Condividi

L’albicocca di Scillato: la biodiversità salvata dai Ragazzi delle terre di Carusi

Una delle varietà più pregiate di albicocche quella di Scillato, è stata reintrodotta meno di 50 anni fa in provincia di Palermo, si distingue per dolcezza e profumo. A renderla così unica la sua resistenza agli attacchi di insetti e parassiti, ma la pressione di prodotti più redditizi ha reso questa varietà a rischio di estinzione. Quattro ragazzi l’hanno presa a cuore. La ricetta tradizionale della marmellata e il cocktail firmato Nicola Mancinone

L’albicocca di Scillato: la biodiversità salvata dai Ragazzi delle terre di Carusi

Vestita di velluto, sinuosa e dolce: l’albicocca è una fonte preziosa di vitamine, sali minerali e fibre, uno dei frutti più in voga dell’estate. Ne esistono di diversi tipi, ma in un piccolo angolo di paradiso siciliano si trova l’albicocco di Scillato, in provincia di Palermo. Si distingue da quella classica per un frutto più piccolo, a volte con sfumature tendenti al rosso, con un sapore e un profumo più intenso e dolce. A giugno si tiene anche una sagra dedicata e ogni anno tutte le famiglie contadine preparano la tipica confettura di albicocche secondo la ricetta originale.

A salvare questo prezioso esempio di biodiversità siciliana, quattro ragazzi dell’associazione “Terre di Carusi” (“Terre di ragazzi” in dialetto). Sono Alberto Battaglia (29 anni), Angelo Nicchi (22 anni), Giuseppe Oddo (32 anni) e Giuseppe Quagliana (44 anni) che da qualche anno lavorano insieme per valorizzare e salvaguardare i prodotti che hanno da sempre contraddistinto il territorio: oltre l’albicocca anche l’arancia biondo. Ciò ha comportato il recupero di vecchi impianti abbandonati grazie anche al sostegno della Fondazione Slow Food con l’istituzione di un presidio. Avvalendosi dell’aiuto femminile sono riusciti anche a recuperare l’antica ricetta della confettura di albicocche.

La sua coltivazione è stata introdotta meno di 50 anni fa nel territorio intorno a Scillato, per poi espandersi anche in altre parti della provincia di Palermo. Il successo della coltivazione dell’albicocco di Scillato è legato al fatto di essere una varietà precoce, resistente agli attacchi di insetti e alle più comuni patologie fungine, il che rende la sua produzione simile a quella biologica (anche se non certificata). Invece, le albicocche tradizionali sono più vulnerabili agli attacchi della mosca dell’albicocco, un insetto in grado di danneggiare l’intera coltivazione. Per le sue proprietà, l’albero di Scillato è stato anche inserito nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali (PAT) dal Ministero delle politiche agricole e forestali. Il problema principale riguarda però la commercializzazione, dato che “i frutti sono sensibili alle manipolazioni e ai trasporti”, così la vendita, resta limitata ai mercati limitrofi.

La fioritura avviene agli inizi di marzo e i frutti maturano tra la fine di maggio e i primi di giugno. Ad eccezione di una potatura annua, non si utilizza alcun trattamento chimico e la raccolta è manuale e fatta in modo scalare. Gli alberi sono di grandi dimensioni e hanno oltre 30 anni. Le albicocche sono medio-piccole, con una buccia di colore giallo-arancione e sfumature rosse nella parte più esposta al sole. Mentre la polpa è morbida e zuccherina. Solitamente, i frutti dell’albicocco di Scillato vengono consumati al naturale oppure usati per preparare dolci siciliani o confetture.

L’albicocca di Scillato, come quella classica, è ricca di vitamine (soprattutto A e C) ma anche di sali minerali come potassio, fosforo, sodio, ferro e calcio. Dunque, un ottimo alleato nei casi di anemia e spossatezza. Inoltre, questo frutto è ad alto contenuto di acqua e fibre, utili per dimagrire. Grazie alla presenza di vitamina A e C, le albicocche hanno anche una funzione antiossidante, contrastano l’azione dei radicali liberi e proteggono l’organismo. Mentre le albicocche cotte e sciroppate o candite perdono molti dei loro principi nutrizionali, poiché la cottura danneggia soprattutto la vitamina C. Invece, i semi vengono usati per ricavare un olio naturale.

Ricetta della marmellata di albicocche di Scillato

Ingredienti:

1,5 chilogrammi di albicocche di Scillato
Succo di un limone
300 grammi di zucchero

Procedimento:

Tagliare le albicocche a spicchi rimuovendo il nocciolo, sistemarle poi in una terrina e aggiungere lo zucchero e il succo del limone precedentemente filtrato. Coprire il recipiente e lasciare macerare. Trascorse circa 12 ore, trasferire il composto in una pentola e portarlo a ebollizione mescolando di tanto in tanto. Lasciare cuocere per circa 30 minuti eliminando l’eventuale schiuma che potrebbe formarsi. Una volta raggiunta la giusta densità, travasarla all’interno di vasetti in vetro a chiusura ermetica e sterilizzati. Basta poi capovolgerla per creare l’effetto sottovuoto. Una volta freddi la marmellata sarà pronta.

Ma l’albicocca si può usare anche per un cocktail dolce al profumo d’estate, come l’Asticoccola di Nicola Mancinone, barman astigiano e titolare de “Il Confessionale”, il ghost bar itinerante inaugurato quattro anni fa. Un drink poco alcolico, perfetto per un aperitivo, a base di grappa di Moscato che arriva molto al naso e meno in bocca. A seguire la ricetta: 2 cl di grappa di Moscato, 3 cl di spremuta di arancia, 2 cucchiaini da caffè di confettura di albicocche bio, 10 cl Moscato d’Asti spumante. Iniziare mescolando con un cucchiaio grappa, spremuta d’arancia e confettura. Aggiungere poi il ghiaccio a cubi e agitare in modo vigoroso. Filtrare due volte in coppa e chiudere con uno spumante Moscato d’Asti. Per finire un cucchiaino di marmellata sul fondo del bicchiere e degli oli essenziali di arancia sulla superficie

Commenta