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Imprese piemontesi prudenti per il primo trimestre 2024, ma non si parla di recessione

L’Unione Industriali Torino e Confindustria Piemonte hanno pubblicato le previsioni per il primo trimestre 2024, delineando un quadro di prudenza tra le imprese senza allarmi di recessione

Imprese piemontesi prudenti per il primo trimestre 2024, ma non si parla di recessione

Imprese prudenti per il primo trimestre 2024, ma non si parla di recessione. È quanto emerge dall’indagine congiunturale torinese e piemontese che si è tenuta oggi lunedì 18 dicembre presso l’Unione Industriali Torino. Le proiezioni per il primo trimestre 2024, basate su un’indagine condotta su circa 1.000 realtà manifatturiere e dei servizi, evidenziano un clima di fiducia in calo nel comparto manifatturiero, ma più favorevole nei servizi. Mentre la manifattura prevede un peggioramento della produzione, ordini, export e redditività, i servizi mantengono indicatori positivi.

In poche parole, le prospettive per il primo trimestre 2024 riflettono un’atmosfera di cautela, senza segnali di recessione imminente. La transizione economica in corso richiede attenzione, ma i fondamentali solidi dell’industria piemontese potrebbero mitigare gli impatti negativi.

Occupazione e investimenti

Il tasso di utilizzo degli impianti rimane elevato sia per la manifattura che per i servizi, ma si osserva un leggero rallentamento degli investimenti. Per quanto riguarda l’occupazione, si verifica una variazione minima a livello aggregato, ma con differenze tra manifattura (in peggioramento) e servizi (in miglioramento).

Variazioni settoriali

A livello settoriale, nell’industria quasi tutti i settori non sono molto ottimisti. Il clima di aspettativa è particolarmente sfavorevole nei comparti tessile-abbigliamento, cartario-grafico, edilizia e manifatture varie (gioielli, giocattoli ecc.). Rallentano anche la metalmeccanica (soprattutto i macchinari) e l’alimentare (per il quale però il primo trimestre si caratterizza tipicamente per stagionalità negative). In crescita automotive, impiantisti, chimica, gomma-plastica, legno. Nel terziario, settori come ICT, logistica e servizi alla persona si distinguono per aspettative positive. Fa eccezione, come già nei mesi scorsi, il comparto del commercio e turismo.

Torna ad ampliarsi la forbice dimensionale. Le imprese con oltre 50 dipendenti hanno attese positive; tra le più piccole prevalgono invece previsioni negative.

Focus su Torino

Le imprese torinesi mantengono previsioni più favorevoli rispetto alla media regionale. A livello regionale, si nota un marcato calo della fiducia nell’industria, ampiamente compensato dal miglioramento nel settore dei servizi.

A livello aggregato, il saldo sulla produzione per Torino rimane notevolmente positivo, in netto contrasto con il Piemonte nel complesso, dove entrambi gli indicatori, produzione e ordini, risultano negativi. Nell’industria manifatturiera, entrambi gli indicatori scendono sotto lo zero dopo undici trimestri.

Nel settore manifatturiero, si registra un leggero aumento nell’uso della cassa integrazione, mantenendosi comunque a livelli contenuti. Il tasso di utilizzo delle risorse varia poco, rimanendo vicino al massimo. La propensione agli investimenti è sostanzialmente stabile, con meno del 25% delle imprese che pianificano investimenti significativi. Circa un terzo delle imprese ha ordini garantiti per oltre 6 mesi. A differenza del trend regionale, la redditività migliora, specialmente nei servizi, attribuibile al peso maggiore dei settori con aspettative più positive, come l’automotive.

Focus alimentare

Il settore alimentare piemontese è prevalentemente composto da microimprese (84% con massimo 9 dipendenti). Nel 2022, le esportazioni hanno raggiunto gli 8 miliardi di euro, con un aumento del 13,3%. Le previsioni per il primo trimestre 2024 indicano una diminuzione meno marcata rispetto al settore manifatturiero. Il 15,7% delle imprese alimentari prevede un aumento della produzione, il 20% si aspetta una diminuzione. Gli ordini rimangono stabili, e l’export mostra un saldo positivo del +1,6%. Il ricorso alla cassa integrazione è basso (2,9%), il tasso di utilizzo delle risorse è elevato (73%), e il 36% delle aziende ha programmi di investimento significativi. Per il carnet ordini, il 25,0% ha visibilità di un mese, il 39,7% per 1-3 mesi, il 22,1% per 3-6 mesi, e il 13,2% per oltre 6 mesi.

I commenti

Il presidente dell’Unione Industriali Torino, Giorgio Marsiaj, ha sottolineato la necessità di mantenere la prospettiva sui fondamentali solidi dell’industria, mentre Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte, esorta a una politica industriale incisiva per affrontare le sfide attuali.

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