Condividi

La clamorosa spaccatura in Bce sui Btp affossa le Borse: Milano (-4,9%) e Francoforte (-4%) ko

Le dimissioni a sorpresa del tedesco Stark dal board della Bce, in polemica con Trichet sull’acquisto di Btp e Bonos, getta nel caos le Borse di tutta Europa: travolte soprattutto le banche – Unicredit, Intesa e Banco Popolare perdono l’8% – Lo spread vola a 363 pb – Sale la tensione sul debito greco – In forte calo l’euro – L’oro sale a 1.895 $ l’oncia

La clamorosa spaccatura in Bce sui Btp affossa le Borse: Milano (-4,9%) e Francoforte (-4%) ko

Le Borse europee affondano in finale di settimana: il Dax chiude in calo del 4,04%, il Cac del 3,60%, il Ftse 100 del 2,35% e il Ftse Mib arretra del 4,93% a 14.020,18 punti annullando il rimbalzo delle ultime giornate. Dopo un avvio e una mattinata dominati dalla delusione per le parole di Ben Bernanke e Barack Obama, le continue divisioni dell’Europa e in seno alla stessa Bce, palesate dalle dimissioni nel pomeriggio di Jurgen Stark, gettano ulteriore apprensione sui mercati.
Complice anche l’apertura di Wall Street in calo, i listini europei nel primo pomeriggio ampliano le perdite archiviando un nuovo venerdì di cali.

CRISI: SPREAD ITALIA OLTRE 350 PUNTI

In Europa si fa ancora fatica a trovare la quadra sul problema della crescita e del debito. Con tanto di dimissioni arrivate oggi del membro dell’esecutivo Bce e suo capo economista Stark, da comunicare a mercati chiusi ma che sono state anticipate da indiscrezioni che nel pomeriggio hanno fatto crollare i mercati. La decisione di Stark, che ufficialmente è imputata a motivi personali, dipende in realtà dal conflitto interno sul ruolo della Banca centrale nel sostenere Italia e Spagna tramite l’acquisizione dei titoli di Stato sul mercato secondario.
Nel frattempo sul mercato gli operatori hanno oggi notato nuovi acquisti sui titoli di Stato da parte delle Bance centrali. Complici i continui acquisti sul bund, lo spread tra i Btp e i bund tedeschi è oggi infatti schizzato nuovamente a 370 punti base dai 343 di ieri per attestarsi poi attorno ai 360. Sale la tensione anche sul fronte del debito greco. Entro oggi i creditori privati dovranno comunicare la loro adesione al piano di swap dei titoli previsto dal secondo pacchetto di salvataggio per Atene. L’attesa è per una domanda al 70% ma la Grecia ha minacciato di cancellare l’accordo se non verrà raggiunta la quota del 90% che permetterà ad Atene di ricevere il secondo pacchetto di aiuti. In attesa del responso del settore privato, i credit default swap della Grecia a 5 anni sono così schizzati in mattinata a ridosso dei 3000 punti base, con un rialzo di 280 punti base in seduta. Lo ‘spread’ decennale dei titoli greci segna l’ennesimo record a 1.833,9 punti mentre viaggia a 916 punti per il Portogallo, a 685 per l’Irlanda e a 325 per la Spagna.
La tensione si riversa così anche sul settore bancario di tutta Europa, a partire dalle banche francesi e tedesche, molto esposte ai titoli di stato ellenici (Socgen -10,58%). Non si spengono poi i timori per la necessità di nuove ricapitalizzazioni da parte degli analisti. Oggi il direttore generale del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde, spiegando che vi sono banche in Europa che necessitano di un aumento di capitale: diversi Paesi dell’area euro, ha detto, hanno bisogno di una nuova correzione dei conti pubblici, e i Diciassette presentano rischi sia sul fronte del debito sovrano che delle banche, colpiti da una crisi di fiducia.
“Rischi di downside sono aumentati” e “il riequilibrio globale della domanda necessario per una crescita sostenibile è in stallo – ha detto anche la Lagarde -. Debole crescita e bilanci in rosso influenzano negativamente anche le istituzioni finanziarie e le famiglie. Se la crescita continua a perdere slancio, i problemi di bilancio sono destinati a peggiorare e sarà minacciata la sostenibilità fiscale. A quel punto la politica non potrà fare più niente”. Nel pomeriggio è in agenda il meeting G7 a Marsiglia dove si tenterà di trovare una ricetta per vitalizzare la crescita in mezzo al guado del debito. Ma l’Europa è divisa sulla governance economica e sulle ricette, a partire dalla tanto annunciata tassa sulle transazioni finanziarie, proposta dai ministri delle finanze di Francia e Germania in una lettera congiunta alla Commissione Europea. Nel corso della mattinata l’euro si è ulteriormente indebolito nei confronti del dollaro portandosi sotto 1,37. Ritraccia l’oro, dopo aver inanellato record su record, ripiega a 1.834

WALL STREET BOFA TAGLIA 40MILA POSTI

Non aiuta il clima di pessimismo sulle Borse europee anche l’avvio in calo per Wall Street all’indomani del discorso di Ben Bernanke che non ha dato ricette precise per stimolare l’economia e del discorso di Barak Obama sul piano per l’occupazione. Dow Jones e S&P500 cedono in avvio l’1,3% mentre l’indice tecnologico Nasdaq 100 lascia lo 0,95%. Al momento il Dow Jones scende del 2,72% e il Nasaq del 2,18% Secondo quanto riferito dal Wall Street Journal Bank of America è pronta a tagliare 40 mila posti di lavoro, pari al 14% dei suoi dipendenti; l’operazione rientrerebbe nel programma di ristrutturazione pluriennale.McDonald -4% per le vendite che sono cresciute meno delle attese. Google ha raggiunto un accordo per acquistare Zagat Survey, società con base a New York specializzata nella guida di ristoranti; l’operazione conferma la volontà di Google di rafforzarsi nei business locali.

TORNANO LE VENDITE SULLE BANCHE
MALE LA GALASSIA FIAT

Il Ftse Mib è trascinato al ribasso ancora una volta dai big del comparto bancario su cui si sono riversate le vendite sulla scia dei timori per l’economia e per il debito, le divisioni in seno alla Bce con le dimissioni di Stark e la nuova risalita degli spread Btp-bund. Intesa Sanpaolo cede l’8,09% a 0,9595 euro, il Banco Popolare l’8,14% a 1,05 e Unicredit l’8,22% a 0,77 euro. Oggi si è svolto un incontro di routine tra i vertici dell’istituto e le Fondazioni bancarie in cui siè parlato della situazione dei mercati finanziari e del piano industriale atteso per novembre. Ma sul tavolo di Unicredit c’è anche il capitolo aumento di capitale, su cui il ceo Ghizzoni ha detto che la decisione arriverà solo alla chiusura dell’anno. Capitale che, nonostante le pressioni di Bankitalia sull’intero comparto bancario, Ghizzoni ritiene per ora sufficiente. L’amministratore delegato ha poi dichiarato in un’intervista al quotidiano tedesco Handelsblatt che non ritiene che l’attuale situazione dei mercati finanziari internazionali sia paragonabile alla crisi seguita al collasso la Lehman Brothers nel 2008.
In un indice principale avaro di titoli positivi (solo Bulgari chiude non in rosso ma invariato) riprende la vendita sugli industriali e sul comparto auto. Tra i più colpiti ancora la galassia Fiat con Fiat Industrial che cedono entrambi il 7,07%. Exor cede il 5,97%. Nel frattempo il concorrente tedesco Bmw (-3,23%) ha annunciato che le vendite ad agosto hanno raggiunto un nuovo record attestandosi a 110.891 veicoli, in aumento del 7,4% rispetto a un anno fa. Il gruppo prevede per settembre una crescita a doppia cifra e di registrare vendite annuali record di oltre 1,6 milioni di veicoli. Su Milano in giornata ha inciso anche il dato sul pil diffuso in giornata dall’Istat che, confermando la stima preliminare, ha evidenziato un pil del secondo trimestre in crescita dello 0,3% rispetto allo 0,8% dello stesso periodo del 2010.
La crescita del pil acquista per il 2011, che si otterrebbe con una variazione congiunturale nulla nei restanti trimestri dell’anno, si attesta allo 0,7%. Così, rispetto al primo trimestre 2011, la crescita accelera su base congiunturale, mentre rallenta in termini tendenziali al +0,8%, dal +1,0%. E da Palermo il capo dello Stato Giorgio Napolitano lancia un nuovo appello all’unità nazionale: «Se oggi dopo la indispensabile e urgente manovra di finanza pubblica che sta per concludersi in Parlamento sono i temi della crescita che si pongono in modo stringente per non dire drammatico all’ordine del giorno, in continuità con l’impegno ad allentare il peso e il vincolo di un massiccio debito pubblico e del costo di questo debito».

STM SOFFRE TEXAS INSTRUMENTS
PESANTE ANCHE L’ENERGIA

Stm arretra del 4,60% colpita dal profit warning di Texas Instruments che ha ridotto la guidance del terzo trimestre 2011: i ricavi sono stimati tra i 3,23 e i 3,37 miliardi di dollari, contro i 3,40-3,70 miliardi fissati in precedenza a causa della debolezza in tutti i principali segmenti; l’Eps ora si colloca tra i 0,56 e i 0,60 dollari da 0,55-0,65. Eni cede il 3,47% ed Enel il 5,51%. Non ce la fa a rimanere in territorio positivo nonostante i tentativi della giornata neanche Enel Green Power che cede l’1,59%.

RIMBALZANO EDISON E JUVENTUS
GEOX È BUY PER CITIGROUP

Edison corre in controtendenza e chiude in rialzo del 9,39% sul profilarsi di nuovi soci finanziari che darebbero luogo a un’Opa a prezzi molto superiori agli attuali nonostante la smentita. Geox sale del 5,39% e beneficia del giudizio buy di Citigroup. Bene anche la Juventus (+2,98%) dopo che ieri il presidente Andrea Agnelli ha dato il benvenuto ai tifosi nel nuovo stadio: il primo impianto di proprietà di una società italiana, destinato come hanno già previsto numerosi commentatori a cambiare il calcio e le abitudini dei tifosi.

Commenta