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La paura di Brexit mette in ginocchio la Borsa

Crolli su tutte le piazze azionarie ma per Piazza Affari, la peggior Borsa d’Europa, è un vero venerdì nero con un ribasso del 3,6% – Unipol, Yoox, Ubi, Mps e Unicredit lasciano sul campo oltre il 6% – Il Ftse Mib arretra a 17.120 punti base e nessun titolo è in territorio positivo – Flette anche il petrolio – Corsa all’oro e ai beni rifugio – Bund ai minimi storici

La paura di Brexit mette in ginocchio la Borsa

La fuga dagli asset rischiosi manda la tappeto le banche e porta soldi nelle obbligazioni considerate più sicure riducendo i rendimenti ai minimi storici. Il Ftse Mib chiude in forte calo lasciando sul terreno il a 3,62% sotto i 18mila punti e con una raffica di titoli sospesi al ribasso. Le vendite travolgono anche le altre piazze europee ma con cali attorno al 2%: Parigi -2,24%, Francoforte -2,52% e Londra -1,86%.

I mercati scontano i timori legati al referendum sulla Brexit, l’attesa per il meeting della Fed e della Banca centrale giapponese di settimana prossima e anche le elezioni spagnole in agenda il 26 giugno. Oggi, tra l’altro, arriverà la possibile revisione del rating di Moody’s sull’Italia.

Per Jens Weidman, il presidente della Bundesbank, se la Bce (di cui fa parte del board) continuerà ancora per lungo a mantenere i tassi di interesse bassi, rischierà di alimentare la volatilità dei mercati.

Nella seduta odierna è poi mancato il supporto del petrolio che nelle scorse sedute ha inanellato una serie di rialzi portandosi a quota 52 dollari al barile. Oggi il Wti cede il 2,10% a 49,5 dollari al barile e il Brent il 2,12% a 50,85 dollari al barile.

Parallelamente gli acquisti si riversano, come abbiamo già visto nei giorni scorsi, nei bund i cui rendimento hanno toccato nuovi minimi storici (-0,017%), nei Gilt londinesi e nei Treasury Usa i cui rendimenti sono scesi ai minimi dell’ultimo anno e mezzo. L’oro continua la corsa e si porta ai massimi di tre settimane a 1.271 dollari l’oncia.

Si allarga lo spread Btp-Bund che sale del 2% a 136 punti base e rendimento all’1,39%. Il Tesoro ha oggi assegnato 6,5 miliardi di Btp annuali con rendimento in salita a -0,122%.

Sul fronte macroeconomico in Italia è stato pubblicato l’indice destagionalizzato della produzione industriale di aprile che è aumentato dello 0,5% rispetto a marzo. Corretto per gli effetti di calendario, ad aprile l’indice e’ aumentato in termini tendenziali dell’1,8%

Il biglietto verde si rafforza con il cambio euro dollaro che cede lo 0,3% a 1,12829.

Anche a Wall Street gli indici sono in calo. Non ha aiutato il dato sulla fiducia dei consumatori dell’università del Michigan che  giugno, sebbene in calo a 94,3 punti, è risultato meglio delle attese. Sui listini sotto i riflettori c’è però Axiall Corp in deciso rialzo: la texana Westlake Chemical ha comunicato che acquisterà Axiall Corp per 3,8 miliardi di dollari in contanti offrendo 33 dollari per azione contro i 25,81 dollari a cui ha chiuso ieri l’azienda della Georgia.

A Piazza Affari le vendite colpiscono tutti i settori ma il comparto bancario soffre particolarmente. Nessun titolo del Ftse Mib riesce a chiudere in territorio positivo. In fondo al paniere cade Unipol -6,85%, seguito da Yoox -6,57% e da un plotoncino di banche: Ubi -6,57%, Bper -6,55% e Bmps -6,51%.

Unicredit -6,37%. Sul titolo pesa anche l’incertezza legata al nuovo ceo: ieri il cda di UniCredit ha definito insieme all’head hunter Egon Zehnder il profilo del sostituto dell’attuale amministratore delegato Ghizzoni, che ha rimesso il proprio mandato lo scorso 24 maggio. Il Presidente Vita, in un’intervista a Il Sole 24 Ore, ha dichiarato che la selezione richiederà tempo e che la scelta del nuovo ceo potrebbe arrivare entro la fine di luglio. Intesa -4,10% e Banco popolare -5,20%.

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