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La Fed prepara la stretta, Vivendi incalza Telecom

I verbali Fed segnalano che entro il 2017 la banca centrale Usa ridurrà gli acquisti di titoli, rendendo più difficile il Qe della Bce – Occhi dei mercati sull’incontro tra Trump e il leader cinese – Amazon in orbita – Vivendi notifica alla Ue il controllo di Telecom Italia – I Pir fanno volare il risparmio gestito a Piazza Affari

La Fed prepara la stretta, Vivendi incalza Telecom

Entro l’anno la Fed potrebbe avviare la riduzione del suo bilancio, gonfiato dagli acquisti sostenuti dal 2009 in poi per dare ossigeno all’economia. La proposta di tagliare il bilancio a 4,500 miliardi di dollari (era di 900 miliardi prima della crisi) emersa dai verbali della riunione della Federal Reserve del 14-15 marzo è la conferma che la maggior parte dei membri del board sono convinti che l’emergenza sia alle spalle e i tassi possano gradualmente avviarsi verso la normalità grazie ad una serie di aumenti. Salvo colpi di scena, si chiude così un lungo ciclo della politica monetaria Usa che avrà effetti anche al di là dell’area dollaro.

La svolta dovrebbe avvenire attorno a fine anno, proprio quando si chiuderà il programma di acquisti della Bce. Per Mario Draghi non sarà facile, in questo contesto, spuntare nuove proroghe, anche se la politica monetaria di Francoforte resterà comunque espansiva. Immediata la reazione di Wall Street: l’indice Dow Jones, in rialzo fino al momento della pubblicazione, è sceso in terreno negativo. L’attenzione dei mercati però oggi sarà assorbita sull’arrivo del presidente cinese Xi Jingping, preceduto a sorpresa dalla rimozione di Steven Bannon, già considerato l’uomo forte della squadra.

LISTINI ASIATICI IN RIBASSO, TIENE SHANGHAI

Il ribasso ha colpito anche i listini asiatici, frenati dalla prospettiva di un atteggiamento “falco” della Banca centrale Usa. La Borsa di Tokyo arretra dell’1,6%, Sidney -0,6%. Giù anche Hong Kong. Salgono invece i listini cinesi, in attesa della visita di Xi negli Usa.

Seduta a due volti ieri a Wall Street. Partenza a razzo, grazie alla spinta dei buoni dati sull’occupazione del settore privato (263 mila nuovi posti contro 187mila previsti), svolta al ribasso dopo la pubblicazione dei verbali della Fed e le dichiarazioni di Paul Ryan: i tempi della riforma fiscale, ha detto il leader repubblicano del Congresso, saranno più lunghi e contrastati della riforma sanitaria.

L’indice Dow Jones, già in rialzo di 198 punti, ha chiuso con un ribasso dello 0,2%, l’S&P 500 è passato da +0,8% a -0,31% nel finale. Nasdq -0,58%. È stato il più brusco cambio di rotta negli ultimi 14 mesi.

FRENA IL PETROLIO. MORGAN NEGATIVA SU ENI

Anche le quotazioni del petrolio hanno registrato una brusca correzione di rotta. Rialzo iniziale, favorito dallo stop della produzione nel mare del Nord. Finale in frenata dopo il dato, largamente superiore alle stime, delle scorte Usa. Il Brent tratta poco sopra i 54 dollari al barile, dopo avere superato in giornata i 55 dollari. 

Di conseguenza, si sono sgonfiate le quotazioni dei titoli petroliferi. Chevron chiude quasi invariata, Exxon +0,19% (guadagnava l’1%), quasi invariata Chevron (già +1,3%). A Piazza Affari Eni -0,5%, Morgan Stanley ha abbassato il giudizio a Underweight, dal precedente Equalweight. Tenaris-1,1%, Saipem +0,2%.

AMAZON IN ORBITA. BEZOS METTE UN MILIARDO NELLO SPAZIO

Da rilevare l’ennesimo record di Amazon (+0,28%), in rialzo per il sesto girono consecutivo a 909,28 dollari, dopo un massimo oltre i 910 dollari. Soddisfatto Jeff Bezos: ieri il tycoon ha rivelato che per sostenere la crescita di Blue Origin, la sua società spaziale, ha venduto in titoli per un miliardo di dollari l’anno.

PIATTE NEL BORSE EUROPEE. APERTURA DEBOLE STAMANE

La spinta dell’occupazione americana e del rialzo del petrolio non è stata sufficiente a sostenere le borse del Vecchio Continente. Prevista stamane una partenza in calo. A Milano l’indice Ftse Mib, dopo aver toccato un minimo di giornata a 20.215 punti e un massimo a 20.401 punti, ha chiuso la seduta con un -0,02% a 20.253 punti. Poco mosse le Borse europee: Parigi è calata dello 0,18%, Francoforte -0,53%, mentre Londra chiude in positivo dello 0,13%. Madrid +0,40%.

WEIDMANN INSISTE: IL QE DEVE FINIRE 

Sarebbe auspicabile “che entro un anno non ci siano più acquisti di bond” da parte della Bce nell’ambito del Quantitative Easing. Questo il messaggio che il presidente della Bundesbank, Jens Weidman, ha affidato a un’intervista al settimanale Die Zeit. “Dal mio punto di vista si sta avvicinando il momento di non spingere più sull’acceleratore, ma di togliere il piede dal pedale”, ha sottolineato il numero uno della Bundesbank a proposito della politica monetaria espansionistica della Bce. “Da quello che sappiamo al momento, la ripresa economica della zona euro è robusta e continuerà. Quindi, il rischio deflazione è diventato ancora più improbabile”.

TUSK: VENERDÌ L’ACCORDO TRA GRECIA E BRUXELLES

I Btp cedono il rialzo della mattinata per chiudere la seduta non lontano dai livelli di martedì. Lo spread sulla Germania si riporta appena sopra i 200 punti base. Nella prima parte della seduta i Btp avevano beneficiato del dibattito francese di ieri fra i candidati all’Eliseo che aveva tranquillizzato i mercati, soddisfatti dalla performance del centrista Emmanuel Macron.

Atene ha collocato ieri 1,14 miliardi di titoli a sei mesi. Intanto, al termine dell’incontro con il premier Alexis Tsipras, il presidente del consiglio europeo Donald Tusk ha detto che la Grecia e i creditori internazionali stanno per giungere a un accordo sul riesame del piano di salvataggio, forse già venerdì. I negoziati tra Grecia, Unione europea e Fondo monetario internazionale sono rimasti in stallo per mesi a causa delle divergenze tra le parti sui progressi fiscali raggiunti dalla Grecia e sulle riforme del mercato del lavoro e dell’energia.

VOLA IL RISPARMIO GESTITO DIETRO I PIR: AZIMUT SUPERSTAR

“Se noi ci fermassimo a 2 miliardi di raccolta dei Pir sarei molto deluso”. Con queste parole il presidente di Banca Mediolanum (+0,22%), Ennio Doris, parlando a margine dell’assemblea degli azionisti, ha sottolineato l’effetto che il nuovo strumento sta avendo sull’industria del risparmio gestito. Mediolanum, è emerso in assemblea, prevede di distribuire un dividendo di 0,40 euro anche per l’esercizio 2017.

La vera stella del risparmio gestito però ieri è stata Azimut (+4,4%) grazie anche al riacquisto delle obbligazioni convertibili. La società ha annunciato che l’utile netto del primo trimestre sarà compreso fra 57 e 67 milioni di euro, con ricavi fra 198 e 215 milioni. Azimut prevede una raccolta netta del primo trimestre superiore a 1,7 miliardi, alla quale va aggiunta la raccolta realizzata all’estero a marzo. Assicurazioni in calo: Generali -0,7%, Unipol-1,1%.

A Milano finale contrastato per le banche. L’indice di settore chiude comunque a +0,15%. Avanza Unicredit (+0,9%), confermata nella Conviction Buy List di Goldman Sachs. Ottima l’accoglienza del mercato al bond unsecured lanciato ieri mattina. Le richieste superano già i 6 miliardi di dollari. L’obbligazione è in due tranche a tasso fisso a 5 e 10 anni, destinata a investitori istituzionali negli Stati Uniti.

LA RIPRESA DEI CEREALI DÀ LA CARICA A CNH

Fra i titoli industriali si è messa in luce Cnh Industrial (+2,8%), grazie a un report di Deutsche Bank positivo sull’intero settore dei “capital goods”. A New York Caterpillar , dopo aver messo a segno un guadagno del 2% è arretrato in linea con il resto del listino chiudendo a +0,12%. 

A sostenere il rally del settore contribuisce il rimbalzo dei prezzi delle granaglie. Il future di riferimento del mais sale dello 0,5%, quello del frumento dello 0,6%, quello dell’olio di palma del 3%. Il prezzo della soia, sceso ieri sui minimi dell’anno, è in rialzo dell’1%.

Il rialzo dei prezzi delle derrate agricole arriva nel giorno del via libera all’acquisto di Syngenta da parte di ChemChina: Stati Uniti ed Europa hanno autorizzato il più grande acquisto all’estero di una società cinese, si tratta di un’operazione in grado di influenzare, nel medio -lungo periodo le dinamiche del mercato agricolo. Nei prossimi giorni dovrebbe arrivare l’autorizzazione anche alla fusione tra Bayer e Monsanto.

EXOR: SALE IL NAV, SCENDE L’UTILE

Bene tra i manifatturieri anche Prysmian (+2,6%) e Stm (+0,9%). Oddo Seydler ha aumentato il target price sull’azione da 10 a 16,5 euro, confermando il rating a buy.

In calo invece Fiat Chrysler (-1,8%). Goldman Sachs ha confermato il titolo nella propria Conviction List Buy con prezzo obiettivo fissato a 20 euro. Exor -1,1%. La finanziaria della famiglia Agnelli ha annunciato un utile netto del 2016 di 588,6 milioni di euro, in calo da 744,5 milioni dell’anno precedente (in calo del 20%). Ai soci andrà un dividendo di 0,35 euro per azione. 

A Piazza Affari la società guidata dal presidente e Ceo John Elkann ha segnato martedì il massimo storico a 48,53 euro, corrispondente a una capitalizzazione di 11,6 miliardi di euro. Da inizio anno il titolo è salito del 17%. Alla fine del 2016 il valore netto delle partecipazioni (Nav) ammontava a 14,64 miliardi di dollari, in crescita dai 13,35 miliardi di un anno prima. 

TELECOM: VIVENDI NOTIFICA IL CONTROLLO ALLA UE

Recupera Telecom Italia (+0,7%) dopo le parole di Flavio Cattaneo: “Sono in Tim per realizzare un grande progetto e rimarrò qualunque sia il presidente che gli azionisti vorranno indicare in quanto sono sicuro che mi metteranno in condizione di lavorare bene”.

Intanto Vivendi ha notificato alla Commissione europea che dopo l’assemblea di maggio potrebbe avere il controllo di Telecom Italia (Tim), mentre si prepara a presentare una lista di maggioranza per il rinnovo del consiglio. Lo annuncia Reuters citando un documento inviato all’autorità antitrust Ue da parte di Vivendi, con la data del 31 marzo, in cui si dice che la transazione proposta comporta l’acquisizione del “controllo esclusivo de facto” di Vivendi su Telecom Italia.

TONFO DI TOD’S, CORRE PARMALAT

Nel lusso cade Tod’s (-4%), declassata da Equita Sim. Gli analisti hanno tagliato il giudizio a Reduce da Hold, con un target price che sale a 62,5 euro dai 60 euro precedenti. Il nuovo prezzo obiettivo implica un calo potenziale del 14%.

Arretra Yoox (-1,3%), sale Moncler (+1,5%). Scende Campari (-1,4%) dopo il nuovo massimo storico di ieri. Corre Parmalat (+3,87%) dopo che l’Opa di Lactalis non ha raggiunto la soglia del 90% del capitale, con gli analisti che pensano che la battaglia tra i fondi attivisti e Lactalis proseguirà nei prossimi mesi. 

Terni Energia allunga in rialzo del 6,3% nel finale e chiude a 1,0840 euro. E’ uno dei titoli migliori di oggi. La smart energy company ha comunicato di aver sottoscritto un contratto di efficienza energetica del valore di circa 4,3 milioni di euro per conto di Copernico Srl, società leader nel property management e nella produzione dello smartworking.

Falck Renewables sale di oltre un punto, muovendosi in controtendenza al mercato. La società attiva nel settore delle energie rinnovabili ha annunciato di aver messo in esercizio il parco eolico di Auchrobert, in Scozia.

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