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L’accordo europeo sulla Grecia entusiasma le Borse: Piazza Affari guadagna il 3,7%, le banche volano

di Ugo Bertone – Unicredit, Intesa e Ubi sfiorano rialzi del 10% – Lo spread Btp-Bund scende a quota 256 – Toniche tutte le Borse del Vecchio continente – Il superindice fa correre anche Wall Street – Diasorin, Saras e Stm sotto i riflettori

FUMATA BIANCA PER LA GRECIA
HA PREVALSO LA LINEA TEDESCA

Alla fine l’ha spuntata la Germania. L’accordo sulla Grecia che Angela Merkel e Nicolas Sarkozy hanno presentato oggi all’Eurogruppo ricalca le principali richieste tedesche a partire dalla condivisione dei “sacrifici” dei governi con il sistema bancario. Il piano, infatti, prevede l’apporto di 115 miliardi freschi, di cui una parte consistente, 50 miliardi in cinque anni, saranno versati dalle banche. E’ infatti previsto che sugli assets delle imprese bancarie sul territorio dell’eurozona venga applicata un’imposta pari allo 0,025% annuo.

Sembra accantonata, per ora, l’idea di utilizzare questi fondi per un programma di buy back dei titoli greci in circolazione. E si discute, secondo le indiscrezioni, sulle caratteristiche del “default parziale” dei bond di Atene. Forse, come da anticipazioni uscite nella notte, si chiederà ai detentori degli Hellenic bond sotto gli 8 anni di annullarli in cambio di titoli a trent’anni con un valore nominale ridotto. Oppure prevarrà la tesi francese sul “rollover”.

Verrà comunque modificato lo statuto dell’Efsf (il fondo salva Stati dell’Eurozona) in modo da consentire al Fondo l’acquisto diretto sul mercato secondario dei titoli di Stato greci o di altri paesi membri in crisi. Altra novità: la Bce si sarebbe impegnata ad accettare come ‘collateralì per la liquidità fornita alle banche i titoli di Stato greci, se saranno garantiti dall’Efsf. E’ un passo rilevante, ma non sufficiente, sulla strada della nascita degli eurobond.

L’EURO E LE BORSE FANNO BOOM (MILANO +3,76%)
LO SPREAD CON IL BUND SCENDE A QUOTA 256

Le anticipazioni, per ora frammentarie, da Bruxelles, sono state sufficienti a metter le ali ai listini azionari dove gli “scopertisti”, che l’hanno fatta da padroni nelle ultime settimane, stanno chiudendo le loro posizioni (con grandi profitti). Ancora una volta è Milano a guidar la corsa, a dimostrazione del peso della speculazione su un listino ormai “sottile”. Piazza Affari, che a metà matinata era i deciso ribasso dopo i dubbi despressi da Jean-Claude Juncker sull’esito del vertice, è esploso al rialzo: +3,76, Ftse/Mib a quota 19.490.

Non fa notizia la prospettiva di una crescita “quasi nulla” nel terzo trimestre, prevista dal Centro studi della Confindustria, dopo che nel secondo si è avuto un aumento dell’1,6% della produzione industriale, concentrato nella prima parte del periodo, che ha originato una temporanea accelerazione del Pil. Eppure, sostiene Confindustria, “Per l’Italia si profilano debolezza della domanda interna, minor forza di quella estera, ripercussioni dalle violente turbolenze finanziarie globali e stretta sui conti pubblici”, aggiunge il centro studi.

Ma l’euforia della piazza di Milano trova eco un po’ ovunque: Londra segna +1,97%, Parigi +2,09%. L’euro mette a segno un forte rialzo a quota 1,44 sul dollaro dopo eser scoivolato in mattinata fino a 1,4150. Il segnale forte della volontà dell’Europa di impegnarsi nel salvataggio della Grecia si fa sentire sul mercato dei titoli di Stato. Il rendimento del Btp scende di 17 punti base al 5,40%, lo spread con il Bund scende a 256 punti base. Il rendimento del Bund tedesco sale di 11 punti al 2,87%.

BRINDA ANCHE WALL STREET
BUONE NUOVE DAL SUPERINDICE

Giornata all’insegna del rialzo anche a Wall Street, contagiata dalle buone notizie europee e da dati macroeconomici migliori delle attese. L’indice Dow Jones sale dell’1,2%, l’S&P guadagna l’1,3%, il Nasdaq avanza dell’1,1%. Gli economisti sono rimasti sorpresi dalla crescita del Leading indicator, il cosiddetto Superindice, un indicatore che anticipa la tendenza dell’economia nei prossimi tre mesi. L’indice di giugno è salito dello 0,3%, contro attese di +0,2%. Anche il Philadelphia Fed, un affidabile termometro dell’attività industriale sulla East Coast, è risultato migliore delle attese attestandosi a quota 3,2, contro una previsione media di +2.

Infine, terzo ma non per questo meno importante dato, il prezzo delle case è salito a maggio dello 0,4% sul mese precedente, battendo le attese di +0,1%. Non pesa più di tanto la notizia per cui le domande iniziali di sussidi di disoccupazione sono cresciute di 10.000 unità a 418.000 unità, mentre il dato del mese precedente è stato rivisto al rialzo da 405.000 a 408.000 unità. L’indicatore è superiore alle stime degli analisti che avevano previsto un numero di richieste invariato rispetto alla settimana precedente.

BANCHE SUPERSTAR: VOLANO INTESA E UNICREDIT
LIONELLA FA UN PASSO INDIETRO DA FONSAI (+7,28%)

Nonostante la prospettiva di un’eurotassa sulle banche sono stati i titoli del credito a guidare la corsa del Toro. Su tutti Intesa Sanpaolo (+9%) e Unicredit (+8%). Seguono Ubi +8,8%, Banca Mps +8,5% e Banco Popolare +7,8%. Le Generali salgono del 4,4%. Sprint anche per Fondiaria-Sai (+7,28%) a poche ore dall’ufficializzazione della notizia secondo cui Jonella Ligresti ha rinunciato ai poteri esecutivi. Scatto anche per l’altro titolo della Galassia Ligresti, Milano Assicurazioni (+7%). Nella giornata di ieri per entrambe le società si è conclusa con successo la vendita dei diritti inoptati dell’aumento di capitale mentre l’agenzia Fitch ha “liberato” le due società dal creditwatch negativo (dopo il successo dell’operazione di aumento di capitale).

DIASORIN SOTTO I RIFLETTORI DI MORGAN STANLEY
DELUDE ST-ERICSSON: IN ROSSO PER 222 MILIONI

Corre Lottomatica +4,3%. Su Lottomatica è intervenuta Bank of America alzando la raccomandazione a buy da neutral. Morgan Stanley ha avviato la copertura su Diasorin (+2,35) con rating di overweight e target price a 41,50 euro. Secondo gli analisti i timori sulla competizione nella Vitamina D “sono superati”. Gli esperti notano come il gruppo sia poi ben posizionato sui mercati emergenti di piccole dimensioni e come abbia le risorse per continuare a investire in aree di interesse strategico, evitando gran parte della concorrenza. Goldman Sachs ha declassato a sell da neutral Saras -1,5%.

Partita male, Stm chiude con un progresso dell’1,6% a 6,43 euro, nonostante i brutti risultati di ST-Ericsson, la joint venture tra Stm ed Ericsson, relativi al secondo trimestre. In dettaglio, il fatturato è stato di 385 milioni di dollari e il risultato operativo è stato pari ad una perdita di 222 milioni. La perdita netta è pari a 221 milioni di dollari All’inizio dell’anno Stm aveva detto che la joint venture con Ericsson avrebbe raggiunto il pareggio per fine 2011, ora l’obiettivo diventa sempre più lontano. A deludere gli analisti sono anche le previsioni di un fatturato che non crescerà nel terzo trimestre.

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