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Istat, divario record fra retribuzioni e inflazione. Salari fermi a ottobre

La forbice tra le retribuzioni e il costo della vita non era così ampia dal 1997: 1,7% – Complessivamente un lavoratore su tre è in attesa del rinnovo del contratto, il 13% nel settore privato – Tra le categorie che hanno registrato incrementi retributivi ci sono forze dell’ordine, militari e vigili del fuoco.

Istat, divario record fra retribuzioni e inflazione. Salari fermi a ottobre

Era dal 1997, quasi 15 anni fa, che la forbice tra le retribuzioni e l’aumento del costo della vita non raggiungeva livelli così elevati. Lo rende noto l’Istat.

Una delle grandi colpe è quella del mancato rinnovo di molti contratti collettivi di lavoro, quasi tutti scaduti, alcuni dei quali da quasi 2 anni.

Nel mese di ottobre la variazione dei salari è nulla rispetto al mese precedente e registra appena un +1,7% rispetto a un anno fa, mentre il livello d’inflazione è cresciuto esattamente del doppio (+3,4%), toccando una differenza pari a 1,7 punti percentuali. Il precedente record era all’1,3%.

Alla fine di ottobre risultano in vigore 47 contratti di lavoro, che regolano il trattamento economico di circa 8,7 milioni di dipendenti. A questi corrisponde il 61,7% del monte retributivo complessivo. I contratti in attesa di rinnovo sono 31, di cui 16 appartenenti alla pubblica amministrazione, relativi a circa 4,3 milioni di dipendenti (circa tre milioni nel pubblico impiego).

La quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 33,1% nel totale dell’economia e del 12,9% nel settore privato. L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 22,4 mesi nel totale e di 23,4 mesi nell’insieme dei settori privati. A ottobre, sottolinea l’istituto di statistica, nessun accordo in attesa di rinnovo è stato siglato.

Gli unici settori che a ottobre hanno presentato incrementi della retribuzione rispetto allo stesso mese dell’anno precedente sono: militari-difesa (+3,7%), forze dell’ordine (+3,5%), gomma, plastica e lavorazioni minerali non metalliferi e attività dei vigili del fuoco (per entrambi +3,1%). Si registrano, invece, variazioni nulle per ministeri, scuola, regioni e autonomie locali e servizio sanitario nazionale.

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