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Il Cuoncio Cuoncio, il segreto della longevità del Metodo Cilento, dall’alimentazione allo stile di vita

Prima ancora che i biologi Ancel e Keys mettessero a punto i principi della dieta mediterranea, in questa parte felice d’Italia il metodo del Cuoncio Cuoncio scandiva il benessere

Il Cuoncio Cuoncio, il segreto della longevità del Metodo Cilento, dall’alimentazione allo stile di vita

“Fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”. Già duemilacinquecento anni fa Ippocrate, padre della medicina, invitava ad una corretta alimentazione, per i benefici effetti che ne derivano alla salute. Una massima, ora più che mai, al passo con i tempi. Perché in tempo di Covid abbiamo compreso che risulta importante parlare di alimentazione equilibrata per consentire al nostro organismo di rafforzare il sistema immunitario, in linea con le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Se ad essa associamo uno stile di vita sano, avremo maggiori possibilità di garantirci una vita lunga ed armonica. A dire il vero ancor prima di fare conoscenza con lo spettro della pandemia su questi principi si basava quello che è stato definito il Metodo Cilento, oggetto di studi dagli anni ’60 e portato in auge da Ancel e Margaret Keys.

Non aveva studi scientifici nel 1811 Murat, da poco nominato Re di Napoli quando, in visita nel Cilento, dal belvedere di San Costabile nel borgo medievale di Castellabate, pronunciò la frase: “Qui non si muore”.

Non si sbagliava assolutamente. Aveva già intuito che in quei luoghi, di buon cibo e di sane abitudini alimentari, si viveva di più e meglio. Questa espressione anticipava quelli che furono poi nel secolo successivo gli studi dei coniugi Keys, i due biologi statunitensi che negli anni ’60 scoprirono i benefici della dieta mediterranea e individuarono il suo legame con la longevità. Tutto questo studiando proprio lo stile di vita dei cilentani, molto diverso e lontano da quello americano. La prima cosa che notarono, in villeggiatura a Pioppi, fu il bassissimo tasso di soggetti con problematiche cardiache. Rimasero talmente affascinati dal luogo che decisero ben presto di trasferirvisi.

Capirono che mangiare tanta frutta e verdura di stagione, legumi conditi con olio evo, pesce azzurro, poca carne, il tutto accompagnato da un bicchiere di buon vino a pasto, era certamente uno dei modi migliori di vivere più a lungo. Se poi all’alimentazione si associava uno stile di vita sano, basato sul camminare, sul vivere la comunità su ritmi di vita scanditi secondo natura, allora si viveva ancora meglio. In pratica si metteva in atto in pieno quello che oggi definiamo il Metodo Cilento.

Di certo nel 2019 le loro teorie trovarono un riscontro pratico nel censimento da cui sono emersi almeno 300 centenari su 90000 abitanti. Risultato di sicuro da record.

Ma quali sono le specificità di questo territorio? Terra antichissima e ricca di storia, vasta area a sud di Salerno, tra chilometri sconfinati di costa e colline ricoperte da ulivi e piante di castagno, il Cilento è anche fautore del “cuoncio cuoncio“: attitudine comportamentale che si perde nei tempi.

Quando si arriva nel Cilento tutti gli stress, il corri corri quotidiano, svaniscono. Si viene subito coinvolti dal modo di vivere semplice e rilassante degli abitanti del posto. Terra ricca di saggezza popolare e tradizionali ricette contadine è incorniciata in uno scenario territoriale che non è stato stravolto dalla mano cementizia dell’uomo.

Movimento

La passeggiata è una delle caratteristiche fondamentali del Metodo Cilento. Il camminare è un’abitudine favorita dalla collocazione dei vari paesini cilentani. Tra mare e piccole alture è un piacere passeggiare in questi luoghi. Ci si rigenera subito fisicamente e mentalmente grazie al movimento.

La passeggiata viene condotta senza affanni, alla stregua di quello che consiglierebbe un personal trainer, con un’andatura moderata. Meglio ancora quando si passeggia in compagnia e ci si concede anche il tempo giusto per delle pause scandite ad esempio dal soffermarsi a colloquiare con la gente del luogo, sempre affabile e disponibile al calore dei rapporti umani. Ecco dunque spiegato il “cuoncio cuoncio“.

Tutti siamo consapevoli che camminare fa bene. Abbassa il tasso di colesterolo, previene l’obesità e l’ipertensione. Sapevate che il movimento riduce più del 50% il rischio di malattia cardiovascolare? Lo ha rilevato uno studio del 2020 realizzato su donne di mezza età ha evidenziato un aumento della mortalità del 52% delle donne che fanno vita sedentaria rispetto a donne che fanno regolare attività fisica. Una percentuale doppia dovuta a patologie cardiovascolari. Ma questo le donne del Cilento senza saperlo lo applicano da secoli, perché mentre gli uomini sono nei campi a lavorare spetta a loro andare a prendere l’acqua, la legna per il fuoco, andare per campi a cercare spezie e verdure, andare ai lavatoi per il bucato.

Ma quanto bisogna camminare? Bastano venti minuti di passeggiata al giorno per almeno cinque volte a settimana. Ma le donne cilentane passano ben più di 20 minuti fuori casa.

Riposo

Il lavoro, la famiglia, gli impegni ci portano a rincorrere sempre il tempo per paura di non riuscire a fare tutto nelle ore a disposizione durante la giornata. La nostra vita è piena di post-it appesi ovunque: dal frigorifero al pc alla porta d’ingresso. I nostri device sono pieni zeppi di tool di calendarizzazione, memo, promemoria attivi che, se da un lato ci aiutano molto nel ricordare appuntamenti e cose da fare, dall’altro ledono il nostro benessere psicofisico.

La vita moderna ci vede correre sempre con un immenso inquietante orologio che ci corre dietro. Ma la saggezza delle persone anziane nel Cilento è quella di conservare ancora, come un tempo, l’orologio nel taschino: mai al polso, a dimostrazione di come il tempo non deve affannarci e sopraffarci.

Essere parte di una comunità

L’essere parte di una comunità è una delle peculiarità del Metodo Cilento. Ogni cilentano vive a pieno la comunità partecipando attivamente a tutte le attività del paese: dalle feste del santo patrono ai matrimoni ai funerali. Tutti partecipano spontaneamente sin da piccoli e lo fanno con piacere per mantenere vive e attive le tradizioni popolari.

Il rituale del pranzo della domenica è un altro must di ogni cilentano. Ogni domenica nelle case si prepara il pranzo domenicale. In primis si prepara il ragù e si fa cuocere, anzi “puppitiare“, obbligatoriamente per ore ed ore a fiamma bassa rispettando, anche in questo caso, il “cuoncio cuoncio“. Nelle vie del paese echeggia un crocevia di sughi cotti con pezzettoni misti di carne in cui verranno tuffati, quasi sicuramente, i fusilli cilentani realizzati al ferretto. Il pranzo della domenica è il momento di maggiore incontro delle famiglie. Una pausa di unione familiare da concedersi stando uniti a nonni e nipotini gustando almeno una pastarella a fine pranzo.

Il pranzo domenicale è l’invito all’unione al focolare, che segue alla messa domenicale di mezzogiorno, altro punto cardine del Metodo Cilento: la spiritualità.

La spiritualità

La partecipazione i riti liturgici è una costante durante tutta la vita. Partecipare a riti, manifestazioni, processioni, feste equivale a sentirsi parte unica della comunità. A Vallo della Lucania il 27 luglio si celebra la festa di San Pantaleone. Una festa che non unisce solo la comunità vallese, ma tutti i paesi dei dintorni. Una festa a cui per nulla al mondo si può mancare! Ogni paese ha la sua festa patronale e vi partecipano tutti con gioia. Il partecipare attivamente alla vita di comunità nutre il benessere psicofisico dei cilentani e mantiene vive le tradizioni di una volta.

In conclusione, il cuoncio cuoncio è molto di più – come si è visto – di una pura espressione idiomatica dialettale, è qualcosa che si riflette sulla filosofia di vita, sui comportamenti, sulle attitudini alimentari, sulla vita sociale. È un microcosmo che si è salvaguardato nel tempo come un patrimonio di una comunità gelosa delle proprie tradizioni.

E le nonne e i nonni fonte di saggezza popolare, capaci di dispensare segreti del vivere sano secondo natura, ne sono testimoni e custodi al tempo spesso. 

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