere all’anticipo sociale avendo versato 36 anni di contributi. In questo ambito i sindacati chiedono di ridurre il requisito contributivo attualmente previsto da 36 a 30 anni. Contemporaneamente si propone l’ampliamento delle  categorie di lavoratori che svolgono attività gravose.

Pensioni e giovani: ecco il piano

Secondo i sindacati, la soglia del meccanismo di calcolo totalmente contributivo attualmente valida per accedere alla pensione di vecchiaia a 66 anni e sette mesi con 20 anni di contributi dovrebbe calare da 1,5 volte l’assegno sociale a livello dell’assegno sociale stesso, oggi pari a 448 euro. 

Allo scopo di sostenere le future pensioni dei giovani, Cgil, Cisl e Uil propongono l’utilizzo di uno strumento che valorizzi la storia contributiva dei lavoratori, sostenendone parallelamente il futuro reddito previdenziale. Gli attuali criteri devono essere superati.

“È fondamentale – aggiungono i sindacati- il rilancio delle adesioni della previdenza complementare estendendo la fiscalità incentivante, prevista per i lavoratori privati, anche a quelli del settore pubblico. Occorre operare, finalmente, una separazione contabile della spesa previdenziale da quella assistenziale al fine di dimostrare che la spesa per pensioni, in Italia, è sotto la media europea”. Si richiedono infine una riforma della governance di Inps e Inail e il ripristino della piena indicizzazione delle pensioni introducendo un nuovo paniere e recuperando quanto perso in questi anni.

La risposta del Governo

Nessuna risposta ufficiale ancora, ma in un’intervista rilasciata a Radio Capital, il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio fa sapere che: “I numeri che arrivano dall’Inps sono piuttosto severi e dicono che lo spazio per manovra sulle pensioni è molto ridotto”. Il riferimento è alla possibilità che la prossima legge di Bilancio contenga delle misure sulla previdenza. Nei giorni scorsi il presidente dell’Inps Tito Boeri aveva bocciato la proposta di anticipo di 1 anno per ogni figlio avanzata per l’Ape Social.

Il confronto tra Governo e sindacati sulle pensioni continuerà ad inizio ottobre, subito dopo il varo della nota di aggiornamento del Def.

Commenta