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Il Sudamerica è la fattoria del mondo: il Brasile supera gli Usa come esportatore di commodities alimentari

Negli ultimi due decenni l’America Latina, in particolare il Brasile ma anche l’Argentina, ha ridotto la sua dipendenza dagli Usa ed è diventata protagonista del mercato delle materie prime agricole, beneficiando della domanda cinese soprattutto di soia e carne. E cresce l’asse con l’Africa

Il Sudamerica è la fattoria del mondo: il Brasile supera gli Usa come esportatore di commodities alimentari

Il Sudamerica sta diventando la fattoria del mondo. Dopo decenni di stagnazione, in cui il primato delle esportazioni di materie prime agroalimentari era saldamente nelle mani degli Usa, da qualche anno l’America Latina, in particolare il Brasile ma anche l’Argentina, ha progressivamente conquistato spazio sul mercato, diventando sempre meno dipendente dalle importazioni dagli Stati Uniti e anzi candidandosi ad essere, per quanto riguarda le commodities agricole, il partner di riferimento della Cina e non solo. Agli inizi degli anni Duemila, l’export agroalimentare del Brasile valeva un terzo di quello statunitense, oggi lo pareggia grazie ad una crescita del 711% in 20 anni, contro il 213% degli Usa. Negli ultimi dieci anni, la vendita di alimenti dagli Usa al Brasile è diminuita del 65%, e verso l’Argentina del 46%. In particolare, il 2023 è stato l’anno del sorpasso del Brasile sugli Usa come esportatore di mais: 56 milioni di tonnellate contro 45,6 milioni, prima volta nella storia che il primato sfugge a Washington.

Sudamerica, ecco chi esporta più soia

Ma ancora più significativo è il caso della soia, materia prima sempre più richiesta anche come componente dei biocarburanti, sebbene la sua coltivazione non sia in realtà molto in linea con la preservazione delle aree verdi. Il Brasile ha da qualche anno superato l’Argentina diventando il primo esportatore mondiale in un mercato che un tempo era anch’esso dominato dagli Usa. L’ultimo anno parla chiaro: 102 milioni di tonnellate esportate dal Brasile, 57 milioni dagli Usa, solo 2 milioni dall’Argentina a causa di un lungo e anomalo periodo di siccità.

Sudamerica, Usa e il boom economico della Cina

Negli anni ’70, gli Stati Uniti dominavano il mercato della soia col 90% della quota, praticamente un monopolio. Oggi la quota è scesa al 28%, contro il 58% del Brasile. La chiave è stata il boom economico della Cina, che è il primo compratore mondiale di soia: vent’anni fa il Dragone importava 21 milioni di tonnellate di soia l’anno, adesso cinque volte tanto e dei 100 milioni di tonnellate di soia importate da Pechino nel 2023, ben 75 milioni provenivano dal Brasile, che dunque oggi è il primo partner della prima economia del mondo, con cui scambia materie prime agroalimentari in cambio di prodotti industriali e di investimenti in infrastrutture. Oltre alla soia, c’è la carne bovina, la cui richiesta dalla Cina è aumentata nel tempo, permettendo al Brasile di sorpassare gli Stati Uniti anche in questo mercato, così come in quello della carne di pollo. Nel mercato del pollame gli Usa in vent’anni sono passati dal 44% al 24% del totale esportato in tutto il mondo, mentre il Brasile ha più che raddoppiato la propria performance dal 17% al 36%. Dal 2000 ad oggi la quota degli Usa sulla carne bovina si è invece dimezzata dal 19% al 10%, mentre il Brasile vale un quarto del mercato mondiale, e ancora una volta con la Cina come cliente privilegiato: nel 2024 gli asiatici importeranno secondo le stime 3,55 milioni di tonnellate di manzo, su un totale venduto a livello globale di 12 milioni di tonnellate. 

Sudamerica, il ruolo del Brasile: chi ne trae beneficio

Va peraltro ricordato che il Brasile nel 2023 è stato il primo esportatore globale di ben 10 prodotti di origine agricola: oltre a soia, mais, carne bovina, carne di pollo, in ordine sparso anche farina di soia, zucchero, caffè, cellulosa, tabacco e succo d’arancia. Non solo: l’export di frutta ha battuto nel 2023 il record a 1,34 miliardi di dollari, un valore modesto rispetto al mercato globale ma in crescita del 23,5% rispetto all’anno precedente, beneficiando della crisi di altri Paesi a causa dei cambiamenti climatici. E non è solo la Cina a beneficiarne, a discapito degli Stati Uniti che di anno in anno vedono ridursi le loro quote di mercato su vari prodotti della terra. L’Africa, il continente con più necessità alimentari e margini di sviluppo, nel 2023 ha importato quasi 10 miliardi di dollari di cibo dal Brasile, un valore record e in netta crescita rispetto agli anni precedenti. Oggi l’Africa vale il 7% del totale esportato dal Brasile, quasi il doppio di vent’anni fa quando era il 4% e valeva solo mezzo miliardo di dollari. Il prodotto più importato dall’Africa è lo zucchero, che vale metà del totale, seguito da mais, carni e soia, e persino dal caffè, pur essendo il continente nero a sua volta un grande produttore di questa materia prima. I principali partner del Paese governato da Lula sono l’Algeria, che importa commodities agroalimentari per oltre 2 miliardi di dollari, poi l’Egitto con 1,6 miliardi, il Marocco con 1,2 miliardi e la Nigeria con 850 milioni. Il cibo sta stravolgendo gli scenari geopolitici.

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