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L’accordo greco salva Piazza Affari. E in tutta Europa ritorna il segno positivo

Dopo un avvio in forte ribasso, il pacchetto di correzione dei conti pubblici presentato ad Atene riporta il sereno nelle Borse europee, Milano prima fra tutte – La notizia, pero’, non è risucita a tranquillizzare i mercati obbligazionari – Forte ribasso per Ubi, che ha svelato il prezzo per il suo aumento di capitale

L’accordo greco salva Piazza Affari. E in tutta Europa ritorna il segno positivo

Dopo un avvio in forte ribasso, causa le cattive notizie da Wall Street, i listini europei hanno ripreso ossigeno dopo la notizia della presentazione del pacchetto di correzione dei conti pubblici da 6,4 miliardi da parte della Grecia. Milano, assieme a Madrid, è stata la Borsa più rapida a recuperare la parità in tarda mattinata, mentre Parigi, Londra e Francoforte accusano ancora una perdita tra lo 0,7% e il punto percentuale. Le misure decise da Atene, che verranno illustrate domani dal premier George Papandreou al presidente dell’eurogruppo Jean-Claude Juncker, prevedono un’accelerazione delle privatizzazioni, tagli alla spesa pubblica e interventi sulle entrate come aumenti delle imposte e minori esenzioni. Il piano fiscale dovrebbe sbloccare la prossima tranche (12 miliardi di euro) del prestito internazionale. Il lavoro delle diplomazie non è servito, per ora, a tranquillizzare i mercati obbligazionari, balzati di 50 punti base in mattinata: a metà giornata il bond greco a due anni segnava un rendimento del 25,44%, quello a dieci anni è salito di 11 punti base al 15,8%. E’ l’effetto del taglio, da parte di Moody’s, di tre gradini di rating che ha provocato l’abbassamento del giudizio a Caa1 da B1, con outlook negativo.

BANCHE: LA MAGLIA NERA OGGI TOCCA ALL’UBI

Per quanto riguarda Piazza Affari, i riflettori restano accesi sul sistema bancario. Il mercato ha punito con un secco ribasso Ubi, che ieri ha fissato in 3,808 euro il prezzo delle azioni offerte in opzione in sede di aumento di capitale, fino a un massimo di un miliardo di euro. Il periodo di esercizio dei diritti di opzione inizierà il 6 giugno per concludersi il 24 dello stesso mese. Ancora in lieve ribasso Mps (-0,1%), dopo lo scivolone di 7 punti percentuali di ieri. Al contrario, dopo un avvio negativo, Intesa ha recuperato la parità mentre Unicredit passa in territorio positivo con un rialzo dello 0,9%. Deboli i petroliferi: Eni (-0,8%) e Saipem che perde lo 0,6%, al contrario di Tenaris (+1,3%). In calo anche Cir (-0,2%) nonostante l’accordo di partnership tra Sorgenia e il colosso del private equity Kkr per la produzione di energia eolica in Francia. Per Sorgenia è previsto un incasso di circa 60 milioni con effetto positivo sulla posizione finanziaria netta superiore ai 150 milioni. C’è grande attesa, infine, per la prossima apertura di Wall Street. Si tratta di capire se l’indice sarà in grado di rimbalzare dopo la peggior seduta degli ultimi 10 mesi. La svolta, però, potrebbe arrivare con i dati macro, in particolare quello sulle nuove richieste sussidi disoccupazione settimanali, stimate in calo a 415mila unità dalle precedenti 424mila. Da seguire anche il dato sugli ordini all’industria di aprile, attesi in calo dell’1%.

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