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Groupama, quotazione in borsa rimandata al 2015

La crisi costringe il gruppo assicurativo a rimandare al 2015 il lancio dell’offerta pubblica iniziale prevista per il 2011. Il downgrading da parte di S&P e le esposizoni ai mercati dei cosiddetti “Piigs” hanno spinto Groupama a rivedere le proprie strategie, optando per un taglio dei costi e un incremento della redditività.

Groupama, quotazione in borsa rimandata al 2015

La compagnia di assicurazioni Groupama ha rimandato nuovamente il proprio ingresso in Borsa. In un comunicato si annuncia che l’offerta pubblica iniziale verrà lancia in una data da definire intorno al 2015. “Per i prossimi due anni sarà necessaria una politica che permetta di tagliare i costi e incrementare la redditività”, spiega così la scelta il Jean Azema, Ceo dell’istituto, al quotidiano Les Echos.

Il downgrading da parte di Standard & Poors da BBB+ a BBB non deve aver fatto piacere al gruppo francese.”La strategia del management di portare il capitale a livelli accettabili potrebbe non essere più suffciente” spiega Jean Azema, “la nostra priorità sarà impegnarci per incrementare la redditività piuttosto che cercare di entrare in borsa”. Così si chiarisce il perché di un nuovo piano che prevede la riduzione dei costi, “le nostre spese sono superiori del 5% rispetto ai nostri competitori” ha aggiunto il direttore generale nell’intervista.

Groupama infatti si trova a competere con numerose agenzie assicurative non quotate in borsa e l’intenzione è quella di ridurre i costi di 300 milioni di euro per la fine del 2013. “Questo genere di misure permetteranno al gruppo di ritornare ai livelli precedenti, in questo periodo non pensiamo di fare alcun tipo di acquisizione” lascia intedere Azema, aprendo però le porte ad un ingresso in borsa per il 2015.

Sempre ad Azema è stato chiesto se in queste scelte ha pesato il 4.2% che il gruppo ha nella banca francese Societe Generale e le possibili perdite che ne possono essere derivate. Il Ceo della compagnia assicurativa ha però chiarito che quegli investimeni vanno valutati a lungo termine e che le cause delle difficoltà del gruppo vanno cercate invece nell’esposizione che Groupama ha verso Grecia, Irlanda e Portogallo che al netto si attestavano a 770 milioni. Ma anche verso l’Italia (1.5 miliardi) e verso la Spagna di 670 milioni.

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