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La moda maschile italiana resta stabile nonostante la tempesta: l’export verso la Cina cresce del 20%

Nel 2024 le vendite dell’abbigliamento maschile hanno confermato (+0,1%) i livelli dell’anno precedente, per un valore di 9,54 mld. Se la Francia si conferma il primo mercato di destinazione (+5,5%), vanno segnalati in forte espansione Emirati Arabi (+32,4%), Cina (+20%), Polonia (+14%), Hong Kong (+13,7%) e Giappone (+11,5%)

La moda maschile italiana resta stabile nonostante la tempesta: l’export verso la Cina cresce del 20%

Nonostante un contesto macroeconomico incerto e una flessione della domanda globale, lo scorso anno la moda maschile italiana ha confermato la propria capacità di tenuta sui mercati esteri. Secondo i dati elaborati da Confindustria Moda su base ISTAT, l’export del comparto ha registrato una crescita marginale del +0,1% rispetto al 2023, attestandosi a 9,54 miliardi di euro. 

Le vendite verso i Paesi UE (+0,6%) rappresentano il 45,9% del totale, mentre quelle verso i Paesi extra-UE (-0,2%) si sono confermate dominanti con il 54,1%. Parallelamente, le importazioni sono calate del -5,4%, a conferma di un mercato interno più debole e una possibile riorganizzazione delle catene di fornitura.

Moda maschile: Francia prima destinazione, boom di crescita in Cina

La Francia si conferma il primo mercato di destinazione per la moda maschile italiana, con un incremento del +5,5% e un valore pari a 1,225 miliardi (12,8% del totale). Seguono Germania (-3,1%) e Usa (+1%), mentre la Cina ha mostrato una crescita del +20%, raggiungendo i 777 milioni. Tra i mercati in forte espansione si segnalano Hong Kong (+13,7%), Giappone (+11,5%), Polonia (+14%) ed Emirati Arabi Uniti (+32,4%).

Analizzando le esportazioni per categoria di prodotto, solo due segmenti hanno chiuso il 2024 in positivo: abbigliamento in pelle (+11,1%) e quello confezionato (+0,1%). Tutti gli altri comparti sono risultati in calo.

Salgono le importazioni

Sul fronte delle importazioni, solo l’abbigliamento in pelle ha mostrato una crescita positiva (+5,2%), mentre cravatte (-20,2%), abbigliamento confezionato (-5,8%) e camiceria/maglieria (-5,2%) hanno registrato flessioni significative.

La Cina si conferma il principale fornitore (12% del totale), seguita da Bangladesh e Francia. Da notare anche la crescita significativa della Spagna come fornitore (+19,4%). Inoltre, non va sottostimato il fatto che molti capi di abbigliamento provenienti dall’Asia transitino attraverso i Paesi Bassi, vero e proprio hub doganale a livello europeo.

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