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Milan matematicamente in Champions: Juve fuori, ora è settima. De Laurentiis libera Spalletti

Battendo la Juve per 1 a 0, il Milan ha definitivamente conquistato l’accesso alla prossima Champions da cui i bianconeri sono invece irrimediabilmente esclusi – Allegri alla terza sconfitta: “la nostra stagione è finita a Siviglia” – Il Napoli pareggia a Bologna e la Lazio vince di nuovo

Milan matematicamente in Champions: Juve fuori, ora è settima. De Laurentiis libera Spalletti

Il Milan torna in Champions, la Juventus resta al settimo posto. Il big match di Torino permette a Pioli di staccare il tanto agognato pass per l’Europa che conta, mentre ad Allegri non resta che fare i conti con un’altra sconfitta, la terza consecutiva dopo quelle di Siviglia ed Empoli, oltre che con una classifica che la lascia in Conference League, alle spalle di Atalanta e Roma. A 90’ dal termine la corsa Champions è così conclusa, mentre resta in ballo un piazzamento salvezza tra Spezia e Verona (appaiate a 31 punti) e l’ottavo posto tra Torino (53), Fiorentina (53, ma con lo scontro diretto coi granata a sfavore), Monza (52) e Bologna (51), che potrebbe valere l’Europa se la Juve dovesse essere nuovamente penalizzata.

Juventus – Milan 0-1, un gol di Giroud manda i rossoneri in Champions

Serata di festa dunque per il Milan, che chiude il discorso Champions nello scontro diretto con la Juventus. Ai rossoneri bastava un punto, invece se ne sono presi direttamente tre, quasi volessero affermare la superiorità sugli avversari (su cui, è bene ricordarlo, pesa la penalizzazione rimediata lunedì scorso) per la seconda volta dopo l’andata di San Siro. Missione compiuta grazie a un gran gol di Giroud, bravissimo nello spedire alle spalle di Szczesny un cross di Calabria con la specialità della casa, ovvero il colpo di testa, per poi gestire al meglio una partita meno complicata del previsto, anche per via di una Juventus prevedibile e poco pericolosa. Pioli chiude così una stagione in chiaro-scuro, nella quale ha brillato molto più in Europa che in Serie A, ma con l’obiettivo primario in saccoccia: i milioni della prossima Champions, infatti, dovrebbero (condizionale d’obbligo) permettere un mercato importante, nel quale sarà prioritario rinforzare la rosa in tutti i reparti, a cominciare dall’attacco. Allegri invece incrocia le dita e spera di voltare pagina al più presto, sia per quanto concerne la stagione che per le vicende extra campo, ancora lontane dalla conclusione: solo così si potrà pensare al futuro, in attesa di sapere chi sarà a programmarlo assieme a lui.

Pioli, messaggio alla proprietà: “Se vogliamo essere competitivi dobbiamo rinforzare la rosa”

Non volevamo arrivare all’ultima partita ancora in bilico, non posso che ringraziare la squadra, abbiamo avuto alti e bassi ma il gruppo non ha mai smesso di crederci e non si è fatto scalfire dalle negatività – ha esultato Pioli -. Cosa mi aspetto dal mercato? Dipende sempre dalle aspettative e dagli obiettivi che si vuole raggiungere, se si vuol provare a vincere il campionato e lottare in Champions arrivando tra le prime quattro come quest’anno la squadra va migliorata. Se si vuol rimanere competitivi in entrambe le competizioni serve una rosa di livello, anche se il nostro è un club virtuoso e deve continuare sulla strada che crede. Il budget? Io faccio l’allenatore, dovete chiederlo a Maldini e Massara…”

Allegri: “La stagione è finita a Siviglia, ora ci dicano cosa succederà l’anno prossimo”

“Dopo la partita ho ringraziato i ragazzi, perché comunque hanno fatto una stagione importante, straordinaria – le parole di Allegri -. Dobbiamo cercare di chiudere con onore a Udine, dopodiché un anno così non lo auguro a nessuno: metti i punti, togli i punti, è stato tutto anomalo e credo che questo sia sotto gli occhi di tutti. Poi se si guarda la classifica e si dice che la Juventus ha fatto una stagione sbagliata, noi lo dovremmo accettare ma non lo accettiamo, perché comunque abbiamo fatto 69 punti, pur con tutte le difficoltà. Le energie le abbiamo finite a Siviglia, purtroppo, è brutto dirlo, ma è così, soprattutto a livello mentale, che poi è quello che conta di più. Ora abbiamo bisogno di riposare, poi faremo le scelte: c’è una buona base e l’errore da non fare è non tenere conto del buono che è stato fatto. Speriamo che quest’anno, almeno prima del 20 agosto, si sappia se ci saranno o meno altri punti di penalizzazione”.

Bologna – Napoli 2-2, De Laurentiis libera Spalletti: “Mi ha chiesto un anno sabbatico, non potevo dirgli di no”

Piccola delusione per il Napoli, che con il pareggio di Bologna vede sfumare la possibilità di arrivare a 92 punti, dunque di superare i 91 di Sarri della stagione 2017/18 e stabilire il record assoluto della storia del club. Nulla di drammatico, ci mancherebbe, anche perché ciò che contava davvero era lo Scudetto e quello è stato vinto da molto tempo, è chiaro però che un pizzico di rammarico c’è, specialmente per come si era sviluppata la partita. Al 54’, infatti, gli azzurri vincevano 2-0 grazie alla doppietta di Osimhen, famelico come sempre sia nell’approfittare dell’erroraccio di Skorupski (14’) che nel freddare il portiere con un tiro ravvicinato (54’): i 3 punti sembravano ormai in ghiaccio, poi però il Napoli, complici i tanti cambi di Spalletti (fuori Osimhen, Kvaratskhelia, Kim e Zielinski), ha perso un po’ di mordente e il Bologna ne ha approfittato, trovando l’1-2 con Ferguson (63’) e il definitivo pareggio con De Silvestri (84’). “Quando il pallino ce l’hanno gli altri, diventa tutto più difficile – il commento del tecnico azzurro -. Chiedevo un gioco più pulito, anche se poi abbiamo creato diverse situazioni per chiuderla, purtroppo non ci siamo riusciti e poi c’è stato il ritorno del Bologna, squadra di qualità e allenata benissimo come si è visto. De Laurentiis ha detto che restare a Napoli è un privilegio? Non commento, sono organizzato mentalmente per festeggiare con il popolo e con i calciatori. Osimhen? E’ un calciatore fortissimo, farà bene dovunque andrà…”. Dichiarazioni che, se ancora ce ne fosse bisogno, ribadiscono come il rapporto con ADL sia ormai ai titoli di coda, destinato a chiudersi definitivamente domenica prossima, quando il Maradona abbraccerà per l’ultima volta i campioni d’Italia. “Lui è un uomo libero, quando qualcuno viene da te e ti dice che in fondo ha fatto il massimo e si è concluso un ciclo della vita, che fai? Ti opponi? – ha confermato il patron azzurro -. Mi ha detto che preferirebbe fermarsi e avere un anno sabbatico, mi ha dato tanto, io lo ringrazio e gli auguro il meglio: è una grandissima persona e un grande allenatore. Adesso è giusto che continui a fare ciò che ama, rispetterò la sua scelta nonostante il contratto”.

Lazio – Cremonese 3-2, Sarri bacchetta i suoi: “Dobbiamo fare grossi passi dal punto di vista mentale”

Vince ancora la Lazio, seppur con molta più fatica del previsto. Il 3-2 sulla Cremonese vale il secondo posto in classifica, ma se era lecito attendersi un pomeriggio sereno, per giunta davanti al pienone dell’Olimpico, la partita si è invece rivelata complicatissima, nonostante un avvio che lasciava presagire una goleada biancoceleste. Alla squadra di Sarri, infatti, erano bastati appena 4’ per passare in vantaggio con Hysaj, e quando Milinkovic-Savic aveva trovato il raddoppio sul finire del primo tempo (37’), in molti avevano pensato a una pratica già archiviata. Nulla di più sbagliato perché la Cremonese, nonostante la retrocessione ormai matematica, rientrava in campo gagliarda, trovando prima il 2-1 con Galdames (54’), poi il clamoroso 2-2 su autogol di Lazzari (58’). La Lazio si innervosiva e il match scivolava via sul pareggio, fino al minuto 89: lì saliva nuovamente in cattedra Milinkovic-Savic, che realizzava il 3-2 con un tap-in facile facile di testa. Secondo posto riagguantato e Olimpico in festa, ma troppa sofferenza per Sarri, espulso per proteste in pieno recupero. “È stata una partita folle, nel primo tempo avevamo tutto sotto controllo ma abbiamo riportato gli avversari in vita da soli – ha sottolineato il tecnico laziale -. Per fortuna l’abbiamo ripresa in mano, perché ci tenevamo a chiudere con una vittoria in casa e lo abbiamo fatto. Siamo diventati grandi, ma non adulti e la partita di oggi lo dimostra. I passi da fare, soprattutto sul piano mentale, sono ampi, anche se i margini di miglioramento ci sono”.

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