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Letta: “Finché i tassi dei Btp decennali non scendono al 3% siamo vulnerabili”

Il Premier stasera volerà a Berlino per chiedere un’Europa più solidale, perché “di troppo rigore si muore”, ma al contempo ribadisce la centralità della stabilità finanziaria e sostiene che l’Italia continuerà ad essere vulnerabile finché il tasso dei nostri bond decennali non sarà arrivato “al 3%”.

Letta: “Finché i tassi dei Btp decennali non scendono al 3% siamo vulnerabili”

Sono due le categorie di avversari che il Governo deve fronteggiare: “Chi vuole più spesa e deficit e gli ayatollah del rigore”. Lo ha detto oggi il premier Enrico Letta all’assemblea di Federcasse, precisando che il nostro Paese “è stretto fra questi due fronti, e non è facile. Abbiamo bisogno di alleati in Italia e in Europa. Per alcuni ayatollah il rigore non è mai abbastanza, ma di troppo rigore l’Europa e le nostre imprese finiranno per morire”.

Questa sera il Presidente del Consiglio volerà in Germania per intervenire al “Fuehrungstreffen Wirtschaft 2013”, importante incontro di economisti organizzato dal quotidiano di Monaco Sueddeutsche Zeitung. “Andrò a Berlino a cercare di parlare all’opinione pubblica tedesca – ha continuato Letta – per spiegare perché l’Europa deve essere solidale. L’Italia ha le carte in regola perché la sua voce sia ascoltata. C’è bisogno di politiche per la crescita: noi lo possiamo dire perché abbiamo i conti in ordine”.

Secondo il Premier, tuttavia, non dobbiamo abbassare la guardia sul fronte della finanza pubblica: “Finché l’Italia non sarà arrivata almeno a un tasso d’interesse del 3% sui bond decennali (attualmente di poco superiore al 4%), continueremo a vivere una situazione di vulnerabilità”. E’ bene ricordare, però, che rendimenti al 3% sui Btp decennali non si sono mai visti. In base agli andamenti storici, un valore vicino a quello individuato dal capo del governo è il minimo storico del 3,35%, che risale al 30 settembre 2005.

Poi, un accenno alla legge di Stabilità: “Le polemiche e le critiche di questi giorni sono legate al fatto che tutti vorrebbero più soldi e più spesa, ma questo significherebbe sforare il bilancio: ecco perché abbiamo messo in campo la spending review”. 

Infine, Letta ha fatto riferimento alla Banca centrale europea, che “ha calmato la crisi e ci ha consentito di avere gli strumenti per affrontare una situazione ancora difficile, ma non possiamo chiederle di svolgere un ruolo non suo, occupandosi di crescita e d’investimenti. Nell’Ue c’è un altro organismo a cui non si è data a sufficienza importanza, ovvero la Banca europea per gli investimenti, che può favorire gli investimenti e dare garanzie alle Pmi”.

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