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Il Sudafrica ha una ricetta contro il contagio della crisi: il commercio con tutto il mondo

La maggior economia del continente africano continua a crescere. La ricetta del suo successo sono le relazioni con molti Paesi diversi: dalla Cina al Brasile, dall’Egitto all’Angola. FIRSTonline ha parlato con l’economista Hendrik Strydom delle prospettive del suo Paese (club Brics) e dell’Africa. Prima dello sviluppo economico però bisogna ottenere la pace

Il Sudafrica ha una ricetta contro il contagio della crisi: il commercio con tutto il mondo

L’Unione Europea è il maggior partner del Sudafrica eppure il Paese leader dell’Unione africana non sta risentendo della crisi del debito che pesa sui conti europei. Perché diversifica. La new entry dei Brics sta aumentando di anno in anno i suoi rapporti commerciali con l’India, la Cina, il Brasile, ma anche con la Nigeria e l’Egitto. Sicuramente gode di una posizione geopolitica non indifferente, ma sono sempre le scelte politiche che permettono di sfruttare a proprio vantaggio i doni della natura. FIRSTonline ne ha parlato con il professore Hendrik Strydom, dell’università di Johannesburg. 

FIRSTonline – Professore, i capitali che sono entrati in Grecia per le Olimpiadi nel 2004 hanno contribuito a ingrandire il buco nelle finanze pubbliche che oggi è alla base della crisi. In Sudafrica gli investimenti per i Mondiali del 2010 che effetti hanno avuto? E quali sono i Paesi principali da cui sono arrivate queste risorse?

Strydom – I capitali in entrata hanno sicuramente giovato alla crescita del Paese. Il contributo maggiore è stato sicuramente la grande spinta alle infrastrutture. Si sono costruite autostrade, un sistema di treni nelle grandi città e collegamenti dagli areoporti principali. La maggior parte dei fondi è arrivata dall’Europa, che rimane il nostro partner commerciale più importante, come fonte di commodities e rappresentando il 40% degli investimenti diretti esteri. Inoltre i Paesi europei giocano un ruolo importante nella promozione dei diritti umani e della stabilità politica nei Paesi che vivono una situazione di conflitto. Ma anche le nostre relazioni con la Cina si stanno allargando e penso che tra qualche anno il gigante asiatico possa prendere il posto dell’Europa. Le relazioni commerciali con i Bric rappresentano una quota del 19% (dato del 2008), quando nel 2000 non superavano il 5%.

FIRSTonline – Il Sudafrica ha subito un effetto contagio della crisi che stiamo attraversando in Europa?

Strydom – Direi di no. Come già accaduto nel 2008, la recessione globale non sta avendo troppi effetti negativi. In primo luogo perchè il nostro sistema bancario è solido, relativamente chiuso e non troppo esposto ai rischi europei. Inoltre la nostra economia reale è molto diversificata: stanno aumentando le nostre relazioni con l’India e con l’America latina e non dipendiamo esclusivamente dalla produzione di 1 solo bene economico. Infine la maggior parte degli scambi europei avvengono con la Germania, l’Inghilterra e i Paesi scandinavi, che sono stati finora i meno colpiti dalla crisi.

FIRSTonline – Eppure la Banca Centrale ha rivisto a ribasso le prospettive di crescita dal 3,7% al 3,2% nel 2011 e dal 3,9% al 3,6% nel 2012. Il rand si è deprezzato del 18,6% dall’inizio dell’anno. Il Governatore Gill Marcus ha parlato di rischio inflazione (il tasso d’interesse al 5,5% è al minimo da 30 anni e l’inflazione è al 6%). Secondo lei taglieranno i tassi di interesse per cercare di spingere la crescita del Paese?

Strydom – Un rand più debole è buono per le nostre esportazioni e pochi giorni fa è stato riportato che la nostra bilancia commerciale è cresciuta da 500 miliardi di rand (circa 46,28 miliardi di euro) proprio grazie alla nostra valuta deprezzata e che il Paese può facilmente fare fronte a i suoi pagamenti esteri. Il tasso d’inflazione forse è lievemente allarmante, ma non presenta ancora un problema dal momento che il target della Banca centrale è di mantenerlo tra il 3% e il 6%. Due anni fa il valore era molto più alto: sono fluttuazioni attese in una situazione finanziaria come quella che stiamo vivendo. Anche il tasso di crescita è stato stabile negli ultimi due anni, con fluttuazioni tra il 3% e il 4%. Al momento non c’è un’indicazione precisa che la banca centrale taglierà i tassi d’interesse. Se dovesse succedere sarà un bene per il mercato immobiliare che è in una fase di lenta crescita da quando, circa due anni fa, i tassi di intereesse sui mutui avevano raggiunto il picco del 15%. 

FIRSTonline – Il Sudafrica si sente più legato ai Brics o agli altri Paesi africani?

Strydom – I nostri legami rimangono stretti prima di tutto con l’Europa, anche per la storia coloniale che ci unisce. Tuttavia sono relazioni che diventano gradualmente meno importanti proprio perchè stanno incrementando i rapporti con i Brics e le altre economie africane, soprattutto la Nigeria e l’Egitto. E sicuramente il Sudafrica sarà sempre più impegnato nei loro confronti e avrà un ruolo importante nello sviluppo delle infrastrutture in quei Paesi.

FIRSTonline – Lei ritiene che sia arrivato il momento di un crescita consistente e concreta per l’Africa?

StrydomCredo sia ancora troppo presto per parlare di vero e proprio sviluppo del continente africano. Alcune economie stanno emergendo come il Ghana, la Tanzania, l’Angola. Però i conflitti interni continuano a essere un grande ostacolo per lo sviluppo. E il Sudafrica si sta impegnando a portare fine a tali contrasti. Tuttavia il ruolo di peacekeeping dell’Unione Africana è ancora debole e dipende moltissimo dall’Unione Europea che gioca un ruolo di assistenza molto importante (nel 2008 hanno contribuito al consiglio di sicurezza e salvaguardia della pace con 1 miliardo di euro). Un proverbio zulù dice: “Non puoi cacciare due antilopi allo stesso tempo”. Prima bisogna impegnarsi per ottenere la pace e la stabilità politica e poi si penserà alla crescita economica.

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