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Il termovalorizzatore di Roma al giro di boa. Nel 2024 la prima pietra, nel 2026 sarà in funzione

Il progetto del termovalorizzatore avanza e il sindaco annuncia che l’investimento supererà i 700 milioni di euro. Due anni in tutto per la messa in funzione.

Il termovalorizzatore di Roma al giro di boa.  Nel 2024 la prima pietra, nel 2026 sarà in funzione

Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri tira un sospiro di sollievo e annuncia che nel 2024 si metterà la prima pietra per il termovalorizzatore a Santa Palomba. Due anni dopo nel 2026 entrerà in funzione.

L’Acea, che lo realizzerà, ha presentato la proposta rimodulata del progetto che ora dovrà essere approvato dal Comune. Senza trappole si spera, altrimenti salta tutto e Gualtieri andrebbe a casa.

I numeri dell’operazione zero rifiuti nella Capitale restano importanti. 600 mila sono le tonnellate di rifiuti che l’impianto tratterà, più di 700 i milioni di euro la spesa finale da sostenere.

La città aspetta

I romani, stufi di vedere una città in sofferenza per un servizio di prima necessità, aspettano pazienti. L’incubo di chi ha rallentato il progetto è finalmente scomparso con l’ultimo voto amministrativo. Dal negazionismo assoluto su infrastrutture, Olimpiadi e servizi da modernizzare, la città è passata ad una visione nuova anche se non ha mai preso il passo veloce di cui si avverte l’urgenza.

Qualche protesta sul nuovo impianto rifiuti arriva dal sindaco di Pomezia Veronica Felici, ma stavolta si fa sul serio e si mette una pietra fondamentale sul cammino ecologico della Capitale. Il termovalorizzatore servirà anche altri comuni.

Il comune di Roma fa sapere che con l’ultimo passaggio progettuale “si chiude una fase importante del processo che ha consentito di migliorare diversi aspetti di un progetto già tecnicamente molto valido e ora si potrà andare avanti velocemente secondo l’iter previsto dalle partnership pubblico-privato”.

Gualtieri ha precisato che l’investimento finale sarà anche superiore ai 700 milioni di euro, al netto degli impianti complementari tra cui l’impianto per la cattura della CO2. Ma già vedere realizzate le prime linee di trattamento dei rifiuti Made in Rome sarà un successo epocale. Su quello che si risparmierà per portarli fuori Regione sarà buona cosa poi informare l’ex sindaca e il suo Movimento.

I passaggi politici scandiranno le prossime settimane con la preparazione anche della gara di appalto per la gestione finale dell’impianto. Con la burocrazia che dovrebbe finalmente essere all’altezza della sfida. Dal governo, se non vogliono rendersi impopolari, possono dare una mano. Giorgia Meloni lo sa bene ed ha una grande occasione per non deludere. Dopo tutto, prima di arrivare a Palazzo Chigi nel 2016 si è candidata a Sindaco di Roma. Per il futuro mai dire mai.

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