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Intesa Sanpaolo: l’utile trimestrale supera quota 1 miliardo

Risultati sopra le attese per Intesa Sanpaolo – I proventi per 4,389 miliardi – Cet 1 ratio pro forma al 13,5%. – Titolo giù in Borsa

Intesa Sanpaolo: l’utile trimestrale supera quota 1 miliardo

Nel primo trimestre del 2019 l’utile netto di Intesa Sanpaolo si attesta a 1,050 miliardi di euro, un dato che rappresenta un ribasso del 16% rispetto ai 1,252 miliardi dei primi tre mesi dello scorso anno (quando però il risultato era stato influenzato plusvalenza di 260 milioni per l’operazione Ntv), ma che batte le attese della banca – che aveva preannunciato profitti per 898 milioni di euro – e degli analisti, che si aspettavano utili per 901 milioni di euro.

I proventi operativi sono calati dell’8,8% a 4,4 miliardi di entro, con interessi netti in ribasso del 5,2% a 1,76 miliardi e commissioni nette in discesa del 7% a 1,9 miliardi di euro.

Nel primo trimestre dell’anno, i costi operativi hanno registrato un ribasso del 4,5% a 2,2 miliardi, per un rapporto cost/income salito al 50,2%. 

Passando alla solidità patrimoniale, il Cet1 pro forma a regime è al 13,5% (13,1% in base ai criteri transitori per il 2019), tenendo conto di 840 milioni di dividendi maturati nel trimestre (cifra coerente con l’80% di payout previsto per l’anno in corso).

“Siamo particolarmente soddisfatti del primo trimestre dell’anno: in un contesto più complesso del previsto, Intesa Sanpaolo conferma la capacità di raggiungere risultati importanti, in linea con l’obiettivo di un utile netto superiore a quello del 2018”, ha commentato l’amministratore delegato della banca, Carlo Messina. “Siamo stati in grado di ottenere questo risultato senza ricorrere ad alcuna voce straordinaria – ha aggiunto – Confermiamo, allo stesso tempo, un pay out ratio dell’80% e siamo pertanto in linea con l’impegno di premiare i nostri azionisti con un significativo dividendo”. 

Quanto alla qualità del credito, Messina nota che “nel trimestre il flusso dei nuovi Npl si colloca ai minimi storici, grazie alla nostra capacità di gestire in maniera proattiva le nuove erogazioni e grazie alla qualità delle nostre aziende clienti, attualmente molto più solide e profittevoli rispetto a quanto non fossero prima della crisi del 2008”, “Intesa Sanpaolo è fattore di accelerazione della crescita dell’economia reale del Paese”, conclude Messina, sottolineando che “nel primo trimestre 2019 in Italia le erogazioni a medio e lungo termine a famiglie e imprese sono state pari a 10,5 miliardi“.

Tornando ai conti, le rettifiche su crediti nel periodo gennaio-marzo sono state pari a 369 milioni, in calo del 47,1% rispetto al trimestre precedente e del 23,6% nei confronti del primo trimestre 2018. 

Quanto agli aggregati patrimoniali, i finanziamenti verso la clientela sono pari a 396 miliardi (+0,5% da fine 2018). I crediti deteriorati, al lordo delle rettifiche di valore, sono scesi di circa un miliardo nel primo trimestre 2019, di circa 30 miliardi dal settembre 2015 e di circa 17 miliardi dal dicembre 2017, “realizzando nei primi 15 mesi del piano di impresa 2018-2021 già il 64% dell’obiettivo di riduzione previsto per l’intero quadriennio”. Lo stock di crediti deteriorati scende così a marzo 2019, rispetto a dicembre 2018, del 2,6% al lordo delle rettifiche di valore e dell’ 1,8% al netto. L’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi è pari all’8,5% al lordo delle rettifiche di valore e al 4,1% al netto. Il livello di copertura degli Npl e’ pari al 54,1%, con una copertura specifica della componente costituita dalle sofferenze al 66,2%.

Dopo la pubblicazione dei conti il titolo Intesa Sanpaolo cede l’1,73% a 2,25 euro zavorrato come tutto il listino dall’allarme Ue sui conti italiani. Pesa anche la decisione di Fitch di porre sotto osservazione con implicazioni negative il rating a breve termine “F2” di Intesa Sanpaolo. La decisione, spiega l’istituto, si deve all’implementazione di nuovi criteri metodologici per i rating a breve termine applicati all’intero settore bancario.

Infine, il cda di Intesa Sanpaolo ha costituito i comitati interni. All’interno del comitato nomine figurano Livia Pomodoro (presidente), Paolo Andrea Colombo, Gian Maria Gros-Pietro, Maria Mazzarella (rappresentante della lista di minoranza) e Bruno Picca. Del comitato remunerazioni fanno parte Colombo (presidente), Franco Ceruti, Anna Gatti (minoranza), Giovanni Gorno Tempini e Luciano Nebbia. Nel comitato rischi ci sono Rosella Locatelli (presidente), Ceruti, Picca, Guglielmo Weber e Daniele Zamboni (minoranza), mentre nel comitato per le operazioni con parti correlate ci sono Zamboni (presidente e rappresentante della minoranza), Gorno Tempini, Locatelli, Mazzarella (minoranza) e Maria Alessandra Stefanelli.

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