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Hiromi: a Roma un ristorante come un viaggio nel profondo della tradizione, della filosofia e della gastronomia giapponese

La cucina diretta dal maestro Aiuchi Takehiko inserita in un progetto culturale di approfondimento dei significati filosofici della gastronomia giapponese. Grande  attenzione al mondo del sakè e della mixology asiatica, Il giardino Zen realizzato da Akiyama Nobushige artista dell’istituto culturale giapponese

Hiromi: a Roma un ristorante come un viaggio nel profondo della tradizione, della filosofia e della gastronomia giapponese

È indubbiamente fra le più raffinate cucine al mondo, per l’attenzione ai dettagli, per l’armonia e l’equilibrio dei sapori, per i suoi metodi di cottura, per l’attenzione alla salvaguardia della naturalità della materia prima, per la sua salubrità e per questo negli ultimi anni, la cucina giapponese, oltre a ispirare molti dei più grandi chef occidentali ha conosciuto una fortissima espansione in tutto il mondo e particolarmente da noi in Italia. Fra i meriti della cucina giapponese c’è di aver diffuso la “cultura del crudo”, prima presente solo in limitate realtà regionali. Sushi e sashimi hanno conquistato anche i palati più diffidenti, e pietanze come la tempura, il ramen, la soba, il panko, la salsa di soia” sono diventati prodotti così apprezzati da essere ampiamente utilizzati anche nei ristoranti italiani. I primi ristoranti giapponesi arrivarono in Italia sul finire degli anni Ottanta e si configuravano come ristoranti di fascia alta. Sulla scia del successo riscosso dai primi locali fu poi un dilagare di aperture, un vero e proprio business milionario, sul quale si gettarono anche molti imprenditori cinesi dopo il diffondersi di notizie sulle epidemie di influenza aviaria e di altre malattie nate in Asia che portarono a una moria dei ristoranti cinesi all can you eat a basso costo che erano dilagati in tutte le regioni del nostro paese. Oggi l’offerta della ristorazio0ne giapponese è molto varia ma l’eccellenza come per tutti i settori della gastronomia va individuata con oculatezza. Ma non è solo una questione di qualità è anche importante per apprezzare i profondi significati della filosofia gastronomica giapponese conoscerne gli aspetti identitari, storici, culturali.

Un viaggio attraverso corsi di lingua e calligrafia giapponese, lezioni di pasticceria tradizionale, cerimonia del the e cucina diretta dal maestro Aiuchi Takehiko

A Roma a pochi passi da Piazza Fiume ha preso vita uno spazio in cui si può effettuare un viaggio full immersion nella cultura giapponese e in tutte le sue affascinanti sfumature gastronomiche scoprendo il Giappone in tutta la sua autenticità. Il progetto “Hiromi – La Maison” anima le giornate fin dal mattino con corsi di lingua e calligrafia giapponese, lezioni di pasticceria tradizionale con focus sui prodotti tipici e, in generale, tutto ciò che riguarda la cultura del popolo del Sol Levante. Ovviamente grande attenzione per la cucina con una ricca scelta di ricette tradizionali del Kansai e di sushi, rigorosamente diretta dal maestro Aiuchi Takehiko, che vanta oltre trent’anni di esperienza maturati nei ristoranti più prestigiosi della cucina in Giappone: il suo menù propone piatti tradizionali giapponesi e piatti regionali del Kansai, la regione che comprende Osaka, Kyoto, Nara e Kobe, città che negli anni hanno definito una cucina particolare che il Maestro racconta attraverso le sue creazioni.

Ad aprire il menu sono gyoza, edamame, harumaki, age dashi imo. Ma è consigliabile optare per l’antipasto Hiromi e il suo ricco assortimento di specialità della casa. Il menu lascia poi ampio spazio ai piatti tradizionali, tra cui, ad esempio, il Doteyaki (carne di manzo cucinata a bassa temperatura con aggiunta di sakè e spezie giapponesi), il “Tataki Maguro” (tagliata di tonno scottato alla piastra in crosta di sesamo accompagnato da salsa dello chef), il “Katsudon” (su una base di riso caldo viene adagiato il tonkatsu, cotoletta di maiale impanata e fritta, uova cotte dal calore del riso, cipollotti e vari condimenti). Un’intera parte del menu è dedicata ai ramen, 9 in tutto, alla tempura e al sushi, con roll di tutti i tipi. Tartare, nigiri, hosomaki, chirashi e sashimi completano il menu del ristorante.

Grande  attenzione al mondo del sakè e della mixology asiatica: Hiromi  può vantare la più grande esposizione di Sakè in Italia

Particolarmente ricca la selezione di dolci, visto che Hiromi è nata come una firma di alta pasticceria giapponese: nel laboratorio a cielo aperto che introduce al locale opera la Pastry Chef Mitsuko Takei. Il the servito nel ristorante è fatto arrivare appositamente dal Giappone. Passando agli aperitivi grande  attenzione  viene riservata al mondo del sakè e della mixology asiatica: Hiromi  può vantare la più grande esposizione di Sakè in Italia che funge sia da enoteca (dove comprare e portar via) che da Sakè bar, dove consumare sul posto e scegliere tra 25 sakè alla mescita e fino a 160 sakè in esposizione, raccontati dal sommelier del sakè presente in squadra – Maurizio Converso – e grazie alla stretta collaborazione con la Sakè Sommelier Association e Sake Company.

Il giardino Zen realizzato da Akiyama Nobushige artista dell’istituto culturale giapponese

Molto suggestivo nel dehors esterno è il rigoroso Giardino Zen realizzato da Akiyama Nobushige artista dell’istituto culturale giapponese. Due opere uniche del maestro contraddistinguono l’opera: loTsukubai, una piccola vasca in pietra in cui scorre, con un moto perpetuo, l’acqua, usata tradizionalmente per la purificazione. Il movimento genera un suono attutito sul bambù, come a scandire il tempo che passa. La seconda opera, incisa su pietra, è una poesia breve, un”haiku”(incontro).

Hiromi – La Maison

Via di Reggio Emilia, 24 – Roma
info@hiromimaison.it
+39 06 88936 084

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