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La Cina aprirà ancora il suo mercato

Il Paese asiatico si appresta a varare nuove riforme per liberalizzare il mercato interno e aprirsi al commercio internazionale – Meno stringenti le regole per la quotazione nei listini del Dragone e più libertà nell’emissione di titoli obbligazionari da parte delle aziende – Passi necessari prima dell’internazionalizzazione dello yuan

La Cina aprirà ancora il suo mercato

Il libero mercato cinese sarà un po’ più libero. E’ quanto emerge da alcuni documenti ufficiali che dai palazzi del potere di Pechino sono finiti ieri nelle mani della Reuters. Il China Daily, voce anglofona della stampa filogovernativa cinese, ha confermato oggi che si tratta di documenti ufficiali. 

Secondo quanto emerge dal testo, che porta la firma di otto tra i più importanti scranni della Repubblica Popolare, la Cina ha già deliberato a favore della creazione di un board internazionale a Shanghai incaricato di incoraggiare la quotazione di società straniere. Una riforma che si inserisce nel quadro di quelle previste da inizio anno, come quella per migliorare le leggi che regolano le offerte pubbliche iniziali delle società. Nelle intenzioni del Governo, queste leggi servirebbero a frenare i fenomeni speculativi legati alle neoquotate. Inoltre è stato approvato nei mesi scorsi un piano per lanciare bond ad alto rendimento pensato per piccole compagnie al fine di facilitare la ricerca di capitali sul mercato, e la fluttuazione dello yuan nei confronti del dollaro è stata raddoppiata dall’inizio del 2012, si legge nel testo.  

“In questo momento e nel futuro la struttura dell’economia globale affronterà profondi cambiamenti”si legge nel documento, firmato anche dalla People’s Bank of China, la banca centrale cinese e il ministro delle Finanze Xie Xuren. “Dobbiamo proseguire con le riforme e l’innovazione”. 

Il governo cinese inoltre sta pensando di dare il via libera alle società straniere all’emissione di bond e fondi comuni, e deregolamentare le opzioni di investimento in obbligazioni di società da parte di investitori cinesi. La Cina permetterà dunque “ad una manciata” di organizzazioni internazionali di vendere bond al di qua della muraglia, e d’altra parte permetterà ai cittadini cinesi di investire in società straniere attraverso la Qualified Domestic Institutional Investors. 

Inoltre a alle organizzazioni finanziarie internazionali, le autorità monetarie e le società straniere potranno investire in yuan nei mercati finanziari cinesi.  Un progetto di riforma che va letto nel tentativo da parte del Governo cinese di internazionalizzare la propria moneta, progettato oramai nel 2010, e su cui preme il Fondo monetario internazionale. 

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