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Monti: “Guiderò coalizione centrista”. Ma aggiunge: “Non sarò uomo della Providenza”

“Accetto di ricoprire il ruolo di capo della coalizione”, ha assicurato il premier uscente, dopo aver incontrato i leader di partiti e movimenti centristi che sostengono la sua agenda – Al Senato una lista unica, provvisoriamente denominata Agenda Monti per l’Italia, mentre alla Camera una federazone di sigle – “Non sarò uomo della Provvidenza”

Monti: “Guiderò coalizione centrista”. Ma aggiunge: “Non sarò uomo della Providenza”
«Io vigilerò sulla composizione delle liste e per ora accetto di ricoprire il ruolo di capo della coalizione e mi impegnerò per il successo di questa operazione». Così Mario Monti durante una conferenza stampa al Senato, dopo l’incontro avuto con i leader di partiti e movimenti centristi che sostengono la sua agenda.
Le forze neocentriste che si aggregano attorno all’agenda Monti puntano ad una evoluzione della politica italiana: «Noi riteniamo – ha sostenuto il presidente del Consiglio uscente Mario Monti nel corso della sua conferenza stampa al Senato – che l’Italia debba avere una evoluzione nella politica. L’asse tradizionale che consiste nella destra e nella sinistra ha valore storico, simbolico, sostanziale anche – per alcune questioni come quelle della distribuzione della ricchezza – ma non mette in evidenza il vero asse che serve all’Italia, quello che punta all’Europa e alle riforme mettendo l’Italia in grado di influenzare il corso delle cose in Europa». Secondo Monti «non è il tentativo di coprire una posizione di centro tra una sinistra e una destra, non è un tentativo di inserirsi tra due poli di un bipolarismo i cui limiti sono stati evidenti in questi ultimi anni», ma un impegno per «rompere barriere, introdurre nuovi criteri di aggregazione della politica e della società civile, per individuare chi è disposto a impegnarsi nelle riforme vincendo le resistenze delle corporazioni e delle lobby e forme arcaiche di sindacalismo, mentre il sindacalismo in generale – ha precisato – è un valore».
«Al Senato ci sarà una lista unica, provvisoriamente denominata Agenda Monti per l’Italia, non so se sarà denominazione definitiva». Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Monti nella conferenza stampa al Senato, al termine del vertice neocentrista. Alla Camera, invece, una federazione di sigle. Non sono l’uomo della Provvidenza”, ha deto Monti. 
Era presente anche Piero Ichino all’incontro tra Mario Monti e i centristi. È lo stesso professore a confermarlo nel corso di una conferenza stampa. «Non c’era Luca Cordero di Montezemolo – ha spiegato Monti – ma c’erano due rappresentanti di Italia Futura e il rappresentante Pdl a Ppe Mauro Mauro». 
«L’iniziativa è quella che ho annunciato il 23 dicembre in conferenza stampa, non è un’iniziativa contro questo o contro quello, è un’iniziativa per prolungare nel tempo, intensificare nel passo ed estendere negli obiettivi quella modalità di governo che ha consentito nell’ultimo anno di affrontare la grave emergenza finanziaria». Lo ha detto Mario Monti in conferenza stampa.
Una riunione programmata inizialmente nella sede della comunità di Sant’Egidio, in piazza Santa Maria in Trastevere, ma che all’ultimo momento è stata deviata in un luogo lontano da occhi, taccuini e telecamere indiscrete. Secondo alcune voci la sede era la casa di un monsignore. Con Mario Monti c’erano Pier Ferdinando Casini (Udc), Benedetto Della Vedova (Fli), Linda Lanzillotta (Gruppo Misto), il capo della delegazione del Pdl all’interno del Ppe al Parlamento europeo Mario Mauro, rappresentanti delle Acli e di Italia Futura, l’associazione di Luca di Montezemolo. Non Montezemolo che è in vacanza alle Maldive. Con loro anche i ministri Andrea Riccardi, Corrado Passera e Enzo Moavero Milanesi.
Un vertice durato circa quattro ore. Oltre alle liste, riferisce una fonte presente all’incontro, a tener banco è stata l’accorata richiesta lanciata dagli invitati a Monti di candidarsi personalmente. Di correre, mettendoci faccia e nome, per palazzo Chigi. Con la tua presenza – è il ragionamento che è stato sottoposto al premier – non ci sarebbe bisogno di altri simboli e liste.
 

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