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Il patto Merkel-Sarkozy rilancia le Borse

Il compromesso Francia-Germania sulla Grecia ridà fiato ai listini azionari (Piazza Affari +1,23%) – Banche sugli scudi dopo una settimana sull’ottovolante: vola Bpm (+12,1%) ma in netto recupero anche Unicredit (+4,3%) e Intesa (+4,5%) – Petrolio in discesa dopo le preoccupate dichiarazioni di Hu Jintao a Mosca (“ripresa lenta e fragile”)

Il patto Merkel-Sarkozy rilancia le Borse

Fumata bianca sul fronte greco. Angela Merkel e Nicolas Sarkozy hanno individuato il compromesso per uscire dalla situazione di stallo che minacciava di mettere a rischio l’intero edificio dell’euro. I privati parteciperanno all’operazione di salvataggio dei conti di Atene, così come chiedeva la Germania. Ma il loro contributo, ancora da definirsi, avrà carattere volontario. E non prenderà la forma dell’allungamento delle scadenze dei bond già esistenti, come suggeriva Berlino in pieno disaccordo con la Bce. L’importante, come ha dichiarato Sarkozy, è che “noi, cosi’ come i nostri amici tedeschi, siamo dell’opinione che un secondo programma di aiuti per la Grecia sia necessario”.

Mancano i particolari ma l’intesa seguirà, come aveva suggerito Mario Draghi, lo schema della “Vienna initiative”, cioè l’operazione che nel 2009 ha evitato il default dell’Europa dell’Est. In quell’occasione le banche si impegnarono a rinnovare il credito ai debitori pubblici e privati di Polonia, Ungheria e così va.

L’accordo di principio si è palesato poco dopo le 11 e trenta quando la cancelliera tedesca e il presidente si sono presentati a Berlino, attesissimi, per la conferenza stampa. Da quel momento le Borse europee, incerte ed in flessione, hanno invertito la direzione di marcia avviandosi verso un finale di settimana in bellezza. La Borsa di Milano ha via via accumulato un rialzo convinto, chiudendo a +1,23 %, (Ftse/Mib a 20096 punti) meglio del Dax di Francoforte (+0,76%), del Cac parigino (+0,83) e del Ftse londinese (+0,28).

A New York, a metà pomeriggio, gli indici erano in territorio positivo: Dow Jones +0,76, Nasdaq +0,25%.

UNICREDIT LA “TEDESCA” PRONTA AD ALLARGARE IL CREDITO ALLA GRECIA
LE BANCHE CONCEDONO UNA MORATORIA A SINERGIA (GRUPPO LIGRESTI)

Unicredit (+4,39%) onora i legami con la Germania. La banca di piazza Cordusion è stata la prima ad aver annunciato la Sua disponibilità un’apertura volontaria “alla tedesca” verso la Grecia. Lo ha fatto l’ad Federico Ghizzoni, riferisce il sito di Mf. Se si parla di un riscadenziamento del debito su base volontaria, ha detto Ghizzoni, “non sono in principio contrario a un coinvolgimento del settore privato”. Anche Intesa ha approfittato (+4,54%) del clima più sereno rispetto alla questione greca.

Di diversa natura il rimbalzo formidabile di Bpm, che si approssima alla settimana di fuoco che precede l’assemblea per l’aumento di capitale “imposto” da Banca d’Italia con un guadagno a due cifre (incremento massimo +12,76%). La giornata, però, premia un po’ tutti. Stabile Mps (+0,07%) alla viglia dell’aumento di capitale. Sale Ubi (+0,76%), che si avvia alla conclusione della sua operazione sul capitale, con la sottoscrizione delle Fondazioni (Banca del Monte e Cassa di Cuneo) più la Cattolica. Sale anche il Banco Popolare (+4,23%) nonostante la retrocessione inflitta da Fitch che, secondo Intermonte, renderà più costosa l’emissione di obbligazioni.

Sempre nel settore finanziario, si sta sciogliendo un altro nodo delicato. Il Gruppo Sinergia HdP della famiglia Ligresti ha perfezionato un accordo di moratoria e standstill riguardante il proprio indebitamento bancario con dieci banche rappresentanti, nel complesso, il 96,5% delle linee di credito accordate alle societa’ appartenenti al gruppo. Era un passo necessario in vista del consiglio del 22 che dovrà darte il via libera all’aumento di capitale che segnerà l’ingresso di Unicredit nel capitale di Fonsai (+3,96%).

PARMALAT, PER EQUITA CI SONO DUE PREZZI GIUSTI

Equita, l’intermediario incaricato del coordinamento della raccolta delle adesioni all’opa di Lactalis su Parmalat, esce con un nuovo target price sul gruppo di Collecchio: 2,6 euro per azione, cioè il prezzo offerto per l‘Opa che terminerà l’8 luglio. Prima dell’arrivo dei francesi Equita aveva un rating buy su Parmalat con un target a 2,8 euro.
Il Cda di Parmalat, in risposta all’’offerta lanciata da Lactalis, aveva giudicato a maggio inadeguata l’offerta, dato che questa si collocava nella stessa nella parte bassa della forchetta di prezzo individuata da Goldman Sachs per l’Opa. Secondo la valutazione elaborata da Goldman Sachs, in qualità di consulente Parmalat, una forchetta di prezzo più consona si collocherebbe tra 2,53 euro e 3,17 euro.

PETROLIO IN DISCESA. HU JINTAO PREOCCUPATO PER LA RIPRESA MONDIALE
L’FMI TAGLIA LE STIME DELLA RIPRESA: +2,55 IN USA, ITALIA FERMA ALL’1%

Il braccio di ferro sulla questione greca mette in ombra altre partite internazionali non meno rilevanti. A partire dalla visita del presidente cinese Hu Jintao in Russia in un momento delicato per l’andamento delle commodities. Lo stesso Hu Jintao, parlando al Cremlino, ha voluto sottolineare le sue preoccupazioni per la ripresa internazionale “lenta e fragile”, Un giudizio che ha avuto un’immediata eco nella frenata dei prezzi del petrolio.

Il Fondo Monetario Internazionale intanto ha nuovamente ritoccato al ribasso le stime sul pil 2011 e anche quelle sul 2012. Nel dettaglio quest’anno l’economia Usa è vista in espansione del 2,5% rispetto al +2,8% indicato in precedenza, mentre la nuova stima relativa al 2012 è +2,7% dal +2,9% stimato da aprile. Il Fmi oggi ha fatto il punto anche sul deficit degli Stati Uniti, in questo caso  migliorando le stime con il deficit che dovrebbe fermarsi al 9,9% rispetto al 10,8% stimato in precedenza. In generale il Fmi ha portato al 4,3% la stima della crescita economica globale nel corso del 2011 rispetto al 4,4% indicato ad aprile. Stabile a 4,5% la stima di crescita per il 2012.
Per quanto riguarda infine l’Italia, le nuove stime vedono l’economia del Belpaese espandersi dell’1% quest’anno, lo 0,1 per cento meno rispetto a quanto stimato ad aprile. E’ invece rimasta stabile la previsione relativa al 2012 che è di un progresso dell’1,3%.

WALL STREET. PRIMA SETTIMANA IN ATTIVO DA SETTE

Il mix petrolio più debole, Europa più serena ha favorito il rialzo a Wall Street: Dow Jones e S&P500 +0,6%, Nasdaq +0,3%.

Buone notizie dall’’indice dei” leading indicator”, salito dello 0,8% dal -0,4% di aprile: gli economisti si aspettavano un incremento soltanto dello 0,3%. Di opposta lettura l’indice di fiducia elaborato dall’Università del Michigan, sceso in giugno a 71,8 da 73 (contro una previsione di 74).

Sul fronte sociertario secca perdita per Rim, la casa produttirice del Blackberry. Il titolo perde il 16% all’indomani delle presentazione dei dati del trimestre e la revisione al ribasso dei target dell’esercizio in corso. La società canadese ha anche posticipato il lancio del suo ultimo modello. Il sesto socio di Rim ha dimezzato la sua posizione.

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