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Letta va da Napolitano per studiare le contromosse all’offensiva Pdl

Il Premier ha deciso di verificare quanto prima la tenuta della maggioranza in Aula e giudica “un’umiliazione per l’Italia” l’alzata di scudi dei pidiellini sul caso Berlusconi.

Letta va da Napolitano per studiare le contromosse all’offensiva Pdl

Appena atterrato a Roma mi reco da Napolitano per un chiarimento su come andare avanti”. Lo ha detto da New York il premier Enrico Letta, sottolineando che “serve un chiarimento nel governo e in Parlamento: voglio decidere insieme a Napolitano le modalità”. Questa la reazione del Presidente del Consiglio all’ultimo exploit dei parlamentari Pdl, che hanno minacciato dimissioni in massa nel caso in cui Palazzo Madama sancisca la decadenza di Silvio Berlusconi dalla carica di senatore.

La presa di posizione ha suscitato ieri una dura reazione da parte del Presidente della Repubblica, oltre all’amarezza del Premier, deciso a verificare quanto prima la tenuta della maggioranza in Aula. Letta giudica “un’umiliazione per l’Italia” l’alzata di scudi dei pidiellini, ed esprime “profonda condivisione per parole del Capo dello Stato, dalla prima all’ultima parola”, sottolineando quanto Napolitano sia da considerare come “un faro, una guida”.

Secondo il presidente dei deputati Pdl, Renato Brunetta, “a essere umiliata è davvero l’Italia, ma non da Berlusconi e dai parlamentari di Forza Italia, bensì dai compagni di partito di Letta, che in Giunta per le elezioni al Senato calpestano la Costituzione e la democrazia, applicando al senatore Berlusconi retroattivamente la legge cosiddetta Severino. Reagire all’ingiustizia è ciò che di più nobile possa fare un eletto dal popolo. Non accettiamo di essere trattati da irresponsabili da chi assiste con indifferenza, o peggio con connivenza, alla premeditata eliminazione di un leader di popolo come Silvio Berlusconi”.

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