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Manovra: ticket, cuneo fiscale, scuola cambiano così

Dal taglio al cuneo in arrivo 500 euro a chi ne guadagna meno di 26mila – In cantiere un disegno di legge per cancellare il superticket e rimodulare l’intero sistema – Previsto anche un maxi concorso per gli insegnanti precari

Manovra: ticket, cuneo fiscale, scuola cambiano così

Cancellazione del superticket sanitario, concorso straordinario per l’assunzione di 24mila insegnanti precari e taglio del cuneo fiscale in modo che chi guadagna meno di 26mila euro lordi l’anno si ritrovi con 500 euro lordi in più. Queste le principali novità in tema di sanità, scuola e lavoro che il Governo si appresta a inserire nella bozza della legge di Bilancio da inviare alla commissione europea entro il 15 ottobre.

SANITÀ: ABOLIZIONE DEI SUPERTICKET E REVISIONE DEL SISTEMA

Il superticket varia a seconda delle Regioni. La norma originaria – scritta dal governo Prodi nel 2007 ma entrata in vigore solo nel 2011 – prevedeva una quota fissa di 10 euro a ricetta in aggiunta al ticket, ma dava libertà alle Regioni di riscuotere quei soldi come volevano. Per sterilizzare il gettito e abolire il superticket servono 400 milioni di euro.

Ma non è finita. Il ministro alla Salute, Roberto Speranza, ha annunciato che l’Esecutivo intende “collegare alla Finanziaria un disegno di legge per il riordino” del sistema dei ticket, che prevede una spesa per visite ed esami da 36 euro in su. L’esenzione è concessa agli over-65, ai bambini sotto i sei anni con un reddito familiare sotto i 36 mila euro e a chi ha una malattia cronica o grave. Il problema è che ci sono moltissime false esenzioni: si stima che il 10% degli italiani che non pagano il ticket dovrebbero farlo.

La bozza del disegno di legge annunciato da Speranza prevede di modulare la partecipazione alla spesa sanitaria “in relazione al reddito prodotto dal nucleo familiare fiscale, rapportato alla composizione del nucleo stesso sulla base di una scala di equivalenza (reddito equivalente RE)”.

Inoltre, “è fissato un importo massimo annuale di partecipazione alla spesa sanitaria, rapportato al reddito equivalente, al superamento del quale cessa l’obbligo della partecipazione”.

Il provvedimento, si spiega nella relazione introduttiva, parte dal presupposto che “l’attuale configurazione del sistema di compartecipazione, prevedendo l’importo fisso per tutti i cittadini, crea evidenti disparità di accesso al servizio sanitario nazionale”.

SCUOLA: ASSUNZIONE DI 24MILA INSEGNANTI PRECARI

Sul versante della scuola, il recente accordo fra ministero e sindacati prevede un nuovo concorso straordinario per le medie superiori. Non sarà accessibile a tutti, ma solo a chi ha lavorato almeno tre anni negli ultimi otto nella scuola pubblica. L’obiettivo è assumere 24mila dei 70mila precari della scuola entro settembre 2020. I non vincitori che prenderanno almeno 7/10 allo scritto entreranno da giugno 2020 nelle graduatorie di seconda fascia.

TAGLIO DEL CUNEO FISCALE

Per quanto riguarda il cuneo fiscale, il taglio è affidato a un disegno di legge collegato alla manovra. Lo scopo è portare ogni anno circa 500 euro lordi in più nelle buste paga di chi guadagna meno di 26 mila euro lordi l’anno. La platea è la stessa del bonus di 80 euro introdotto nel 2014 dal governo Renzi.

Un taglio del cuneo di queste proporzioni costa 5,85 miliardi l’anno: troppi per il bilancio 2020. Di conseguenza, l’anno prossimo la misura partirà da luglio, in modo da dimezzare i costi per lo Stato. Il Governo parlerà con i sindacati della possibilità di far scegliere al lavoratore se ricevere i soldi in un versamento unico annuale oppure in “rate” da 40 euro al mese.

COPERTURE: ACCORDO CON L’UE SU FLESSIBILITÀ DA 14 MILIARDI

Infine, il capitolo coperture. Stando alle ultime indiscrezioni, già prima della presentazione della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, il Governo italiano avrebbe raggiunto un accordo informale con Bruxelles sulla flessibilità per il 2020. Manca ancora l’ufficialità, ma il via libera ai 14 miliardi chiesti dal nostro Paese – che ha alzato il deficit previsto per l’anno prossimo dall’1,5 al 2,2% – dovrebbe essere una formalità.

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