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La Polonia fa dietrofront: niente più armi all’Ucraina. Ecco perchè

Alta tensione tra Kiev e Varsavia. Il premier Morawiecki annuncia lo stop alla fornitura di armi “Dobbiamo pensare a difendere il nostro paese”. tutto nasce però a causa dell’importazione del grano ucraino in Europa. Ecco cosa sta succedendo

La Polonia fa dietrofront: niente più armi all’Ucraina. Ecco perchè

Colpo di scena nelle relazioni tra Polonia e Ucraina. Nelle serata di mercoledì il premier polacco Mateusz Morawiecki, nel corso di un’intervista televisiva, ha annunciato lo stop all’invio di armi a Kiev.

Varsavia: “Stop alle armi, dobbiamo difenderci”

“Non trasferiremo più armi all’Ucraina, adesso ci armeremo noi con le armi più moderne” ha spiegato il Premier polacco. “L’Ucraina si sta difendendo da un brutale attacco da parte della Russia, e capisco questa situazione, ma, come ho detto, difenderemo il nostro Paese. Non trasferiamo più armi all’Ucraina, perché ora stiamo armando la Polonia”, ha dichiarato Morawiecki.

La decisione di Varsavia arriva dopo settimane di tensioni con l’Ucraina per questioni commerciali legate in particolare alle esportazioni ucraine di grano. Tensione che ha raggiunto l’apice nella giornata di ieri dopo le parole di Zelensky all’Assemblea generale dell’Onu a New York che aveva accusato alcuni Paesi europei di fare “teatrino politico” mostrando solidarietà in pubblico, ma di fatto sostenendo comportamenti che favoriscono indirettamente la Russia.

Scontro tra Polonia e Ucraina per l’importazione del grano

Le tensioni tra i due paesi erano iniziate a maggio, ma si sono acuite la scorsa settimana a causa della protesta dell’Ucraina contro la decisione della Polonia di vietare la vendita del suo grano nel suo territorio. Secondo la Polonia (ma anche Slovacchia e Ungheria) le esportazioni di grano ucraino danneggiano gli altri produttori europei. In risposta, Kiev ha dichiarato un embargo sulle importazioni di prodotti agricoli provenienti dalla Polonia, tra cui pomodori, cipolle, verdure e mele.

Il problema del grano ucraino

Le esportazioni di grano dall’Ucraina (uno dei maggiori produttori mondiali) sono sempre state al centro delle discussioni legate all’invasione russa. Lo stop della Russia, a luglio, all’accordo sul grano che permetteva alle navi commerciali di utilizzare le rotte marittime nel Mar Nero per esportare il grano e altri cereali ucraini, ha costretto Kiev a cercare nuove soluzioni.

Attualmente, il grano ucraino viene trasportato principalmente via terra verso ovest, con molti paesi dell’Europa centrale che sono diventati importanti vie di transito e destinazioni finali per il grano, il mais, la colza e i semi di girasole ucraini.

Molti paesi dell’Europa centrale si sono lamentati di questa scelta perchè preoccupati che l’ingresso di grandi quantità di cereali ucraini nel loro mercato danneggiasse gli agricoltori locali, causando una diminuzione dei prezzi dei prodotti agricoli. A maggio, l’Unione Europea aveva introdotto un divieto temporaneo sulla vendita dei cereali ucraini in cinque paesi: Bulgaria, Ungheria, Romania, Slovacchia e Polonia. Questa regolamentazione sarebbe scaduta il 15 settembre, ma Ungheria, Slovacchia e Polonia hanno deciso di estendere autonomamente il divieto consentendone il transito ma non la sua vendita.

Decisione criticata dall’Ue ma soprattutto dal governo di Kiev che ha denunciato i tre paesi all’Organizzazione mondiale del commercio (OMC).

Le tensioni crescenti hanno così portato alla decisione della Polonia di interrompere la fornitura di armi.

Polonia tra i principali alleati di Kiev

La Polonia è stata un forte alleato dell’Ucraina sin dall’inizio dell’invasione russa, preoccupata fortemente dalle ambizioni espansionistiche di Mosca. Ha offerto aiuto economici, supporto logistico, e ha accolto 1,5 milioni di profughi dall’Ucraina. La Polonia è stata anche il primo paese della NATO a autorizzare l’invio di aerei da guerra. Ha anche fornito oltre 200 carri armati di produzione sovietica all’esercito ucraino. Complessivamente ha contribuito con oltre 4 miliardi di euro in aiuti.

La decisione annunciata da Morawiecki ha quindi un importante valore politico e rischia di avere conseguenze anche sul campo per Kiev.

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