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L’economia circolare ha un nuovo laboratorio a Taranto. Banca Intesa inaugura la sua struttura per le PMI

La Banca ha fatto la scelta di sostenere le PMI di tre Regioni del Sud con un primo plafond. Strategico anche il rapporto con l’economia del mare.

L’economia circolare ha un nuovo laboratorio a Taranto. Banca Intesa inaugura la sua struttura per le PMI

E’ di 500 milioni di euro il plafond di Intesa Sanpaolo per progetti in economia sostenibile per le PMI. La Banca il 25 e 26 luglio presenterà a Bari e a Taranto il proprio “Laboratorio ESG – Environmental Social Governance”. Realizzato insieme al Centro Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, alle Autorità Portuali del Mar Ionio e dell’Adriatico Meridionale e a Confindustria Puglia , il Laboratorio avrà sede a Taranto. Lavorerà per le piccole industrie di tutta Italia per aiutarle a migliorare e pianificare gli obiettivi di sostenibilità ambientale. L’ambito di azione resta la transizione ecologica con le straordinarie opportunità del PNRR per tutto il sistema dell’economia circolare. I 500 milioni di euro , tuttavia, sono destinati agli operatori economici di Basilicata, Puglia e Molise, ma senza perdere di vista il mega programma Motore Italia, che Intesa Sanpaolo ha in campo già da tempo. Per accrescere il valore della competitività delle PMI, nel bilancio 2022 della Banca sono stati accantonanti ben 8 miliardi per la circular economy. E da due anni è disponibile anche un’altra linea di credito di 2 miliardi per gli S-Loans, specifica per finanziamenti che prendono la strada della transizione sostenibile. La garanzia finanziaria, in questo caso, è di SACE Green all’80%. Sono strumenti che il mondo bancario concepisce per autoalimentare un sistema economico meno dilapidatore di risorse.

Le PMI del Sud hanno bisogno di consulenza e informazione

Il sistema manifatturiero del Sud ha bisogno di questi sostegni destinati a trasformarsi in acceleratori di una “crescita sostenibile per la creazione di valore collettivo sociale e ambientale “. Studi e ricerche – da quelle della Svimez ad altri – hanno accertato che nonostante gli impegni del governo, le misure del PNRR, le piccole imprese nelle Regioni meridionali per competere hanno bisogno di tanta consulenza, informazione ed orientamento negli investimenti. E’ passato il tempo in cui bastava aver accumulato prestigio e professionalità per competere sui mercati. l questo proposito la banca mette e a disposizione suoi supporti, come Circularity, Nativa, CE LAB per ottimizzare i processi interni alle aziende, migliorare i risultati e creare una prosperità durevole .

Il laboratorio aiuterà anche la Blue Economy di Basilicata, Puglia e Molise

A proposito del Laboratorio dicevamo della collaborazione delle Autorità portuali. Basilicata, Puglia e Molise hanno sbocchi a mare e migliaia di aziende legate alle attività marittime. Intesa Sanpaolo è Main Partner di FAROS, il programma della Rete Nazionale Acceleratori di CDP dedicato all’innovazione portuale e alla Blue Economy. “ Nei sei porti del nostro sistema, in maniera itinerante e compenetrante,verranno sviluppati percorsi di studio, ricerca, analisi e confronto ” dice Ugo Patroni Griffi, Presidente Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Meridionale. La Banca guarda al mare in modo strategico per attrarre nuovi investimenti e creare altro valore. Le imprese della Blue Economy soltanto in Puglia sono quasi 18.000 ,occupano circa 72.400 persone con un fatturato di 3,2 miliardi di euro .“Per noi il tema portualità è strategico e importante: vogliamo incentivare gli investimenti e in questo ambito le ZES sono un’opportunità per attrarli, siano essi italiani o internazionali” spiega, infatti, Alberto Pedroli, Direttore Regionale Basilicata, Puglia e Molise di Intesa Sanpaolo .

Anche Confindustria si muove verso un nuovo sistema economico regionale

Di buono c’è anche che tutto il sistema di Confindustria quest’anno si sta lasciando alle spalle i problemi creati dalla pandemia e vuole andare verso un’economia circolare in tutte le province. Dalla recente Festambiente in provincia di Foggia sono venute fuori idee confortanti. “ La transizione ecologica necessaria e oggetto d’intervento e di attenzione da parte della governance continentale e nazionale – hanno detto Legambiente e Confindustria Puglia- necessita di una rivoluzione energetica che non può non derivare dalla sostituzione delle fonti fossili con le fonti rinnovabili”. L’approccio all’economia circolare tra le filiere industriali è ambito, più di quanto la burocrazia regionale e statale non facciano rallentando progetti e investimenti. La Puglia negli ultimi due anni- assieme alla Sicilia- ha attirato il 70% degli investimenti nelle rinnovabili. E’ chiaro che ogni appoggio pubblico o privato che indica strumenti vincenti, di analisi, puo’ fare la differenza con il resto d’Italia e l’Europa. E’ quello che serve in questo momento particolare della vita del Paese.

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