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La guerra dei dazi affonda le Borse ma a Milano Leonardo corre

Tutte in rosso le Borse per l’inasprirsi dei rapporti commerciali tra Usa e Cina – A Piazza Affari in controtendenza Leonardo, Amplifon, Juve e Terna.

La guerra dei dazi affonda le Borse ma a Milano Leonardo corre

Le Borse mondiali vanno ko, stordite dagli incerti esiti della guerra commerciale fra Usa e Cina, con il nuovo round di colloqui da oggi a Washington. I listini europei chiudono in profondo rosso, mentre Wall Street, che ha avviato gli scambi in calo per il quarto giorno di fila, sta accelerando al ribasso. Domani scatteranno le tariffe al 25% dal 10% su 200 miliardi di importazioni cinesi e Donald Trump ha assicurato che non farà marcia indietro a meno che Pechino non “desista dal prendere in giro i nostri lavoratori”. Soffrono i tecnologici, Apple (-2,5%).

In questo clima Francoforte perde l‘1,65%; Parigi -1,93%; Madrid -1,43%; Londra -0,92%; Zurigo -1,93%. Anche il calcio ci mette lo zampino e l’Ajax sprofonda ad Amsterdam del 20% dopo la sconfitta in Champions.

Piazza Affari buca al ribasso la soglia dei 21mila punti base e scende a 20.817, -1,82%. Il listino milanese è scosso dai grandi temi internazionali e dalle loro ricadute sulle aziende esportatrici, ma anche dalle tante trimestrali presentate in questi giorni. Sul settore bancario pesa inoltre il ritiro di Blackrock dal piano di salvataggio di Banca Carige. Ne fa le spese soprattutto Banco Bpm, -8,16%, che delude nei ricavi trimestrali e soffre la bocciatura delle agenzie Kepler Cheuvreux (che porta il titolo a “reduce” dal precedente “hold”) e Equita SIM (target price ridotto a 2,8 rispetto al 3 anteriore). Intesa, -2,32%, patisce le voci che la vorrebbero coinvolta nel futuro di Carige. Mps perde il 4,39%, dopo aver chiuso il primo trimestre con un utile di 28 milioni di euro, in forte calo rispetto ai 188 milioni dello stesso periodo del 2018. Sul risultato, si legga in una nota, pesano componenti negative non operative e non ricorrenti per 92 milioni di euro.

Pioggia di vendite su Azimut -5,93, Stm -5,04%, Prysmian -4,52%, Fiat -3,75%. I risultati sostengono invece Leonardo +2,71% e ancora Amplifon +2,42%. Bene Juventus +1,53% e Terna +0,56%.

Prosegue la fase negativa dei Btp: il rendimento del decennale è al 2,68% e lo spread con il Bund sale a 272.00 punti base (+1,64%). Si accentuano le preoccupazioni sull’economia italiana, dopo le stime al ribasso della Commissione Ue, le tensioni nella maggioranza di governo e il rischio di un commercio mondiale imbrigliato nelle tariffe. 

In serata il Tesoro renderà noti i dettagli dei titoli che verranno messi a disposizione degli investitori nel collocamento a medio lungo di martedì 14 maggio. Via XX Settembre potrebbe offrire in riapertura, secondo Unicredit, il Btp 3 anni, quello 7 anni e il Btp 30 anni, quest’ultimo nella prima riapertura dopo l’emissione via sindacato di febbraio.

Sempre sul fronte primario: l’Irlanda ha lanciato il nuovo titolo di Stato con scadenza 15 maggio 2050 da 4 miliardi di euro, con indicazioni di rendimento riviste in area 47 punti base sulla curva midswap e ordini oltre i 18 miliardi.

L’incertezza sull’esito degli incontri fra Usa e Cina, preceduta da una serie di stoccate ai più alti livelli, si fa sentire sul dollaro e sul petrolio, mentre spinge i beni rifugio come yen e oro. Il biglietto verde s’indebolisce contro le principali valute. L’euro scambia a 1,122 e prevale sulla sterlina (0,862), sempre impantanata nella Brexit.

Il petrolio tipo Brent perde lo 0,55% e scende a 69,98 dollari al barile. L’oro si muove oltre 1285 dollari l’oncia.

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