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Liberalizzazioni: “Italia in ritardo”, la Camera avvia una indagine

Durerà non più di tre mesi l’indagine che la commissione Attività produttive della Camera sta avviando sulla concorrenza in Italia e sulle liberalizzazioni – Secondo i dati Ocse, siamo il Paese con la più alta regolamentazione nei diversi comparti dell’economia – La trafila delle audizioni

“L’Italia è ancora uno dei Paesi Ocse con la piu’ alta regolamentazione nei diversi comparti dell’economia”: parte da questa considerazione l’indagine che la commissione Attivita’ produttive della Camera avvia sulla concorrenza in Italia e sulle liberalizzazioni. Proprio mentre il governo si appresta a introdurre forme di liberalizzazione in vari settori, l’obiettivo che si prefiggono i deputati e’ verificare “quali siano i settori della nostra economia nei quali il grado di concorrenza potrebbe essere migliorato e quale potrebbe essere l’impatto di interventi mirati”. Un lavoro che potrebbe essere “fondamentale nella prospettiva di introdurre modificaqzioni legislative mirate”.

L’avvio dell’indagine- che non durera’ piu’ di tre mesi – e’ stata approvata all’unanimita’. “Le liberalizzazioni– si sottolinea nel programma di audizioni stilato dalla commissione – introducono meccanismi concorrenziali che spingono fuori dal mercato le imprese meno efficienti favorendo la riallocazione dei fattori di produzione verso le imprese a piu’ alta produttività; inducono un aumento della produttivita’ delle imprese esistenti; e in settori nei quali l’elasticità della domanda al prezzo è elevata, la concorrenza costringe le imprese ad abbattere i costi operativi”. Ma per quanto riguarda l’Italia, il processo di riduzione degli ostacoli alla concorrenza “è stato piu’ lento e ha accumulato ritardi sempre più evidenti”. Non solo: “il tasso di concorrenzialità che si è determinato e i benefici per i consumatori sono stati spesso inferiori alle aspettative”.

Nutrito il carnet delle audizioni. Un elenco che vede i  ministri dell’Economia (e quindi Monti) e dello Sviluppo. Poi l’Antitrust e le Authority per l’energia e le comunicazioni. A seguire: Stato-Regioni, Abi, Isvap, associazioni di produttori (Confindustria, Rete imprese) e consumatori, l’osservatorio permanente sull’applicazione delle regole di concorrenza, studiosi ed esperti.

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