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Mercati in allarme: la Cina frena ancora, Borse asiatiche in ribasso, la Grecia è di nuovo un test

Le Borse asiatiche aprono in ribasso dopo il calo del Pmi cinese, mai così basso dal marzo 2009 – Le dimissioni di Tsipras e le elezioni anticipate a settembre fanno di nuovo della Grecia un test generale – L’effetto Cina colpisce ancora Apple – Lvmh peggior titolo della moda – Dalla tempesta delle Borse a Milano si salva solo Sorin – Lo spread Btp-Bund sale

Mercati in allarme: la Cina frena ancora, Borse asiatiche in ribasso, la Grecia è di nuovo un test

Sos su tutti i mercati. La settimana nera si avvia a chiudere i battenti in condizioni critiche sotto il peso di vendite insistenti che potrebbero accelerare prima del week end. Anche su fronte geopolitico la temperatura si scalda: la Corea del Nord ha mobilitato l’esercito, dichiarandosi pronta alla guerra. In Europa, torna d’attualità la Grecia: Alexis Tsipras, dopo l’arrivo dei primi aiuti da Bruxelles e il pagamento della rata dovuta alla Bce, si è dimesso. Si andrà a votare, per la sesta volta in otto anni, il prossimo 20 settembre. 

A scatenare la nuova tempesta è stato l’indice Pmi sull’andamento delle attività manifatturiere cinesi. Il dato è sceso a 47,1 punti ai minimi dal marzo 2009, confermando così il grave malessere dell’economia cinese. 

La risposta delle Borse non si è fatta attendere. Shanghai perde alla fine della sessione mattutina il 3,9%, Shenzhen il 3,1%. Hong Kong perde il 2,1%: da aprile il listino ha ceduto il 22%. Sotto tiro anche la Borsa coreana (-3%) e Sidney (-1,6%). Si allunga intanto la lista dei minimi delle valute asiatiche sul dollaro. Peggio di tutti fa il ringgit malese (-1,2%).

Fa eccezione lo yen giapponese (+0,4% sul dollaro). Il dato Pmi di Tokyo segnala un rialzo a 51.9 punti. Ma la nota positiva non ha impedito al listino di perdere il 2,6%.

MENO SMARTPHONE IN CINA, APPLE ANCORA GIU’

Non meno tesa la situazione a Wall Street, che ha vissuto la peggior seduta degli ultimi 18mesi. L’indice S&P 500 (-2,11%) è sceso sotto i livelli di inizio 2015, In terreno negativo anche il Dow Jones (-2,3%) e il Nasdaq (-2,8%).

In forte calo tutti i settori, a partire da quelli legati ai titoli dell’energia sotto la pressione della caduta del petrolio. Il Wti tratta poco sopra i 40 dollari, dopo un rimbalzo tecnico grazie a Danny, il primo uragano della stagione atlantica, ma il Brent è sceso del 2,3%.

Tra i titoli più bersagliato spicca Apple, sotto del 2% dopo i dati Gartner sulle vendite di smartphone in Cina nel secondo trimestre, per la prima volta in discesa del 4%, a conferma che il mercato è saturo. Da segnalare anche il pesante tonfo di Disney (-6%) e di Time Warner (-5%), dopo l’uscita di diversi report sul settore.

MILANO PEGGIOR BORSA EUROPEA. SPREAD A 125 PUNTI

Non è sfuggita alla tempesta nemmeno l’Europa. Ai mercati non piace nemmeno il rafforzamento dell’euro nei confronti del dollaro oltre quota 1,12. In una giornata di passione per tutti i listini europei il Ftse Mib crolla del 2,6% a 22.378 punti, peggiore borsa del Vecchio Continente. In forte rosso chiudono anche Parigi -2,06% e Francoforte -2,34% mentre Londra contiene le perdite a -0,56%.

Nuovo tonfo anche per la Borsa di Atene (-3,5%) appesantita anche dalle indiscrezioni sulle imminenti dimissioni del premier Tsipras e sull’annuncio di elezioni anticipate. Il rendimento del titolo a due anni è schizzato al 12,5%. 

Risale anche lo spread Btp/Bund fino a 125 punti base, massimo da fine luglio. Il Btp decennale rende l’1,801%. Il Bund corre sulla scia del Treasury americano in sensibile discesa; i mercati sono convinti che la crisi cinese costringerà la Fed a rivedere i tempi dell’aumento dei tassi. 

Cedono sotto la spinta del mercato del debito, anche i titoli bancari. Intesa, la più penalizzata, perde il 3,6%. Ma tutto il settore lascia sul terreno tra il 2 e il 3%.

GLI EMERGENTI SCHIACCIANO PIAZZA AFFARI 

La maglia nera di Piazza Affari tocca a Mediolanum, scesa del 4,70%, ma il ribasso ha coinvolto larga parte del listino a partire dai titoli più legati ai Paesi Emergenti.

Male Prysmian (-4,6%) ad un prezzo al di sotto dei 20 euro.  La crisi dei Paesi emergenti continua a farsi sentire con alcune valute, per esempio la Lira turca, che affondano sui nuovi minimi storici e alcune borse, per esempio quella del Brasile, sui nuovi minimi dell’anno. Nel 2014 il leader nel settore dei cavi ha generato circa il 13% dei suoi ricavi totali (6,84 miliardi di euro) nei Paesi dell’area Pacifico + Oceania, l’8% nel Centro-Sud America, il 64% nell’area EMEA (Europa, Africa, Medio Oriente), il 15% nel Nord America.

Enel perde il 2,45%. A preoccupare il titolo è la forte esposizione in Sud America, Paesi che fino a ieri hanno dato ottimi risultati in termini di crescita, oggi preoccupano per la stabilità della loro moneta. Il gruppo cinese Cnnc dovrebbe formalizzare un’offerta vincolante per la quota di Enel in Slovenske Elektrarne entro la fine di agosto.

Giornata nera anche per Buzzi Unicem (-3,81%), vittima della crisi del rublo. In realtà soltanto il 20% dei ricavi deriva da Paesi dell’Est Europa: 4% Ucraina, 8% Russia, 9% tra Polonia e Repubblica Ceca. Un terzo del fatturato è realizzato negli Stati Uniti e quasi il 50% all’interno dell’Eurozona (tra cui 16% Italia, 23% Germania).

In rosso anche Astaldi (-4,6%) si avvia a chiudere in ribasso del 4,2% a 9,28 euro. E’ il terzo ribasso consecutivo. presente in Turchia con una serie di importanti progetti: Autostrada Gebze-Orhangazi-Izmir, Terzo Ponte sul Bosforo, Health Campus di Ankara, concessione per l’Aeroporto Internazionale di Milas-Bodrum. 

Rallenta la discesa di Eni (-1,67%). Al contrario, nel comparto oil, inverte la rotta Saras (-7,62%).

LUSSO ANCORA SOTTO TIRO. LVMH PEGGIOR TITOLO DELL’EUROSTOXX 50

Continua la frana dei dei titoli del lusso europeo. Lvmh perde il 2,2% a Parigi e scivola sui livelli di metà luglio a 151 euro. Dal record storico segnato lo scorso 6 agosto a 176,6 euro la perdita ammonta al  15%. Da inizio anno, invece, il bilancio è ancora positivo del 14%. Il titolo della prima società al mondo del lusso è anche la peggior blue chip dell’indice Eurostoxx 50 che raggruppa l’élite della zona euro.

Anche a Piazza Affari accelera la pioggia di vendite. Moncler ha lasciato sul terreno il 4%, male Ferragamo (-3,3%) e Luxottica (-3,5%). Tod’s cede l’1,85%. Stamane, dopo i forti ribassi, primo rimbalzo di Prada +0,26% ad Hong Kong. 

SALE SORIN, TENGONO I TITOLI SOTTO OPA

Spicca la riscossa di Sorin (+6,15%) dopo che il tribunale di Milano ha respinto il ricorso dell’avvocatura di stato contro la fusione con Cyberonics. L’operazione potrà duqnuer proseguire e portare alla nascita di LivaNova.

Tengono i titoli su cui si attendono le Opa: Ansaldo Sts -0,5%, World Duty Free +0,2% ed Italcementi -0,2%.

La Marco Polo Industrial Holding, società controllata da ChemChina ha depositato in Consob il documento di offerta pubblica di acquisto obbligatoria sulle azioni Pirelli (-0,2%) e di offerta volontaria sulle azioni risparmio della stessa società. L’offerta, come anticipato, riconosce un corrispettivo di 15 euro per ciascuna azione ordinaria o risparmio apportata. 

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