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Panetta: “Inflazione in calo, tassi adeguati, ma Pil sotto l’1% anche nel 2024 e occhio al debito” 

Nella sua prima uscita ufficiale da Governatore al 60esimo anniversario di Iccrea, Fabio Panetta sottolinea che i tassi d’interesse sono già a un livello “sufficiente a riportare l’inflazione in linea con l’obiettivo del 2%” e bisogna evitare “inutili danni per l’attività economica”

Panetta: “Inflazione in calo, tassi adeguati, ma Pil sotto l’1% anche nel 2024 e occhio al debito” 

Il ruolo è cambiato, l’atteggiamento da colomba No. E così, come già più volte ripetuto in qualità di membro del direttivo della Bce, alla sua prima uscita da governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta avverte l’Eurotower: i tassi d’interesse sono già a un livello “sufficiente a riportare l’inflazione in linea con l’obiettivo del 2%” , quindi bisogna evitare “inutili danni per l’attività economica”, ha detto partecipando alle celebrazioni per il 60esimo anniversario di Iccrea, capogruppo della galassia del Credito cooperativo. E i dati pubblicati da Istat ed Eurostat sembrano dargli ragione. Secondo le stime dell’Istituto Nazionale di Statistica, infatti, a novembre l’inflazione è scesa allo 0,8%, valore che non si registrava da marzo 2021. Continua a rallentare (da +4,2% a +3,6%) anche l’inflazione di fondo, quella più seguita dalla Bce, mentre l’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,7%. Dati positivi arrivano anche sulla zona euro, dove a novembre il tasso di inflazione annuale ha raggiunto quota 2,4% contro stime del 2,8%. A ottobre era al 2,9%, a settembre al 4,3%.

Panetta: “Attenti ad evitare danni inutili per l’attività economica”

Nel suo primo discorso da governatore della Banca d’Italia, Panetta parte proprio dai dati pubblicati in giornata: “Il nuovo considerevole calo dell’inflazione dell’area dell’euro” diffuso oggi da Eurostat “è una buona notizia“, afferma. Poi sottolinea: “L’attuale livello dei tassi di interesse sarebbe sufficiente a riportare l’inflazione in linea con l’obiettivo del 2%”, a condizione che però i tassi rimangano a questi livelli per “il tempo necessario”, avverte, ricalcando le parole pronunciate già dalla presidente della Bce Christine Lagarde. Il numero uno di via Nazionale aggiunge però un’importante postilla: questo tempo necessario “potrebbe essere più breve” nel caso in cui la debolezza dell’economia accelerasse ulteriormente il calo dell’inflazione. 

Secondo Panetta infatti, “la trasmissione degli impulsi monetari alle condizioni di finanziamento si sta rivelando più forte del previsto. Occorre evitare inutili danni per l’attività economia e rischi per la stabilità finanziaria, che finirebbero per mettere a rischio la stabilità dei prezzi”.

Il bilancio della Bce

Nell’attuale contesto economico-finanziario non bisogna considerare solo i tassi. L’attuale correzione monetaria “produce effetti non solo mediante la tradizionale manovra sui tassi ufficiali, ma anche attraverso una contrazione del bilancio dell’Eurosistema, che comporta un calo della liquidità in circolazione”, spiega il Governatore che avverte sul rischio di ulteriori effetti restrittivi indiretti: “è necessario procedere con cautela nel processo di normalizzazione del bilancio dell’Eurosistema”.

Il riferimento è soprattutto alla fine del programma d’emergenza di acquisto dei titoli di Stato introdotto durante la pandemia, che i falchi vorrebbero accelerare. Secondo Panetta però “La riduzione dei titoli detenuti dalle Banche centrali spingerà al rialzo i rendimenti delle attività finanziarie, con ulteriori effetti restrittivi”. E proprio per questo “Dopo aver innalzato i tassi ufficiali a un livello che consentirà di riconquistare la stabilità dei prezzi, una brusca contrazione del bilancio dell’Eurosistema – dopo quella già rapida dei mesi scorsi – avrebbe effetti restrittivi sull’economia che non sarebbero giustificati dalle prospettive dell’inflazione”

Panetta: “Crescita sotto l’1% anche nel 2024

Dall’Europa all’Italia. Dopo la ripresa registrata all’indomani della pandemia, “l’economia italiana è in una fase di ristagno, come del resto quella europea. Secondo le previsioni disponibili, l’attività produttiva dovrebbe accelerare nei prossimi mesi; nel 2024 la crescita rimarrebbe inferiore all’1 per cento“, ha anticipato il Governatore.

“La ripresa degli investimenti è un segno di fiducia sulle prospettive della nostra economia che va sostenuto e rafforzato indirizzando le risorse verso progetti in grado di innalzare il potenziale di sviluppo”, afferma il numero uno di via Nazionale, ma “che l’Italia abbia un problema strutturale di crescita è noto, come sono note le cause del problema”. “Il rilancio dell’economia italiana – continua – passa per un sentiero che va dagli investimenti alla produttività e quindi alla crescita. Date le prospettive demografiche, l’occupazione potrà dare un contributo all’attività economica tutt’al più nullo, anche negli scenari favorevoli. La crescita quindi dipenderà dalla capacità di aumentare il prodotto per unità di lavoro”. 

La ricetta per accelerare la crescita passa anche per l’ampliamento della platea delle aziende innovative e dinamiche, favorendo la diffusione della tecnologia tra le altre imprese. “È un obiettivo ambizioso, che oltre agli investimenti richiede la valorizzazione delle risorse umane. Occorre concentrare, con perseveranza, le politiche pubbliche e l’impegno dell’intero sistema produttivo e finanziario, che in questi anni difficili ha mostrato una resistenza e una capacità di recupero su cui costruire per dare vigore alla crescita dell’economia italiana”, conclude.

Panetta sull’Italia: “Il debito opprime l’economia da troppi anni”

Il peso del debito “opprime l’economia italiana da troppi anni. Dobbiamo liberarcene evitando gli errori del passato, agendo sia sul fronte della finanza pubblica sia su quello della crescita. Si tratta di un compito non facile, da affrontare tenendo presente l’esigenza di proseguire l’impegno per il rilancio dell’economia del Mezzogiorno”, ha detto Panetta, secondo cui ridurre il debito rispetto al prodotto è una priorità perché “sottrae risorse alle politiche anticicliche, agli interventi sociali e alle misure in favore dello sviluppo; accresce il costo dei finanziamenti per le imprese private, riducendone la competività e l’incentivo a investire e rende il Paese “vulnerabile ai movimenti erratici dei mercati finanziari“.

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